Mio padre spiegò che le ragioni dell’opposizione ai missili erano basate sull’assoluta contrarietà alla “trasformazione della Sicilia in un avamposto di guerra in un mare Mediterraneo già profondamente segnato da pericolose tensioni e conflitti. Noi dobbiamo rifiutare questo destino e contrapporvi l’obiettivo di fare del Mediterraneo un mare di pace”...
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà parte del libro Sulle ginocchia, edito da Melampo, riguardo la storia di Pio La Torre scritta dal figlio Franco
Il 4 aprile mio padre organizzò una nuova manifestazione per la pace a Comiso, cui parteciparono oltre 80.000 manifestanti.
La marcia si concluse con il concerto del gruppo cileno “Inti-Illimani”.
Il 6 aprile una delegazione pacifista internazionale effettuò un sit-in silenzioso di fronte l’aeroporto “Magliocco” di Comiso contro il ventilato inizio dei lavori di realizzazione della base.
Vi parteciparono, tra gli altri, Giacomo Cagnes del Cudip, il parlamentare dei “Grünen”, i verdi tedeschi, Roland Vogt, Janne Kuik dell’IKV olandese, Michael Friese dell’End britannico e Alberto L’Abate del Movimento Nonviolento.
L’8 aprile iniziarono i lavori di demolizione dei vecchi edifici dell’aeroporto.
Il 16 aprile, Pio La Torre lanciò dal Circolo della Stampa di Palermo una petizione – nell’ambito di un convegno, cui parteciparono esponenti di ogni orientamento politico, culturale e religioso – indirizzata al Governo italiano per la “sospensione dei lavori della base di Comiso”. L’obiettivo era quello di raccogliere, in Sicilia, un milione di firme: la richiesta degli organizzatori: non “si dia inizio ai lavori di costruzione della base di Comiso quale contributo italiano al buon esito della trattativa di Ginevra”.
Il successo della protesta fu enorme e l’obiettivo della raccolta di firme fu raggiunto.
Mio padre, in un articolo pubblicato postumo su Rinascita del 14 maggio 1982, spiegò che le ragioni dell’opposizione ai missili erano basate sull’assoluta contrarietà alla “trasformazione della Sicilia in un avamposto di guerra in un mare Mediterraneo già profondamente segnato da pericolose tensioni e conflitti. Noi dobbiamo rifiutare questo destino e contrapporvi l’obiettivo di fare del Mediterraneo un mare di pace”.
I suoi propositi furono bruscamente interrotti la mattina del 30 aprile 1982.
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