I russi premono nel Donbass e Zelensky dichiara che il 20 per cento dell’Ucraina è sotto il controllo di Mosca. Intanto Copenaghen ha scelto di integrare la propria difesa con l’Ue
La maggioranza della popolazione della Danimarca ha optato per eliminare la clausola di esclusione del paese sulla cooperazione europea nel settore della difesa. I risultati del referendum popolare sono arrivati nella tarda serata di mercoledì.
Le urne
Quella dei danesi favorevoli a una maggiore integrazione militare con l’Unione europea è stata una maggioranza schiacciante: più del 66 per cento ha votato “Sì”, contro il 33 per cento dei “No”.
La clausola di esclusione volontaria risaliva a 30 anni fa, quando Copenaghen ha bocciato il trattato di Maastricht, accordandosi con Bruxelles per poter astenersi dalla politica comune di difesa dell’Unione. Dopo l’annuncio dei risultati della consultazione di mercoledì, è arrivata subito la reazione entusiasta della premier socialdemocratica Mette Frederiksen: «La Danimarca ha inviato un segnale importante ai nostri alleati in Europa e nella Nato, ma anche al presidente Putin». La 44enne ha poi aggiunto: «Dimostriamo che quando Putin invade un paese libero e minaccia la stabilità in Europa, noi altri siamo uniti». Un messaggio simile a quello scritto su Twitter dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: «Accolgo con favore il forte messaggio di impegno per la nostra sicurezza comune inviato oggi dal popolo danese». Von der Leyen ha sottolineato che «l’esperienza della Danimarca in materia di difesa è molto apprezzata». Per questo «sono convinta che sia la Danimarca sia l’Unione europea trarranno vantaggio da questa decisione. Siamo più forti insieme».
Il referendum era stato richiesto da Frederiksen agli inizi di marzo, pochi giorni dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Oltre a una maggiore cooperazione con l’Ue, ora Copenaghen aumenterà anche il suo bilancio per la sicurezza, per raggiungere la quota del 2 per cento del Pil in spese militari entro il 2033, come richiesto dalla Nato.
Il conflitto
Intanto l’esercito russo avanza nel Donbass. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha dichiarato, durante il collegamento con il parlamento del Lussemburgo, che circa il 20 per cento del territorio ucraino è occupato dalla Russia.
Nel frattempo continuano i bombardamenti. Una donna è morta e un uomo è rimasto ferito dopo che le bombe hanno colpito anche una scuola nella città di Kharkiv, nell’est dell’Ucraina. Un raid ha colpito anche il monastero ortodosso, sotto l’ombrello del patriarcato di Mosca, della Santa Dormizione a Svyatogorsk, dove sono morti due monaci e una suora. Lo ha riferito Hilario, metropolita di Donetsk e Mariupol.
Il ministero degli Esteri di Kiev, con una nota, ha esortato il Cremlino a ritirare le sue navi dalle acque territoriali dell’Ucraina e a «fornire garanzie di sicurezza contro gli attacchi ai porti e ai convogli commerciali».
Il supporto
Il Regno Unito, tramite il segretario alla Difesa Ben Wallace, ha confermato che fornirà all’Ucraina sistemi missilistici M270 a lungo raggio. Per Ursula von der Leyen, la lotta degli ucraini per difendersi e per entrare nell’Ue è «di ispirazione per il resto del mondo».
© Riproduzione riservata