Da oggi e per una quindicina di giorni pubblichiamo sul Blog Mafie quello che il boss di Cosa Nostra ha voluto dire ai magistrati della procura della repubblica di Palermo. È poco ed è tanto insieme, purtroppo però è qualcosa che non ci aiuta a capire il mistero della sua lunghissima latitanza e il mistero di una cattura troppo perfetta
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro–tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà per quindici giorni l’interrogatorio tra Matteo Messina Denaro e i procuratori Maurizio de Lucia e Paolo Guido, dopo la cattura del latitante di Cosa nostra.
È trascorso meno di un mese dalla sua cattura e lui, Matteo Messina Denaro, si trova difronte ai procuratori palermitani Maurizio de Lucia e Paolo Guido. È il primo interrogatorio, il giorno è il 13 febbraio del 2023.
Racconta e si racconta, a suo modo naturalmente. Dalla passione per la “storia antica” ai rapporti con il padre Francesco, al quale non ha mai chiesto – sostiene lui – se fosse o meno uomo d'onore.
È un interrogatorio classico, domande secche e precise e risposte in perfetto stile mafioso. Basta leggerlo per immaginarsi in quel momento anche il volto del boss, latitante per trent'anni. Dice e non dice, nega ma sempre maliziosamente, mente sornione quando risponde ai magistrati che gli chiedono se avesse mai fatto estorsioni o ammazzato qualcuno. Un capolavoro di mafiosità. Del vecchio capo di Corleone, Bernardo Provenzano, per esempio svela di averlo conosciuto alla tivù.
Poi si spinge - sempre a modo suo - sulla vicenda di Svetonio e delle lettere ritrovate, parla della sua famiglia e dei tradimenti. Sembra un grande gioco delle parti in cui Messina Denaro vuole tenere la scena, ancora una volta vuole essere protagonista. Qualcuno, all'inizio, magari aveva sperato che Matteo iniziasse a parlare per davvero, che diventasse l'ultimo dei grandi pentiti. Nella tomba invece ha portato tutti i suoi segreti.
Da oggi e per una quindicina di giorni pubblichiamo sul Blog Mafie quello che il boss di Cosa Nostra ha voluto dire ai magistrati della procura della repubblica di Palermo.
È poco ed è tanto insieme, purtroppo però è qualcosa che non ci aiuta a capire il mistero della sua lunghissima latitanza e il mistero di una cattura troppo perfetta.
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