- Sostenuto da una bizzarra coalizione tra Forza Italia e Italia Viva, il sindaco uscente Mastella parte da grande favorito, ma il centrosinistra spera in una sorpresa al secondo turno.
- Mastella in effetti qualche problema ce l’ha: il comune è in dissesto da anni, i suoi alleati regionali lo snobbano e l’opposizione punta il dito contro alcune dichiarazioni infelici.
- Lo storico politico di prima e seconda repubblica è arrivato all’ultimo capitolo della sua carriera: una sconfitta in casa sarebbe il modo più amaro di concluderla.
Alle elezioni del 3 e 4 ottobre, i cittadini di Benevento avranno una responsabilità in più. Non soltanto dovranno scegliere il nuovo sindaco della loro città, in dissesto finanziario e dissanguata dall’emigrazione (meno cinquemila abitanti in dieci anni).
Si troveranno anche a decidere il futuro di quella che con ogni probabilità sarà l’ultima avventura politica di Clemente Mastella, parlamentare di lunghissimo corso, più volte ministro, sottosegretario, deputato, eurodeputato, sindaco, assurto a volontario simbolo del clientelismo partitico della prima Repubblica e del trasformismo della seconda.
Il sindaco portafortuna
Eletto sindaco di Benevento nel 2016, la sua avventura è iniziata nel modo più propizio: alla fine della stagione calcistica, due anni dopo una devastante alluvione in città, il Benevento calcio è stato promosso in serie A per la prima volta nella sua storia. «Sono un portaforuna!», aveva commentato Mastella.
Ma la luna di miele con gli abitanti della città non è durata a lungo senza macchia. Uno dei suoi primi atti da sindaco è stato proclamare lo stato di dissesto finanziario, accusando l’amministrazione precedente di aver accumulato 150 milioni di debiti.
Mastella aveva promesso che con la dichiarazione di dissesto per i cittadini non sarebbe cambiato nulla, ma quattro anni dopo la città è ancora in dissesto, le aliquote delle imposte locali sono al massimo e i fornitori del comune ancora in attesa di essere pagati.
Oggi Mastella si ricandida per un secondo mandato. A sostenerlo c’è una coalizione inedita formata da Forza Italia e Italia Viva. In tutto, lo sostengono dieci liste differenti, quasi un record, così come il numero dei candidati totali al consiglio comunale: 600 in tutto, uno ogni cento abitanti.
La rielezione
Il suo principale avversario è Luigi Diego Perifano, sostenuto dal centrosinistra. Fratelli d’Italia e la Lega, che utilizza il simbolo Prima Benevento, sostengono Rosetta De Stasio, mentre Angelo Moretti ha l’appoggio di Verdi e Rifondazione comunista.
Secondo l’unico sondaggio realizzato in città, effettuato lo scorso aprile prima che si conoscessero i nomi degli sfidanti, Mastella aveva in tasca la vittoria al primo turno. Ma da allora la situazione è cambiata e il centrosinistra spera in una difficilissima vittoria al ballottaggio, propiziata magari da qualche scivolone del veterano Mastella.
All’inizio della campagna elettorale, ad esempio, ha definito Benevento un «paesone» che solo il suo arrivo ha trasformato in «città», non il modo migliore per ingraziarsi gli orgogliosi beneventani.
Negli ultimi giorni, poi, la commissione ministeriale per la gestione del dissesto (Osl), ha pubblicato un durissimo rapporto in cui accusa il comune di non avergli fornito né gli spazi né le risorse per effettuare il suo lavoro (che consiste sostanzialmente nel trovare risorse con cui pagare i creditori del comune).
Infine, il presidente della regione, il popolare Vincenzo De Luca, non è ancora venuto a Benevento. Mastella lo ha appoggiato calorosamente alle regionali e sostiene di esserne ricambiato. Ma De Luca appartiene al Pd e per quanto sia indipendente dai vertici, non è mai arrivato al punto di sostenere esplicitamente un rivale del candidato di partito.
Mastella, insomma, si gioca tutto. Finire la sua carriera con una sconfitta in casa sarebbe per lui il finale più amaro.
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