Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro–tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci della sentenza di primo grado che ha assolto l’ex Presidente del Consiglio Giulio Andreotti. La sentenza di secondo grado, confermata in Cassazione, ha accertato invece che – fino alla primavera del 1980 – Andreotti aveva avuto rapporti con i boss Cosa Nostra


Passando alla seconda parte delle rivelazioni di Francesco Marino Mannoia occorre evidenziare come il predetto, oltre ad essere stato destinatario delle confidenze di Stefano Bontate aventi ad oggetto il suo presunto incontro con Andreotti prima dell’omicidio di Piersanti Mattarella e proprio per fare intervenire l’uomo politico sull’allora Presidente della Regione al fine di fargli mutare condotta, afferma anche di essere stato successivamente testimone diretto di un secondo incontro dell’On.Andreotti con il Bontate.

Una prima considerazione si impone.

Questo secondo incontro, nella prospettazione del Marino Mannoia, e’ direttamente collegato, anche sotto il profilo della causale e della ricostruzione dell’intera vicenda, al primo incontro di Catania che, come si e’ visto, non e’ stato ritenuto dal Collegio adeguatamente riscontrato.

Ne consegue quindi che proprio l’omessa dimostrazione probatoria dell’incontro che precedette l’omicidio Mattarella, inficia la credibilita’ complessiva della ricostruzione dei fatti operata dal Marino Mannoia.

Questi, sempre nel corso della menzionata commissione rogatoria negli Stati Uniti del 3 aprile 1993, proseguendo il suo racconto, dopo avere riferito delle confidenze ricevute dal Bontate in merito all’incontro con Andreotti nella riserva di caccia a Catania nella primavera – estate del 1979, aggiungeva:

Alcuni mesi dopo l'omicidio del MATTARELLA, io mi recai con BONTATE Stefano e FEDERICO Salvatore in una villetta, intestata (almeno così mi sembra di ricordare) ad un INZERILLO zio di Salvatore. Questa villetta, il cui ingresso era chiuso da un cancello fatto di lamiera piena, si raggiungeva percorrendo la prima parte della via Pitrè, poco dopo aver superato l'incrocio con viale Regione Siciliana, ed imboccando una piccola traversa a sinistra. Questa traversa era costeggiata inizialmente da vecchie case, e poi proseguiva restringendosi in una strada allora di campagna costeggiata da muri. Ad un certo punto, sulla destra di questa stradina, vi era appunto la villetta di cui ho parlato. Era una villetta modesta, di piccole dimensioni, a quel tempo ancora in fase di ultimazione. Oltre il cancello della villetta, entrando sul lato sinistro, c'era una specie di grande pozzo, che però non era un vero pozzo, ma una recinzione di sicurezza, un rudimentale muretto oltre il quale si poteva benissimo vedere l'inizio di un cunicolo che forse era uno dei condotti dei Beati Paoli.

All'interno di questa villetta trovammo INZERILLO Salvatore, LA BARBERA Michelangelo, TERESI Girolamo e ALBANESE Giuseppe, cognato di BONTATE Giovanni. Non mi ricordo se vi fosse anche Santino INZERILLO.

Un'ora dopo circa l'arrivo mio, di Stefano BONTATE e Salvatore FEDERICO, sopraggiunse un'Alfa Romeo blindata di colore scuro, e con i vetri pure scuri. A bordo vi erano ambedue i cugini SALVO e l'onorevole Giulio ANDREOTTI. Questa vettura era dei SALVO, o comunque nella loro disponibilità, poiché più volte io avevo visto l'uno o l'altro dei due cugini adoperarla.

Secondo quanto appresi, l'onorevole ANDREOTTI proveniva da Trapani, nel cui aeroporto era giunto a bordo di un aereo privato affittato dai SALVO, o comunque per conto dei SALVO.

Io non assistetti al colloquio che si svolse tra le su indicate persone, poiché rimasi fuori in giardino con FEDERICO Salvatore, LA BARBERA Angelo e (se c'era) INZERILLO Santino. Sentii però chiaramente delle grida provenire dall'interno.

Quando l'incontro ebbe fine, ANDREOTTI andò via con i cugini SALVO a bordo della citata autovettura blindata, e gli altri rimanemmo nella villa. BONTATE, INZERILLO, ALBANESE e TERESI Girolamo rimasero ancora un po' a discutere tra loro appartati. Dopo che andammo via, lungo il tragitto, il BONTATE raccontò a me e al FEDERICO (eravamo tutti e tre a bordo di un'Alfetta del BONTATE, da questi stesso guidata) che ANDREOTTI era venuto per avere chiarimenti sull'omicidio di MATTARELLA.

Il BONTATE gli aveva risposto: "In Sicilia comandiamo noi, e se non volete cancellare completamente la D.C. dovete fare come diciamo noi. Altrimenti vi leviamo non solo i voti della Sicilia, ma anche quelli di Reggio Calabria e di tutta l'Italia meridionale. Potete contare soltanto sui voti del nord, dove votano tutti comunista, accettatevi questi".

Il BONTATE aggiunse che aveva diffidato l'onorevole ANDREOTTI dall'idea di adottare interventi o leggi speciali, poiché altrimenti si sarebbero verificati altri fatti gravissimi.

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Alla riunione della quale ho ora parlato prese parte anche Salvo LIMA. Egli si trovava già sul posto, con ALBANESE e Girolamo TERESI, quando io arrivai con BONTATE e FEDERICO.

Allontanatosi poi ANDREOTTI con i cugini SALVO, LIMA rimase ancora con BONTATE e gli altri sopra nominati a discutere appartato con loro. LIMA se ne andò poi insieme con ALBANESE e Girolamo TERESI.

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L'onorevole ANDREOTTI arrivò nella mattinata, potevano essere le 10, le 11. Non ricordo con esattezza. La riunione con lui durò al massimo tre quarti d'ora. Io ho visto personalmente l'onorevole ANDREOTTI in occasione di detto incontro nella villa. Eravamo dentro la villa ad aspettare proprio lui perché Stefano BONTATE aveva detto esplicitamente del suo arrivo.

Quando sentimmo il suono di clacson di un'auto ci precipitammo ad aprire il cancello.

L'auto entrò dentro e il cancello venne subito richiuso. L'auto si diresse verso la villa e si fermò più o meno al centro della proprietà. Lui, ANDREOTTI, è sceso, scrutandosi intorno, ed è subito entrato nella villa, come del resto lo invitavano a fare Stefano BONTATE e gli altri.

Poi ho rivisto l'onorevole ANDREOTTI quando, alla fine dell'incontro, è uscito dalla villa ed è risalito sull'auto.

Se non ricordo male era vestito di scuro. Non aveva cappotto o impermeabile anche perché eravamo in un periodo caldo. Ho visto solo il vestito.

Nel corso delle udienze del 4 e 5 novembre 1996 Francesco Marino Mannoia e’ tornato sull’argomento ed ha in sintesi riferito che:

− un paio di mesi dopo l’omicidio di Piersanti Mattarella, avvenuto a Palermo il 6 gennaio 1980, su incarico del Bontate egli era andato una mattina, unitamente a Salvatore Federico, a prelevarlo e aveva appreso che erano diretti nella villa di pertinenza di uno zio di Salvatore Inzerillo;

− il Bontate aveva loro comunicato durante il tragitto che in quella villa era atteso Giulio Andreotti e che essi avevano il compito di controllare che durante l’incontro con l’uomo politico nessuno accedesse alla villa;

− giunti sul posto avevano trovato Girolamo Teresi, Salvatore Inzerillo, Michelangelo La Barbera e forse Giuseppe Albanese e Santo Inzerillo (in un momento successivo il Marino Mannoia ha aggiunto anche l’on.Salvo Lima);

− dopo circa un’ora di attesa, verso le ore 10 o 11, aveva udito il clacson di una vettura e, aperto il cancello, egli aveva visto entrare l’Alfetta scura blindata dei Salvo con alla guida Antonino Salvo ed a fianco Ignazio Salvo, mentre sul sedile posteriore stava Giulio Andreotti;

− l’uomo politico era sceso dall’auto e si era subito diretto all’interno della villa seguito dai cugini Salvo, da Lima e da tutti gli altri presenti, ad eccezione di esso Marino Mannoia, del Federico e del La Barbera che erano rimasti di guardia a controllare il cancello;

− dall’esterno egli aveva udito le grida ed il tono alterato del Bontate

− al termine della riunione, durata circa tre quarti d’ora o un’ora, Andreotti ed i Salvo erano usciti dalla villetta e risaliti a bordo della vettura con cui erano giunti sul posto, si erano allontanati;

− poco dopo anch’egli, lasciando gli altri sul posto, era andato via con Federico e con Bontate il quale aveva loro riferito che Andreotti era “sceso” per avere chiarimenti sull’omicidio di Mattarella e che esso Bontate aveva replicato affermando che in Sicilia comandavano loro e che cosi’ la DC si doveva “regolare” se non voleva perdere i suoi voti nell’isola e in tutta l’Italia meridionale;

− il Bontate aveva anche aggiunto di avere diffidato l’on.Andreotti dall’adottare leggi speciali o provvedimenti di natura eccezionale;

− il Bontate aveva anche riferito che quel giorno Andreotti era arrivato a Trapani con un aereo “messo a disposizione” dai Salvo o nella loro “disponibilita’”;

− quanto all’epoca dell’episodio egli ricordava che “c’era quasi caldo” e che l’on.Andreotti nell’occasione non indossava ne’ un cappotto ne’ un soprabito

(udienza del 4 novembre 1996 pag.68):

P.M. SCARPIN.: senta, e sa che cosa accadde dopo l'omicidio?

MANNOIA F.: dopo l'omicidio dell'Onorevole MATTARELLA?

P.M. SCARPIN.: sì.

MANNOIA F.: dopo qualche mese, ricordo che sia passato un paio di mesi, un paio di mesi, un giorno STEFANO BONTADE, mi disse che doveva andarlo a trovare di mattina presto, perché io lo andavo a trovare quasi tutti i giorni, tranne, se non dovevo allontanarmi, se non c'erano motivi particolari, per... per i fatti miei. STEFANO mi disse: "vienimi a trovare domani mattina presto", io ci andai di buonora e siamo andati via con la sua macchina, un'ALFA ROMEO, io, lui e SALVATORE FEDERICO. E ci disse che dovevamo andare nella villetta di TOTO' INZERILLO che era di pertinenza di un suo zio, di un suo parente. Siamo andati in questa villetta, che si trova, salendo dal CORSO CALATAFINI, in VIA PITRE', se non ricordo male la via, attraversando sulla sinistra, un gruppetto di case, si accede a un... a una strada, strettoia, con... costeggiata da due muri di cinta, percorrendo questa strada, per un... circa cinque- seicento metri, adesso non ricordo la distanza precisa, sulla destra, vi era un grande portone a due ante, un portone tutto di lamiera, con due citofoni, io ero stato molto spe... in precedenza, spesse volte in questa villetta, in questa proprietà. All'interno vi era una villetta di, molto gradevole, in stile mediterraneo, con... quasi definita, si doveva definire solo qualcosa all'interno del giardino adiacente alla villetta, entrando sulla sinistra vi era, una specie di pozzo, ma comunque non era pozzo, era... era delineato da muri di protezione che erano muri... muretti naturali, di grosse dimensioni, e si intravedeva un cunicolo, che credo che questo cunicolo, credo di ricordare, che era un condo... una delle condutture dei BEATI PAOLI. Vi era uno spiazzo all'interno di questa... di questo terreno, sulla destra vi era questa villetta, e stavano... e si doveva definire ancora diciamo, qualcosa all'esterno, come il giardino...

P.M. SCARPIN.: STEFANO BONTADE durante il percorso in macchina, vi disse perché dovevate recarvi lì?

MANNOIA F.: sì, certamente, il BONTADE strada facendo, ci informò e anzi, ci disse espressamente così: "stiamo andando nella villa di TOTO' INZERILLO - dice - deve venire l'Onorevole ANDREOTTI e bisogna stare, dovete stare molto attenti al cancello, ed eventualmente, chiunque si presenti di altri uomini d'onore, dite di ritornare più tardi, perché non dovete fare entrare a nessuno. Quando noi siamo arrivati all'interno di questa villa, nello spiazzale, lì trovammo, MIMMO TERESI, SALVATORE INZERILLO, ANGELO LA BARBERA e se non ricordo male, GIUSEPPE ALBANESE e se non ricordo male, vi era SANTINO INZERILLO. Dopo ci siamo salutati...

P.M. SCARPIN.: c'erano soltanto uomini d'onore quando lei arrivò o c'era anche qualche altro?

MANNOIA F.: no, c'erano solo queste persone che ho detto. Dopo circa tre quarti d'ora, un'ora, noi stavamo attenti al cancello, e abbiamo sentito il clacson di un'autovettura, ci precipitammo ad aprire il portone io e SALVATORE FEDERICO. Abbiamo visto l'ALFETTA dei SALVO. Abbiamo aperto il cancello, un'ALFETTA scura con i vetri anch'essi scuri. Abbiamo aperto il cancello e subito dopo che la macchina è entrata l'abbiamo richiuso questo cancello. La macchina proseguì lungo questo viale, fermandosi nelle vicinanze della casetta, e potrei descrivere, diciamo, la situazione perché ce l'ho viva, davanti a me, quindi non ho nessun'ombra di dubbio nel ricordare.

Il... la macchina era guidata da NINO SALVO, sulla destra era seduto IGNAZIO SALVO, sul sedile di dietro, dietro a IGNAZIO SALVO vi era seduto l'Onorevole ANDREOTTI. L'Onorevole ANDREOTTI scese dalla macchina, non so se mi permette, si scrutò un po' intorno a guardare questo gruppetto anche di persone che erano sparse di là, fra cui eravamo noi attenti al cancello, e lo invitarono ad entrare dentro questa villetta. Io ricordo, che era vestito di scuro, eravamo in un periodo che non c'era freddo, c'era quasi caldo, e non ricordo che avesse né cappotto, né soprabito. Loro, loro sono rimasti all'interno, all'interno della villetta, mentre io, ANGELO... SALVATORE FEDERICO e ANGELO LA BARBERA siamo rimasti fuori, appunto, a stare attenti al cancello, se arrivasse qualche uomo d'onore, perché era probabile che qualcuno potesse arrivare e quindi dovevamo mandarlo via. Durante questa... questa attesa, sentimmo chiaramente la voce alterata, diciamo, grida quasi, di STEFANO BONTADE, che non era nel suo stile, nel suo... nel suo modo di dare, abbiamo sentito queste grida dal BONTADE. La riunione durò circa tre quarti d'ora, adesso potrei sbagliarmi, tre quarti d'ora, un'ora massimo e uscirono nuovamente, il Senatore ANDREOTTI insieme agli altri e risalirono nella macchina, i cugini SALVO e l'Onorevole ANDREOTTI. Fecero un paio di manovre, misero la macchina al fronte avanti, per uscire dal cancello, e quindi noi abbiamo richiuso il cancello. Noi siamo rimasti per... per un po' di tempo, diciamo, in compagnia degli altri e poi abbiamo salutato e ce ne siamo andati.

P.M. SCARPIN.: ecco, ritorniamo sulle persone che erano presenti. Vuole focalizzare meglio la sua memoria e verificare se ha dimenticato qualcuno?

MANNOIA F.: quando siamo arrivati sul posto vi era: SALVATORE INZERILLO, ANGELO LA BARBERA, vi era GIUSEPPE ALBANESE, SALVO LIMA e GIROLAMO TERESI.

P.M. SCARPIN.: SALVO LIMA l'Onorevole SALVO LIMA?

MANNOIA F.: l'Onorevole SALVO LIMA.

P.M. SCARPIN.: poco fa, lei questo nome non l'aveva fatto, ecco perché io sono ritornato.

MANNOIA F.: mi scusi, era scontato come... nel mio... nella mia mente, è come se l'avessi fatto.

P.M. SCARPIN.: ecco, quando andate via, ricorda come siete andati via? Tutti insieme, separatamente?

MANNOIA F.: no, noi siamo andati via per come eravamo venuti, io STEFANO e SALVATORE FEDERICO. Sia il GIROLAMO TERESI, sia il PEPPINO ALBANESE. Scusate se una volta lo chiamo PINO, una volta lo chiamo GIUSEPPE, ma eravamo in rapporti molto intimi, lo chiamavo, lo chiamavo PINUZZO ALBANESE. GIUSEPPE ALBANESE e l'Onorevole SALVO LIMA andarono insieme. Rimasero lì nella... nella villetta, nella proprietà, e SALVATORE INZERILLO, ANGELO LA BARBERA e se non ricordo male, SANTINO INZERILLO.

P.M. SCARPIN.: e cosa accadde a quel punto? Andaste via e BONTADE vi raccontò...

MANNOIA F.: sì.

P.M. SCARPIN.: ...cos'era successo?

MANNOIA F.: durante il tragitto BONTADE che era un po' alterato, riferendo l'animata discussione e dicendo che il Senatore era sceso per avere chiarimenti sulla morte, appunto, dell'Onorevole... PIERSANTI MATTARELLA, BONTADE adirato gli disse che: "in SICILIA comandiamo noi, e se non volete cancellare completamente la D.C. dalla SICILIA, dalla CALABRIA e dall'ITALIA MERIDIONALE, vi potete accontentare solo dei voti del NORD che sono la maggior parte comunista, quindi, sappiatevi regolare, comandiamo noi". E BONTADE disse anche, in una maniera abbastanza alterata che aveva detto all'Onorevole ANDREOTTI di non fare... di non fare, diciamo, modo di... di nessunissima cosa per quanto riguarda l'eventualità di qualche situazione di legge speciale od altro.

P.M. SCARPIN.: senta, lei sa come ANDREOTTI venne in SICILIA? Con quale mezzo?

MANNOIA F.: io so che è venuto attraverso TRAPANI con un aereo messo a disposizione... nella disponibilità dei cugini SALVO.

P.M. SCARPIN.: attraverso TRAPANI cosa vuol dire? L'aeroporto di TRAPANI?

MANNOIA F.: sì, attraverso l'aeroporto di TRAPANI.

P.M. SCARPIN.: e chi glielo disse questo?

MANNOIA F.: me lo disse STEFANO BONTADE. Loro sono arrivati, voglio precisare anche questo, sono arrivati di mattina, potevano essere le dieci, le undici quando è venuto, proprio quando sono arrivati al... nel posto in cui, appunto, eravamo noi ad aspettare.

P.M. SCARPIN.: ed andarono via lei ha detto, circa tre quarti d'ora, un'ora dopo?

MANNOIA F.: sì.

P.M. SCARPIN.: quando lei dice "un aereo nella disponibilità dei SALVO", cosa vuole dire un aereo di proprietà dei SALVO? Affittato dai SALVO, per conto dei SALVO...

MANNOIA F.: io non ricordo se era affittato o comunque nelle pertinenze che era stato favorito ai SALVO.

P.M. SCARPIN.: uhm. Senta, ricorda il... vuole descrivere ancora meglio la macchina a bordo della quale vennero, arrivarono i cugini SALVO ed ANDREOTTI?

MANNOIA F.: sì, era una macchina scura, io non ricordo adesso il modello esatto della macchina. O un'ALFETTA o un'ALFA 6. Era una macchina scura...

P.M. SCARPIN.: ALFA?

MANNOIA F.: o un'ALFETTA o un'ALFA 6. Comunque la stessa macchina, la stessa macchina che io in precedenza avevo visto diverse volte da MAGLIOCCO, da STEFANO, con i vetri scuri.

P.M. SCARPIN.: il colore se lo ricorda?

MANNOIA F.: il colore era, certamente, scuro, blu scuro.

P.M. SCARPIN.: blu scuro.

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