Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci della sentenza della Corte d'Assise di Milano che ha condannato all'ergastolo Michele Sindona per l'omicidio dell'avvocato Giorgio Ambrosoli


Lo condannano all'ergastolo il 18 marzo del 1986. Quattro giorni dopo è morto, avvelenato dal cianuro ingerito con il caffè nel supercarcere di Voghera.
E con questo tragico epilogo mai chiarito del tutto – omicidio o suicidio – si chiude l'epopea di Michele Sindona, prima banchiere amico dei potenti e poi bancarottiere fraudolento amico dei mafiosi, condannato negli Stati Uniti e ricercato in Italia.

Soprattutto mandante dell'omicidio dell'avvocato milanese Giorgio Ambrosoli, fedele servitore dello Stato che non aveva ceduto a pressioni e minacce per portare a termine il suo lavoro: scoprire le trrame bancarie di don Michele.
Lo uccise un sicario siculo-americano, William J. Arricò, la sera dell'11 luglio 1979.

Intanto gli amici di Sindona - nato a Patti in provincia di Messina ed emigrato a Milano dove è diventato famoso - proveranno più volte a salvarlo dai procedimenti giudiziari e dalle condanne.

Ci aveva pensato per primo il sette volte Presidente del consiglio Giulio Andreotti a incoronare Sindona “salvatore della lira”, quando ancora il crack finanziario che aveva travolto le sue banche non era esploso. Poi, quando fu messo sotto accusa negli Stati Uniti, si mobilitarono per lui personalità come Carmelo Spagnuolo, il procuratore generale della Corte d'Appello di Roma. E ancora Giulio Andreotti, subito dopo anche Licio Gelli, il venerabile maestro della P2. Tutti chiesero in pratica alle autorità americane di non consegnare Sindona allo Stato italiano perché “perseguitato” a causa delle sue posizioni politiche: era ”un fervente anticomunista”.

E infine il suo finto rapimento in Sicilia, in combutta con gli amici degli amici, i boss di Cosa Nostra che a Sindona avevano affidato i loro risparmi, volatilizzati nel nulla. Gli stavano chiedendo il conto.

Da oggi, sul Blog Mafie pubblichiamo alcuni stralci della sentenza della Corte d'Assise di Milano che ha condannato all'ergastolo Michele Sindona per l'omicidio dell'avvocato Giorgio Ambrosoli.

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