Le parole di ieri del presidente dell'Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) hanno provocato un incidente diplomatico e critiche al governo tedesco.

Durante una visita a Berlino, Abbas ha accusato Israele di aver commesso «50 olocausti» in risposta a una domanda sull'imminente 50esimo anniversario dell'attacco di Monaco, in cui militanti palestinesi uccisero undici membri della squadra olimpica israeliana. La stampa tedesca ha criticato l’atteggiamento del cancelliere Olaf Scholz, accanto al presidente palestinese sul palco. 

«Abbas mette in prospettiva l'Olocausto... e Scholz tace» titola oggi la Bild anche se il cancelliere tedesco ha espresso per la verità disgusto, ma non ha replicato esplicitamente alla dichiarazione di Abbas. Dopo le parole del presidente dell'Autorità nazionale palestinese, la conferenza stampa è finita quasi subito, una scelta per la quale il portavoce di Scholz ha chiesto scusa.

Un altro aspetto problematico è che Abbas abbia fatto la relativizzazione dell'Olocausto nella Cancelleria federale. Israele ha già accusato Abbas di aver detto una «mostruosa bugia»: il primo ministro israeliano Yair Lapid ha condannato i commenti definendoli una «vergogna».

Stamattina Scholz è tornato sull’episodio con un tweet in cui scrive: «Sono profondamente indignato per le indicibili parole del presidente dell'Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas. Proprio per noi tedeschi ogni relativizzazione dell’Olocausto è insopportabile e inaccettabile. Condanno ogni tentativo di negare i cirmini dell’Olocausto». 

Oggi il presidente dell'Autorità nazionale palestinese ha ritrattato: «Il presidente Abbas sottolinea che l’Olocausto è il crimine più tremendo della storia moderna» scrive oggi l’agenzia palestinese Wafa. Abbas non avrebbe voluto mettere in discussione l’unicità dell’Olocausto. Avrebbe voluto fare riferimento ai «crimini e i mssacri contro il popolo palestinese compiuti dalle forze israeliane dalla Nakba in poi». 

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