L'Italia che dimentica Giulio Regeni e Patrick Zaki facendo affari con l'Egitto e sempre l'Italia che assieme all'Onu e alla Colombia fa calare il silenzio su Mario Paciolla. Ma questo giornale non dimentica «i ragazzi che non tornano» come li chiama la mamma di Mario, «la meglio gioventù»
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Di fronte alle alte cariche dell’esercito egiziano, ai ministri e ai generali stranieri, al Sisi ha inaugurato il 29 novembre la seconda edizione della fiera militare del Cairo. Sui cartelloni pubblicitari della fiera compare in bella vista il nome di Fincantieri, azienda italiana partecipata al 76 per cento dallo stato attraverso Cassa depositi e prestiti. Fincantieri e Mbda sono tra gli sponsor dell’expo della difesa organizzata dall’autocrate egiziano al Sisi. «È tutto alla luce del sole», dicono dalla partecipata della Cassa depositi e prestiti, senza rivelare le cifre.
Dimenticati Zaki e Regeni, l’Italia ora celebra il dittatore al Sisi, scrive in prima pagina Youssef Hassan Holgado.
Mentre sempre in questa edizione io vi racconto di un altro dimenticato, ingiustamente. Ed è Mario Paciolla, il 33enne trovato morto in Colombia dove si trovava per la missione di pace dell’Onu. L’Onu che dovrebbe difendere i diritti umani non ha garantito a mio figlio il diritto alla vita, è il j’accuse della madre di Mario. Mentre intanto alcuni deputati criticano Di Maio per i rapporti fin troppo cordiali con il governo colombiano.
Cosa lega queste due storie? Lo lascio dire ad Anna Motta, la mamma di Mario Paciolla. «Mio figlio, come Giulio Regeni, è la meglio gioventù. Nessuno potrà restituirmelo ma voglio verità in nome di tutti i ragazzi che partono per migliorare il mondo e che non tornano».
Da quando è nato, questo giornale sta dalla parte della verità, per Giulio Regeni e per Mario Paciolla. E per la liberazione di Patrick Zaki ancora dentro un carcere d’Egitto.
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