L’autunno caldo ha imposto un altro protagonista sulla scena sociale: la classe operaia. Non c’è assemblea studentesca che non ospiti l’intervento di un “compagno”. Ma la realtà, a Verona come altrove, è più complessa. La classe operaia forse non va in paradiso, ma prova a uscire dall’inferno. Lo raccontano i protagonisti di allora
L’autunno caldo, il biennio ‘68/’69 hanno imposto un altro protagonista sulla scena sociale: la classe operaia. Gli studenti in corteo gridano «Il potere deve essere operaio». Non c’è assemblea studentesca che non ospiti l’intervento di un “compagno” di questa o quella fabbrica. La realtà, a Verona come altrove, è più complessa. Scuola e mondo del lavoro restano universi distanti, a volte estranei. Ma in quel periodo anche i vecchi meccanismi padronali vanno in crisi, saltano equilibri vecchi di un secolo. La classe operaia forse non va in paradiso, ma prova a uscire dall’inferno. Ve lo facciamo raccontare dalla voce dei protagonisti di allora.
Il podcast
Com’erano davvero gli anni Settanta? La plumbea fase della “strategia della tensione” o gli anni della “crescita democratica”? Il buio tunnel del terrorismo o il periodo della fantasia ribelle? Il nostro nuovo podcast, “Volevamo volare – noi ragazzi negli anni ‘70”, a cura di Paolo Butturini, Akùo e Overpress Media, racconta alcune storie di chi quel momento l’ha abitato prima adolescente, poi giovane.
Un’esperienza che non si svolge a Milano, Torino, Roma o Napoli, ma a Verona, una piccola, bellissima città, poco raccontata e ancor meno analizzata. Una zona allora periferica, ritenuta tale sino a poco tempo fa, nella quale, per contro, si annidavano le antinomie politiche, sociali e culturali che partorirono le tensioni generazionali e di classe, i terrorismi rosso e nero, gli squilibri e le questioni insolute che ci trasciniamo ancora oggi.
Il podcast è suddiviso in 10 puntate (ne esce una ogni mercoledì dal 4 maggio) che attraversano il decennio fermandosi all’anno prima del rapimento di Aldo Moro Moro, 1978, episodio che segna una rottura e l’entrata dell’Italia in un’altra fase storica. Ora che la moda, la musica, l’arte, ripropongono immagini, look e tic di quel tempo, cerchiamo di restituirvelo con uno sguardo dal basso, nella sua ingenua e indisciplinata vitalità.
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