Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro–tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci della sentenza di primo grado che ha assolto l’ex Presidente del Consiglio Giulio Andreotti. La sentenza di secondo grado, confermata in Cassazione, ha accertato invece che – fino alla primavera del 1980 – Andreotti aveva avuto rapporti con i boss Cosa Nostra


Nel corso del controesame la difesa dell’imputato ha chiesto al Marino Mannoia di chiarire le ragioni per le quali egli nel corso delle indagini nel 1993, quando il ricordo della conversazione del 1979 con Bontate avrebbe dovuto essere più nitido in quanto più recente, non avesse affatto rammentato e precisato che la riserva di caccia si apparteneva ai Costanzo di Catania e si trovava proprio in quella zona, mentre ciò era riuscito invece a ricordare dopo altri tre anni e mezzo (udienza del 5 novembre 1996 pag.99):

Avv. Coppi: d’accordo, d’accordo. Lei ha già detto che questo incontro sarebbe avvenuto in una tenuta di caccia, d’accordo?

Mannoia F.: sì.

Avv. Coppi: ci sa indicare la località precisa, con le coordinate geografiche, di questa tenuta di caccia? Ce la vuole indicare con la stessa precisione della famosa villetta, in modo da consentire anche a noi un sopralluogo in questa tenuta di caccia?

Mannoia F.: io, precisa e coordinata, non posso, diciamo, esaudire il suo pensiero, perché ho detto che tante volte Bontade mi ha invitato ad andare in quella tenuta di caccia, ho detto anche che non ci sono andato perché non sono appassionato di caccia, e... la riserva è quella dei Costanzo, che si trova nel catanese, ma io non so l’ubicazione esatta, se è a Catena Nuova, se si trova in un’altra zona del catanese, io questo non lo so indicare perché non ci sono mai andato. ...

............

Avv. Coppi: mi sa indicare almeno la parte della SICILIA dove si trovava questa tenuta e mi sa soprattutto dire perché se lo ricorda adesso e non lo ha precisato quando è stato sentito per la prima volta su questo punto? Come mai la sua memoria si risveglia solo adesso ed è in grado di dire che si trattava della tenuta dei Costanzo e in zona di Catania, mentre queste cose, se non erro, e chiedo scusa di sbagliare, peraltro lei non le ha dette il 3 aprile del ‘93, quando ha deciso di rivelare quanto sapeva sugli incontri tra Bontade ed Andreotti? Come mai questo rigurgito di memoria soltanto adesso?

Presidente: ha capito la domanda?

Mannoia F.: sì, capito, anche se è molto lunghissima l’articolazione.

Avv. Coppi: e allora?

Mannoia F.: io quando feci già la dichiarazione che il Bontade si riunì in una riserva di caccia, in quale in precedenza lui si era recato altre volte insieme, diciamo, a Calderone ed altri, già è quasi scritta la riserva dei Costanzo. Se mi sono ricordato successivamente dopo, perché Stefano mi si... e era la stessa riserva quale Stefano mi aveva invitato a me, è una riserva di caccia dei Costanzo nel catanese, ma io non ci sono mai andato. Ma è quasi scritto il nome...

Avv. Coppi: mi consenta!

Mannoia F.: ...della riserva.

Avv. Coppi: mi consenta. Ma se per lei è così ovvio che facendo i nomi di Salvo, Calderone e Pizzuto, si intende necessariamente che la tenuta...

Mannoia F.: che la stessa riserva in...

Avv. Coppi: ...che la tenuta è quella di Costanzo, perché questa deduzione così ovvia non l’ha fatta allora? Quando le hanno chiesto dove si trovava questa tenuta. Perché lei risponde in questi termini, se il Presidente mi consente la precisazione, volta a sollecitare la sua memoria: "l’incontro avvenne in una riserva di caccia, sita in una località della SICILIA che non ricordo".

Presidente: “che non ricordo”, sì.

Avv. Coppi: bastava dire: in una tenuta di caccia dei Costanzo, in zona di Catania. E l’avremmo trovata...

............

Presidente: insomma la prima volta lei non ha detto che si trovava nel catanese. Questa è la contestazione...

Avv. Coppi: e che non era dei Costanzo.

Presidente: ...e che era dei Costanzo.

Mannoia F.: sì, in quel m... in quel momento quella è la dichiarazione...

Presidente: eh!

Mannoia F.: ...che alla luce di ora, con questa aggiunta, non c’è tanto di modifica...

Avv. Coppi: va bè.

Mannoia F.: ...perché è palesemente chiaro, la riserva dove si... andava con Giuseppe Calderone e con Gigino Pizzuto e questo e quell’altro, è la riserva dei Costanzo.

Avv. Coppi: era tanto chiaro che, finché non ce l’ha detto lei, nessuno l’ha capito. Quindi...

Mannoia F.: e va bè, Av...

Avv. Coppi: ...io chiedo anche su questo punto l’allegazione del verbale...

Mannoia F.: e va bè, Avvocato.

Avv. Coppi: ...Signor Presidente, per l’evidente contrasto che vi è.

Mannoia F.: per me è normale.

............

Avv. Coppi: io sa... sulla base delle dichiarazioni che lei ha reso, le volevo chiedere se questa tenuta era vicina o lontana a Palermo, visto che lei non ricordava nulla. Adesso diciamo che questa tenuta si trova in zona Catania, d’accordo?

Mannoia F.: sì.

Avv. Coppi: si trova in zona Catania. Le disse Bontade se questo incontro avvenne a cielo aperto o se vi era un posto dove sedersi, parlare, discutere col Senatore Andreotti?

Mannoia F.: no, non mi ha...

Avv. Coppi: non glielo ha detto.

Mannoia F.: ...detto di questi particolari.

............

Avv. Coppi: benissimo, d’accordo. Oh, le ha mai descritto questa tenuta di caccia in particolare? In modo tale che lei possa adesso...

Presidente: questa del catanese, ecco.

Mannoia F.: no...

Avv. Coppi: in modo che adesso lei possa a noi dire più o meno questa tenuta?

Mannoia F.: no, non siamo scesi in particolari.

............

Avv. Coppi: no, ma con riferimento a questa tenuta, le ha mai descritto, al di fuori del colloquio...

Mannoia F.: no.

Avv. Coppi: ...con Andre... relativo ad Andreotti, le hai descritto questa tenuta, invitandolo ad andare a caccia in questa tenuta?

Mannoia F.: no, non siamo scesi...

Avv. Coppi: quindi lei non è...

Mannoia F.: ...in particolari.

Avv. Coppi: d’acco... Quindi lei comunque non sarebbe in grado neppure oggi di darci, attraverso le parole di Bontade, una descrizione di questa tenuta. Siamo d’accordo?

Mannoia F.: no, non sarei in grado neanche di andarci.

Avv. Coppi: d’accordo, neanche di andarci. Benissimo. Bontade le disse se in occasione di questo incontro, venne organizzata una battuta di caccia in onore del Senatore Andreotti? Se il Senatore Andreotti si trattenne a pranzo o a cena, se ha dormito nella tenuta di caccia, se c’era un posto dove dormire? Le ha detto niente?

Mannoia F.: no, si limitò solo a dirmi la natura della riunione e basta.

È di tutta evidenza che l’affermazione di Francesco Marino Mannoia secondo cui le indicazioni sulla tenuta di caccia fatte al Pm il 3 aprile 1993 sarebbero state già sufficienti a far capire che egli parlava della tenuta di caccia dei Costanzo sita nel catanese, risultano tutt’altro che convincenti, anche tenendo conto della singolare espressione utilizzata dal collaborante (“Andreotti scese a Palermo, e si incontrò...”) che inequivocamente lasciava pensare ad un arrivo e ad un incontro dell’imputato nel capoluogo siciliano piuttosto che a Catania. Risultano peraltro assai poco comprensibili le giustificazioni offerte sul punto dal collaborante al dibattimento nel tentativo di spiegare l’espressione utilizzata dinanzi al Pm (“Andreotti scese a Palermo”), rispetto alla palese correzione operata al dibattimento con l’indicazione di un incontro verificatosi invece a Catania:

Riunita la commissione, diciamo, decisero di, diciamo, si decise di far venire il Senatore Andreotti a Palermo. Quando io dico a Palermo, intendo in SICILIA.

Del resto lo stesso Pm non era affatto riuscito a individuare, neppure approssimativamente, la zona in cui era ubicata la riserva di caccia di cui aveva parlato Francesco Marino Mannoia e prova ne è il fatto che all’inizio del dibattimento, e dunque prima della essenziale precisazione del collaborante, era stata acquisita e prodotta la documentazione relativa a tutte le riserve di caccia esistenti in Sicilia (cfr. Doc. n.93 della produzione del Pm costituito dalle note provenienti dai Comitati Provinciali della Caccia di Palermo, Agrigento, Caltanissetta, Trapani, Enna, Catania, Ragusa, Siracusa e Messina, relative alle riserve di caccia operanti nelle rispettive province).

Nè l’accenno fatto dal Marino Mannoia al Pm alla circostanza che in questa riserva di caccia altre volte si erano recati il Bontate, i cugini Salvo, Gigino Pizzuto e Giuseppe Calderone, contrariamente a quanto egli afferma al dibattimento, risultava sufficiente ed idoneo a far capire che la riserva di che trattasi era proprio quella dei Costanzo che si trovava nel catanese.

Giova infatti a tal riguardo rilevare che lo stesso Gaspare Mutolo ha citato al dibattimento varie riserve di caccia dove Stefano Bontate ed altri noti esponenti mafiosi, sia palermitani, che catanesi (come Michele Greco e Nitto Santapaola), erano soliti andare, come ad esempio la tenuta del Principe Vanni di San Vincenzo (in territorio di Alia: cfr. sentenza del cd. maxiprocesso bis in produzione del Pm), o quella di Farinella o la riserva di Antonino Ferro nella zona di Caltanissetta […]. Occorre evidenziare che la riserva del Farinella, cui ha accennato il Mutolo, dovrebbe essere quella di Giuseppe Farinella sita a Pastonello, tra Ganci e San Mauro Castelverde, ove anche Angelo Siino ha dichiarato di essersi recato a caccia proprio con Stefano Bontate.

Anche Antonino Calderone, ovvero il fratello di quel Giuseppe Calderone che Marino Mannoia ha menzionato tra gli accompagnatori di Bontate che erano stati con lui nella riserva di caccia della quale non ricordava la localizzazione, ha fornito indicazioni utili sul punto evidenziando come il Bontate frequentasse, oltre a “La Scia”, anche altre riserve di caccia, alcune in compagnia proprio del citato fratello del collaboratore […]. Altre riserve di caccia frequentate dal Bontate sono state indicate, come già accennato, anche da Angelo Siino e precisamente una ubicata nei pressi di Caltagirone (di Alfio e Cirino Longo) ed un’altra a Mappa vicino Mussomeli (udienza del 17 dicembre 1997 pag.109): […].

A fronte della pluralità di riserve di caccia frequentate dal Bontate, dal Calderone e da altri esponenti di Cosa Nostra, si comprende dunque come la dichiarazione del Marino Mannoia fosse stata tutt’altro che chiara.

Né il collaborante è stato in condizione di spiegare in maniera apprezzabile per quale ragione, dato che tutto era già, a suo dire, “palesemente chiaro” e “normale” (“già è quasi scritta la riserva dei Costanzo”), egli non avesse detto subito, direttamente ed esplicitamente, quanto avrebbe poi rivelato solo tre anni e mezzo dopo al dibattimento.

Anche i riferimenti temporali forniti dal collaborante in ordine all’epoca in cui era avvenuto tale incontro sono stati sempre caratterizzati, come si è detto, da estrema genericità ed approssimazione, avendo il Marino Mannoia parlato soltanto di primavera-estate del 1979, dopo l’omicidio di Michele Reina (commesso il 9 marzo 1979) e dunque di un periodo esteso ben sei mesi (da marzo a settembre).

Orbene, deve sottolinearsi che non si è riusciti neppure ad individuare almeno il mese o i due-tre mesi nei quali circoscrivere la ricerca, atteso che il Marino Mannoia non ha mai fornito sul punto alcuna minima indicazione, come del resto avverrà anche a proposito del secondo incontro cui partecipò personalmente.

Il collaborante infatti, con riferimento a tale secondo incontro ed alla genericità delle sue indicazioni di natura temporale, seppure per la prima ed unica volta ammesso ad un incontro con uno dei più noti ed importanti uomini politici del paese, non ha tuttavia mantenuto il minimo ricordo neppure del mese in cui ciò avvenne.

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