L’ambientalismo è ormai bersaglio polemico della destra più becera e tema minore della sinistra. Il cambiamento climatico è la direzione della storia, ciò che furono il capitalismo e la globalizzazione. Ma la sinistra non se ne accorge. Dall’ambientalismo si dovrebbe partire, non dai soli diritti civili, né da una stanca ripresa del marxismo. Se fosse vivo oggi, anche Marx lo direbbe.
Alla vigilia delle elezioni che porteranno a una nuova Commissione europea, dopo quella che ha varato un progetto come il Green Deal, con la legge sul Ripristino della natura bloccata in Consiglio dal veto dell’Ungheria, i segni dell’eclissi dell’ambientalismo politico sono tanti.
In secondo piano
Nel corteo di Milano del 25 aprile il gruppo dei Fridays for Future era l’unica rappresentanza dell’ambientalismo. Nel Concerto del Primo maggio a Roma, Ermal Meta si era dimenticato di dare la parola a Jane Goodall, la primatologa più famosa del mondo.
Fra la festa della Liberazione e il Primo maggio si è svolta la ministeriale del G7 dedicata a clima, energia e ambiente. L’Italia, che ha la presidenza del G7 quest’anno, ha sostenuto quasi isolata l’importanza dei biocarburanti e del nucleare. Ma la ministeriale ha segnato punti importanti: ha riaffermato l’importanza delle fonti energetiche alternative, la necessità di abbattere l’uso del carbone in tempi brevi, l’importanza della transizione alle auto elettriche.
Il primo giorno della ministeriale, però, Giorgia Meloni ha lanciato la sua candidatura a Pescara. Il secondo giorno era quello dell’annuncio della possibile tregua a Gaza e del decreto Primo maggio sul lavoro. Il terzo giorno, il 30 aprile, era quello della condanna di Gianfranco Fini per la casa di Montecarlo. Questi temi hanno occupato le pagine del giornali.
Il nemico della destra
Il 27 aprile Francesco Lollobrigida ha detto che «l’uomo è l’unico essere senziente», lanciando un messaggio chiaro ai suoi elettori agricoltori e cacciatori. Come ha fatto ben più esplicitamente il candidato Pietro Fiocchi di Fratelli d’Italia, che compare in un manifesto con la doppietta rivolta contro chi osserva.
Osvaldo Veneziano si è dimesso dal comitato scientifico di Arcicaccia, sostenendo nella sua lettera di dimissioni che la caccia dovrebbe rispettare il principio di precauzione e non contrastare la tutela della biodiversità. La maggior parte dell’Arcicaccia, invece, appoggia la proposta di riforma Bruzzone, che mira a liberalizzare la caccia senza troppi riguardi per le specie protette e i pareri dell’Ispra.
La destra aveva bisogno di un nemico e l’ha trovato nell’ambientalismo, sparando contro il dirigismo dell’Unione europea, le provocazioni di Ultima generazione, le associazioni ambientaliste che vogliono proteggere specie o ecosistemi.
Vista da sinistra
La sinistra ospita temi e persone provenienti dall’ambientalismo, ma non ha una narrazione in cui le questioni ambientali predominino e unifichino gli altri temi. Nelle proposte della sinistra, la tutela dell’ambiente, la giustizia climatica, le generazioni future sono uno dei temi, spesso quello detto all’ultimo.
Nei Cinque stelle prevale la questione morale e il pacifismo. Nel Pd di Elly Schlein giustizia sociale e diritti civili. Certo, c’è l’Alleanza verdi e sinistra. Ma la visibilità dei temi ecologici portati avanti da Bonelli e Fratoianni è quella che è.
Ma, al di là della politica quotidiana, c’è una questione più ampia. Il cambiamento climatico è l’orizzonte del futuro, quello che potrà cambiare (in peggio) le condizioni di vita di miliardi di persone, in tutto il mondo e nel futuro a lungo termine. Il cambiamento climatico è come il capitalismo e la globalizzazione.
La sinistra del passato ha fatto della lotta al capitalismo e alla globalizzazione rampante il tratto unificante di un orizzonte ideale e una responsabilità storica di lotta e di governo.
La sinistra di oggi fatica a seguire la direzione della storia. Se smettesse finalmente di occuparsi delle liste e dei giochini vari (nome del segretario sì o no, confronto in tv si o no) e si passasse finalmente ai temi, la campagna elettorale delle europee dovrebbe essere tutta giocata sulle questioni ambientali.
© Riproduzione riservata