- I fascisti collegavano la violenza e la morte, nella politica e nonostante la politica, a un radicale rinnovamento dell’io radicato nel mito. L’invincibile trinità di capo, popolo e nazione non richiede una spiegazione che si aggiunga alla mera e costante asserzione della sua esistenza nel contesto politico del progetto fascista.
- È un mito che si sostituisce alla teoria come pratica di dedizione individuale e di violenza collettiva. Per i fascisti, l’eroe repressivo e violento rappresenta la vera storia del mito.
- Il mito è funzionale alla conferma di una storicizzazione con connotazioni teologiche, talvolta metastoriche. In questo senso, Schmitt sembra proporre l’idea dell’incarnazione del mito nel sovrano. Ma non era il solo a farlo. Nel fascismo i miti non erano metafore né simboli, proprio perché erano «incarnazioni».


11 settembre 2022 • 18:00
Rome - The ratio of officers to Centocelle