Il settimanale satirico francese è di nuovo al centro delle polemiche per una vignetta che ritrae la Madonna con i sintomi del vaiolo delle scimmie
Charlie Hebdo, il settimanale satirico francese, è al centro di alcune polemiche per una vignetta che ritrae la Madonna con i sintomi del mpox, il vaiolo delle scimmie.
Nota per il suo stile provocatorio nei confronti di istituzioni politiche e culturali e oggetto di numerose controversie, stavolta la rivista è stata denunciata da due associazioni cattoliche, che hanno accusato il giornale di incitamento all'odio religioso nei confronti dei cattolici in Francia.
La vignetta
La vignetta, accompagnata dalla didascalia «Vaiolo delle scimmie: prima apparizione del virus in Europa», mostra la Madonna di Lourdes con delle vesciche sulla pelle, un sintomo della malattia, mentre piange a mani giunte. Nella caricatura, la Madonna riceve una serie di insulti da parte di figure al di fuori della scena, che le rivolgono epiteti offensivi.
Il gioco di parole suggerisce che il vaiolo si sia “manifestato” per la prima volta in Europa attraverso un’icona religiosa. La vignetta utilizza l’umorismo nero per commentare l’ansia che accompagna la diffusione di nuove epidemie, oltre che il pregiudizio nei confronti di alcune malattie, spesso collegate alla conduzione di un certo tipo di vita sessuale. Da qui l’accostamento irriverente tra l'immagine della Madonna, una figura sacra e vergine per la religione cattolica, e la diffusione del vaiolo.
Non è la prima volta che Charlie Hebdo fa leva, con le sue vignette satiriche, sullo shock value, quindi la forza d’urto delle immagini utilizzate, per provocare le sensibilità religiose e sociali.
Pubblicata il 16 agosto, subito dopo la festa religiosa dell'Assunzione, la caricatura ha suscitato indignazione da parte di diversi lettori cattolici, ai cui commenti la redazione del periodico ha risposto con un post su X: «Vorremmo rassicurare tutti i nostri amici cattolici: è possibile prendere il vaiolo delle scimmie pur rimanendo vergini».
La denuncia
Tribune Chrétien, una pubblicazione francese cattolica, ha condannato la vignetta come «incitamento gratuito all'odio verso i cattolici di Francia» e ha lanciato una petizione per chiedere il ritiro della caricatura, raccogliendo ad ora quasi 25mila firme. Le associazioni Marie de Nazareth e La petite Voie hanno poi presentato una denuncia al tribunale di Parigi contro Pierrick Juin, l'artista autore della vignetta, e Laurent “Riss” Sourisseau, direttore editoriale di Charlie Hebdo, accusandoli di incitamento all'odio religioso. Anche il vescovo di Bayonne, Marc Aillet, ha criticato la vignetta sui social media, dichiarando che «la libertà di espressione non può giustificare una caricatura così abietta».
I precedenti
Fondato nel 1969, Charlie Hebdo ha subito numerose accuse per le sue copertine, fumetti e pezzi estremamente satirici, al limite del volutamente offensivo. Solo tra il 1992 e il 2015 il settimanale ha preso parte a una cinquantina di processi, ovvero in media uno ogni sei mesi, secondo gli archivi dell'Afp.
Nel 2015, la sede del giornale è stata oggetto di un tragico attacco jihadista che ha causato la morte di dodici persone, inclusi diversi membri della redazione, a seguito della pubblicazione di fumetti che ritraevano in modo caricaturale il profeta Maometto.
Papa Francesco aveva commentato l’evento dichiarando che, pur sostenendo la libertà di espressione, questa non deve essere usata per insultare o deridere le fedi religiose altrui. «Se un caro amico parla male di mia madre si aspetti un pugno, è normale. Non si può provocare né insultare la fede degli altri, non si può deriderla», dichiarò il pontefice a seguito dell’attentato.
Le parole generarono, però, ulteriori polemiche nel contesto di una mobilitazione globale a sostegno della libertà di satira e di stampa sotto lo slogan “Je suis Charlie”.
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