Intervista al procuratore di Salerno, Giuseppe Borrelli, ospite al festival di Trame
'Ndrangheta e Camorra: un impero sul Mediterraneo
Anni di indagine dimostrano come all’interno del Mediterraneo avvengano numerosissimi traffici illeciti che non sono più soltanto di sostanze stupefacenti ma che riguardano anche i rifiuti e altro ancora. Diciamo i paesi del bacino del Mediterraneo e non mi riferisco solamente ai paesi dell’Africa, ma anche per esempio a paesi dell’UE, in particolare paesi dell’est Europa che sono diventati destinatari di rifiuti smaltiti illecitamente che vengono spediti attraverso porti italiani e abbiamo continue restituzioni di container quando vengono individuati. Poi evidentemente il Mediterraneo è un bacino che contiene rotte che riguardano il traffico di stupefacenti sia dalla Spagna com’è noto, sia dal Marocco. Recentemente proprio nel porto di Salerno è stato effettuato un sequestro straordinario di circa 17 tonnellate di captagon, che una droga, un’anfetamina destinata prevalentemente ai mercati mediorientali che è definita come la droga del combattente, nel senso che determina appunto una sensazione di euforia che, come dire, facilita l’impiego di uomini in battaglia, diciamo così. Quindi sicuramente il Mediterraneo è un mare in cui si verificano varie rotte di traffici illeciti e c’è un problema ovviamente, voglio dire, di controllo dei porti. Controllo dei porti, alcuni dei quali sono notoriamente adibiti a questo genere di traffici. Mi riferisco in particolare non so al porto di Gioia Tauro, che insomma in qualche maniera è famoso per i suoi rinvenimenti di sostanze stupefacenti ma vi sono vari altri porti nazionali dove praticamente sono avvenuti sequestri di grossi quantitativi di stupefacenti in particolare mi riferisco al porto di Civitavecchia, lo stesso porto di Salerno. Nell’ultimo anno al porto di Salerno per esempio dove manca uno scanner che consenta l’ispezione dei container, è stata rinvenuta una tonnellata di cocaina, quindi questo è uno dei porti che vengono maggiormente utilizzati proprio per questo genere di traffici.
Non solo droga e rifiuti, però, nel nostro mare
Ovviamente droga e rifiuti non esauriscono i traffici illeciti che passano per il Mediterraneo, mi riferisco in particolare alle armi. Vi è una copiosa letteratura che evidenzia come all’interno di questi container spesso vengano veicolati armi e sono tutti quanti traffici che vengono gestiti in particolare dalla Ndrangheta e anche da numerose organizzazioni napoletane che più che camorristiche sono delle organizzazioni, come dire, autonome fiancheggiatrici delle organizzazioni camorristiche.
Io ricordo, per esempio, che all’inizio degli anni 2000 con la procura di Napoli dove io all’epoca lavoravo, documentammo per esempio da parte dei Nuvoletta che erano dei grossi importatori di hashish dal Marocco e dalla Spagna, documentammo come i Nuvoletta in realtà si disinteressassero completamente di tutte le attività organizzative del trasporto di questa sostanza stupefacente limitandosi unicamente a raccogliere il denaro attraverso il sistema che noi definimmo all’epoca delle “puntate”: questi praticamente aprivano dei veri e propri punti di raccolta del denaro dove si presentavano tutte le organizzazioni criminali, versavano una certa somma di denaro, si faceva un totale e il carico veniva ripartito in percentuale del valore della puntata sul totale della somma raccolta. Non so se rendo l’idea. Questo è abbastanza tipico, salvo alcune organizzazioni camorristiche che hanno diretti contatti con i broker soprattutto del sud America, e mi riferisco in particolare, non so agli Amato Pagano, che avevano dei legami con Imperiale, che stava in Kuwait, ecc. ecc., però in generale le organizzazioni camorristiche si affidano a dei broker che operano autonomamente, in questo settore.
Rispetto agli anni Duemila com’è cambiato il modus operandi che lei ha appena delineato
Allora a Napoli ha assunto una figura centrale, un ruolo importantissimo Raffaele Imperiale che è stato recentemente arrestato e che era un soggetto strettamente legato al clan camorristico napoletano degli Amato Pagano. Quindi questo gruppo criminale in particolare era un po’ eccentrico rispetto ad altri gruppi criminali camorristici perché gestiva in proprio quelli che erano i contatti con i produttori. Sono stato in Calabria fino al 2014 e la situazione era pressoché analoga: il sistema più adoperato era quello di appoggiarsi a organizzazioni di broker che sostanzialmente curano in autonomia l’importazione della droga. L’organizzazione mafiosa può, ad esempio, voler evitare che altri operatori nel settore abbiano a muoversi su un determinato territorio, per esempio importando droga a favore di altri gruppi criminali, perché è chiaro che poi una volta arrivata la droga nel territorio, la commercializzazione della sostanza stupefacente avviene in qualche maniera sotto il controllo dell’organizzazione criminale mafiosa. Però anche in questo, guardi, c’è una novità rispetto ad anni precedenti. Mentre negli anni 90 e agli inizi degli anni 2000 molte organizzazioni napoletane una volta arrivata la droga, gestivano poi anche lo spaccio di stupefacenti direttamente, oggi l’alternativa è quella tra l’imporre l’acquisto dello stupefacente dall’organizzazione ovvero consentire comunque l’acquisto dello stupefacente anche da altre organizzazioni attraverso il prelevamento di una tangente sulla cosiddetta “piazza di spaccio”. Per esempio, in provincia di Napoli, le organizzazioni camorristiche molto spesso non pretendono di gestire autonomamente in regime di monopolio neanche la sezione della droga ai titolari delle piazze di spaccio, ma consentono ai titolari delle piazze di spaccio di rifornirsi anche da altri purchè paghino però in alternativa una tangente all’organizzazione criminale.
Di quali strumenti ci si dovrebbe dotare per intercettare in maniera più efficace questi traffici?
Guardi, innanzitutto c’è un problema tecnologico. Perché evidentemente la presenza di uno scanner o meno all’interno di in un posto non è una cosa secondaria. Per esempio anche la vigilanza dei porti, che è rimessa molto spesso praticamente alle autorità portuali che non hanno degli obblighi codificati per legge. Trovare 200 chili di cocaina all’interno di un container non è una cosa semplicissima perché quei 200 chili rappresentano una porzione minima della merce che viene stipata all’interno del container, ed è oggettivamente impossibile prevedere che organi di polizia o organi doganali procedano all’ispezione accurata di tutti i container che vengono sbarcati dalle navi, perché questo presupporrebbe lo svuotamento dei container. Quindi, l'utilizzo di uno scanner di ultima generazione è un elemento essenziale per contrastare il traffico e per contrastare gli sbarchi di stupefacenti. A Salerno esiste pure uno scanner ma è uno scanner che risale all’età della pietra che non serve a praticamente a niente, diciamo così.
Per quanto riguarda le attività di intercettazione, allora, in realtà i reati di traffico di rifiuti e di organizzazione finalizzata al traffico di stupefacenti sono reati associativi quindi hanno una disciplina in materia di intercettazione molto ampia che consente le intercettazioni e così via. Ma in questo momento il problema è che oggi come oggi le comunicazioni in questo settore avvengono tutte quante attraverso piattaforme criptate. Mi riferisco a piattaforme tipo Sky ECC e altre di questo genere. In Italia abbiamo potuto beneficiare di una serie di attività investigative (con una serie di problemi giuridici non indifferenti) che sono state svolte da altri paesi, mi riferisco in particolare alla Francia, le cui polizie sono riuscite a bucare queste piattaforme acquisendo i dati e mettendoli poi a disposizione di tutte le autorità giudiziarie europee. Evidentemente, per esempio, in Italia manca una attività investigativa di carattere tecnico che non può che essere affidata evidentemente alla polizia giudiziaria, attività investigativa di carattere tecnico finalizzata proprio a lavorare su queste piattaforme, cioè a bucare le piattaforme e ad acquisire i dati che vi sono contenuti. Perché poi queste piattaforme sostanzialmente proliferano con algoritmi di criptazione che sostanzialmente vengono diversificati di volta in volta per cui ovviamente una volta che uno ha bucato Sky ECC non la usano più, ne usano un’altra, c’è un diverso algoritmo e si pongono gli stessi problemi.
Comunque molte attività investigative, hanno dimostrato che le organizzazioni di narcotrafficanti oggi comunicano esclusivamente avvalendosi di queste piattaforme criptate. Questa secondo me è una lacuna investigativa forte perché sostanzialmente noi non abbiamo proprio apparati investigativi tecnici che abbiano le competenze e anche in qualche maniera le possibilità giuridiche di operare in questo settore.
Un ultimo commento sul traffico dei rifiuti: perché c’è una percezione di gravità minore di questo reato che ha una produzione di nocività anche per il resto della società peggiore rispetto ad altri
Guardi, in realtà, la percezione minore è la dimostrazione dell’inclinazione della società allo sfruttamento di chi è più debole, non so se mi spiego. Perché se riflettiamo un attimo sui luoghi che sono stati flagellati da questo fenomeno ce ne possiamo rendere conto in maniera assolutamente facile. Negli anni 80 e negli anni 90 il luogo di sversamento dei rifiuti è stato la Campania e in particolare la provincia di Caserta, che era una porzione sostanzialmente abbandonata dallo Stato, anche dal punto di vista sociale. Oggi i luoghi di smaltimento di questi rifiuti illeciti sono sostanzialmente paesi del bacino del Mediterraneo che sono normalmente collocati o nel nord Africa oppure in paesi europei che vengono considerati economicamente più deboli e quindi, come dire, in cui ci sono persone che sono inclini ad accettare la possibilità di inquinare il loro territorio anche rovinandolo. Io penso che la percezione sia frutto di un sentimento culturale molto legato in qualche maniera, al capitalismo selvaggio: il più forte prevale sul più debole, prevale sul più debole nello svolgimento di attività lecite anche laddove la prevalenza asserisce in qualche maniera allo svolgimento di attività illecite. Questo purtroppo in questo momento è il sentimento fondamentale che permea la nostra società.
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