Sono cinque, sono in Europa, tutti tranne uno usano l’euro e uno fra tutti aderisce a Schengen. È il mondo, piccolo e incredibilmente complesso, dei microstati d’Europa: Andorra, Liechtenstein, Monaco, San Marino e Città del Vaticano. Ad accomunarli, oltre alle loro dimensioni ridotte, le relazioni speciali che li legano all’Ue.

Troppo pochi i loro 187mila abitanti complessivi, a cui vanno aggiunti gli 825 residenti in Città del Vaticano registrati nel 2019, se confrontati con gli oltre 448 milioni di persone che popolano l’Unione europea. Numeri che rendono la loro adesione un’ipotesi remota che darebbe a Bruxelles più grattacapi che vantaggi nella gestione delle dinamiche interne, dagli avvicendamenti istituzionali fino al voto.

Il passo indietro di Montecarlo

Eppure, dopo un lungo percorso cominciato nel marzo 2015, entro la fine dell’anno dovrebbe finalmente vedere la luce l’accordo di associazione tra Unione europea, Repubblica di San Marino e Principato di Andorra.

Con buona pace del Principato di Monaco, sfilatosi dal tavolo delle trattative dopo che nell’estate 2023 i vertici dell’Autorità bancaria europea (Eba), dell’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma) e dell’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali (Eiopa) avevano messo in guardia la Commissione sui rischi connessi all’accordo con questi tre microstati.

Il pericolo incombente sarebbe stato quello di innescare una destabilizzazione del Mercato Unico in ragione di standard finanziari tradizionalmente meno rigorosi che avrebbero potuto favorire delocalizzazioni aziendali con conseguenti ricadute sui consumatori, oltre a una serie di attività illecite ricadenti nell’ambito del riciclaggio.

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Il precedente del Liechtenstein

Così come strutturati, gli accordi riguarderanno l’integrazione di San Marino e Andorra ai quattro cardini del Mercato unico, ovvero la libera circolazione di persone, capitali, merci e servizi e lo sviluppo di un quadro cooperativo e giuridico a livello europeo. Ai due Paesi verrà inoltre garantita una partecipazione graduale e a parità di concorrenza anche nell’ambito dei servizi finanziari, a patto che gli strumenti normativi e di vigilanza (specie in materia di anti riciclaggio) rispondano adeguatamente.

Secondo il vicepresidente esecutivo della Commissione europea per le Relazioni interistituzionali, Maroš Šefčovič, l’accordo di associazione rappresenta una «priorità ambiziosa» dal momento che «sancirà una relazione privilegiata tra le parti». Un precedente rilevante è costituito dalle relazioni che regolano i rapporti dell’Unione europea con Norvegia, Islanda e Liechtenstein, l’unico microstato ad aver aderito al Mercato unico (1995) e a Schengen (2011).

Secondo Šefčovič, però, nel caso di quello con San Marino e Andorra si tratta, con ogni probabilità, «dell’accordo complessivo più completo dell’Unione Europea, una sorta di Spazio economico europeo potenziato».

Tutto in 300 pagine

Tutti i dettagli di una trattativa lunga otto anni sono racchiusi in trecento pagine che lo scorso maggio sono arrivate al Consiglio, a cui spetta l’onere della firma finale prima dell’approvazione definitiva da parte del parlamento. La chiusura dell’iter è prevista entro e non oltre l’autunno, ma gli avvicendamenti a Strasburgo e Bruxelles all’indomani delle elezioni di giugno non dovrebbero costituire un ostacolo.

Secondo Šefčovič, infatti, l’entrata in vigore dell’accordo rientra fra gli interessi anche della prossima presidenza ungherese del Consiglio Ue, che si insedierà ufficialmente il 1º luglio. Un aspetto da considerare, in tal senso, è l’accelerazione impressa alle trattative in risposta all’invasione russa in Ucraina, che ha permesso di giungere alla conclusione dei negoziati in poco più di un anno e mezzo.

In attesa di quel che accadrà nei prossimi mesi, l’incontro fra l’Europa “dei grandi” e l’Europa “dei piccoli” non può che destare curiosità: se è vero che il battito d’ali di una farfalla è in grado di scatenare un uragano dal lato opposto del pianeta, chissà quale effetto potranno avere sui Ventisette il Titano, la più antica repubblica al mondo, e il principato retto – formalmente – dal vescovo della diocesi spagnola di Urgell e dal presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron.

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