L’ex guida dell’intelligence italiana, dopo le dimissioni in contrasto con il sottosegretario Mantovano, va a Bruxelles dove affiancherà la presidente della Commissione come Chief Diplomatic Adviser. Il suo sponsor in Europa è Mario Draghi
«Non c'è nessun altro incarico», aveva dichiarato subito dopo l’ufficialità delle sue dimissioni – arrivate quattro mesi prima della scadenza del mandato – dalla guida del Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza con funzione di coordinamento tra le due agenzie dei nostri servizi, Aisi e Aise. Ma a sole tre settimane di distanza, è già noto il futuro approdo di Elisabetta Belloni: l’ex diplomatica romana, classe 1958, è stata infatti designata Special Adviser della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
L’agenzia Adnk
ronos, mercoledì 29 gennaio, ha infatti potuto visionare un documento che spiega nei dettagli l'incarico: Belloni sarà ''Chief Diplomatic Adviser'', di fatto il consigliere diplomatico, e riporterà direttamente alla presidente, nell'ambito di IDEA, il servizio di consulenza della Commissione che fa direttamente capo a von der Leyen e «fornisce idee innovative e uno spazio per la ricerca interdisciplinare e la collaborazione sulle priorità fondamentali».Sempre da IDEA sarà scelto il team che la affiancherà nel mandato, e lavorerà a stretto contatto con il Segretariato generale. Il contratto avrà una durata iniziale di due anni, rinnovabili, per un massimo di 220 giorni di lavoro all'anno. «Lunedì o martedì sarò a Bruxelles per definire i dettagli della mia nomina a consigliere diplomatico della presidente della Commissione europea. Non ho ancora firmato, ma certamente ho dato la mia disponibilità», ha detto l’ambasciatrice ed ex segretaria generale della Farnesina ad Adnkronos.
Draghi come sponsor
La notizia dell’approdo di Belloni in Ue era stata antici in un articolo del 6 gennaio, nel quale sottolineavamo che lo sponsor per il nuovo incarico non è stata pata da DomaniGiorgia Meloni, con la quale la diplomatica ha costruito un buon rapporto nel tempo nonostante le dimissioni siano arrivate in aperto contrasto con il sottosegretario meloniano Alfredo Mantovano, bensì Mario Draghi. Era stato l’ex presidente della Banca centrale europea, quando era premier, a nominarla infatti al Dis per la prima volta.
La decisione di Belloni di lasciare il Dipartimento era arrivata il 23 dicembre 2024, ma l’annuncio era stato fatto slittare per evitare scossoni mediatici durante le festività. Finché un’anticipazione di Repubblica ha costretto il governo, nel pieno della crisi con l’Iran per l’incarcerazione della giornalista Cecilia Sala, a ufficializzare l’addio.
Tra Belloni e Mantovano, del resto, non è mai nata un’intesa. Le divergenze sono aumentate e la rottura finale non ha meravigliato chi conosceva la situazione. L’ambasciatrice si è sentita sempre più messa ai margini dei dossier più importanti, fino ad avvertire la sfiducia nei propri confronti. Secondo qualcuno addirittura «temeva di essere spiata».
Nelle sue strategie, Belloni ha seguito spesso le posizioni dell’ex direttore dell’Aisi (i servizi segreti interni) Mario Parente e successivamente di Giuseppe Del Deo, quando era numero due dell’Agenzia, difeso anche nei dossier più scottanti, come la storia raccontata da Domani delle due persone viste vicine all’auto di Andrea Giambruno, l’ex compagno di Meloni, derubricata ufficialmente a tentativo di furto. Ma con ricadute all’interno degli apparati di intelligence.
La vicinanza di Belloni, che per Meloni è stata anche la sherpa del G7 in Italia, a Del Deo ha creato attriti pure con Giovanni Caravelli, direttore dell’Aise (i servizi segreti all’estero).
Clima di ostilità
Prima di accettare l’incarico in Unione europea, Belloni era stata vicina a trovare un posto nel governo Meloni. La premier, infatti, ha tentato di affidarle il ruolo di ministra degli Affari europei, una delle deleghe lasciate da Raffaele Fitto. A mettere il veto è stato Antonio Tajani: da ministro degli Esteri era infastidito di una presenza così ingombrante.
Così Belloni ha maturato la convinzione di cambiare aria: troppa ostilità nei suoi confronti. Ha atteso solo il momento giusto con la possibilità di andare in Europa, non da rappresentante dell’esecutivo italiano, ma da consigliera della presidente von der Leyen.
© Riproduzione riservata