In una missiva al Cda dell'azienda aveva deciso di riprendere discorso con cui il 3 gennaio del 1925 il duce rivendicava la responsabilità politica dell’omicidio di Giacomo Matteotti, intervento che gli storici individuano come l'inizio alla dittatura
«Doverose le mie dimissioni». Si limita a rispondere così Claudio Anastasio interpellato dall'Agi. Il presidente della società pubblica 3-I che gestisce i sistemi software di Inps, Inail e Istat nominato dal governo Meloni ha lasciato oggi l'incarico dopo che in una sua mail inviata ai componenti del Cda ha citato il discorso del duce Benito Mussolini dopo il delitto Matteotti.
La mail
Come riportato da Repubblica, il numero uno della società pubblica nella mail riprendeva passi dell’orazione con cui il 3 gennaio del 1925 il duce rivendicava la responsabilità politica dell’omicidio del politico e che gli storici come l'inizio alla dittatura: «Ebbene, io dichiaro qui, al cospetto di voi, ed al cospetto di tutto il governo italiano, che assumo (io solo!) la responsabilità di 3-I (politica! morale! storica!) di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se 3-I è stata una mia colpa, a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l’ho alimentato nel mio ruolo».
Amico della pronipote di Benito Mussolini, Rachele, deputata di Fratelli d'Italia e in passato anche consigliere al Comune di Roma insieme a Giorgia Meloni, Anastasio è stato designato quale nuovo presidente della società già a novembre, ed è andato a occupare il nuovo posto a dicembre 2022.
Dopo che è esploso il caso è arrivata un’altra e-mail dall’oggetto “Dimissioni”: «Comunico la volontà irrevocabile di rassegnare le mie dimissioni dall'incarico di componente del Cda e presidente della società 3-I S.p.A. con effetto immediato». Ha confermato la scelta alle agenzie.
In mattinata le opposizioni avevano chiesto il passo indietro, e il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti ha commentato: «Le dimissioni in genere sono un atto di volontà personale e si presentano quando evidentemente si ritiene di aver sbagliato».
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