Dei sei capoluoghi di regione che andranno al voto il prossimo 3 e 4 ottobre, il centrosinistra sembra avere la vittoria in tasca a Bologna, Napoli e Milano, ha buone prospettive a Roma e sta recuperando a Torino. Soltanto Trieste appare già perduta oltre ogni possibilità di recupero.

Questo è il quadro che emerge dai primi sondaggi realizzati dopo la pausa estiva, tra cui quelli di Opinio-Rai pubblicati ieri. Si tratta di una curiosa inversione rispetto al quadro che si presentava a primavera, quando per il centrosinistra appariva possibile una nuova debacle generale, come quella del 2016, quando perse a Roma e Torino.

I sei capoluoghi

A Roma, l’ex ministro dell’Economia del Pd Roberto Gualtieri è dato con relativa sicurezza in seconda posizione al primo turno: tra il 22 e il 26 per cento contro la forbice 29-33 del candidato del centrodestra Enrico Michetti, secondo Opinio-Rai (ma risultati simili li forniscono anche gli altri sondaggi realizzati a settembre da BiDiMeida e Gpf).

La possibilità di essere sopravanzato dalla sindaca uscente Virginia Raggi o dall’indipendente Carlo Calenda, che sembrava concreta fino a pochi mesi fa, invece, si sta allontanando sempre di più (anche se i sondaggi, come molte elezioni precedenti, potrebbero sottovalutare il Movimento). Al secondo turno, tutti i sondaggi danno da tempo Gualtieri vincitore su Michetti.

A Milano, la scorsa primavera, c’erano stati momenti di preoccupazione per il centrosinistra quando alcuni sondaggi avevano mostrato Gabriele Albertini, possibile candidato di centrodestra, sopra il sindaco uscente Beppe Sala, che tra l’altro era uscito appannato dalla sua gestione della città durante la pandemia.

Ma alla fine, i patemi del centrodestra, che ha ipotizzato e scartato oltre 25 candidati prima di arrivare al pediatra Luca Bernardo, e l’inesperienza del candidato stesso, hanno consegnato a Sala un netto vantaggio a meno di un mese dalle elezioni: tra il 44 e il 48 per cento secondo Opinio-Rai, contro 38-42 di Bernardo. Sala, inoltre, potrebbe contare sull’appoggio del 5 per cento del Movimento al secondo turno.

Situazione simile a Napoli, dove i sondaggi danno il candidato di centrosinistra Gaetano Manfredi circa 15 punti davanti a Catello Maresca, sostenuto non proprio convintamente dal centrodestra. 

A Torino, l’imprenditore dell’acqua minerale Paolo Damilano, candidato del centrodestra, è sempre in vantaggio su Stefano Lo Russo, del centrosinistra, ma il distacco è arrivato al margine d’errore dei sondaggi: circa il 3 per cento.

Lo spettro del 2016

Cinque anni fa, le amministrative sono state un segnale d’allarme per il centrosinistra. Nel 2016, secondo i calcoli del Cise, il Pd ha raccolto complessivamente il 18,8 per cento dei voti, quasi lo stesso risultato che avrebbe ottenuto alle politiche di due anni dopo, mentre la convergenza al ballottaggio dei voti del centrodestra sui candidati del Movimento, auspicata dal leader leghista Matteo Salvini, ha costituito un precedente alla nascita del governo giallo-verde nel 2018.

Il segretario del Pd all’epoca era Matteo Renzi e quelle elezioni hanno segnato un passo importante del suo declino.

È il caso di dire che il suo successore Enrico Letta questa volta, almeno per quanto riguarda le amministrative, può stare davvero sereno.

 

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