A settembre l’ong Corporate Europe Observatory ha dato l’allarme sull’aumento esplosivo dei contatti tra l’industria farmaceutica e i funzionari della Commissone Ue. All’epoca Bruxelles, sotto pressione per trovare una rapida via di uscita alla pandemia, era in piena negoziazione dei contatti di acquisto anticipati dei vaccini per l’insieme dei paesi dell’Unione. Qualche mese più tardi, a marzo 2021, mentre i paesi europei si dividono sulla lentezza della vaccinazione in Europa, un webinar che riunisce l’industria farmaceutica e alti funzionari europei rivelato dal giornale italiano Domani è passato in sordina sui grandi media.

Incontro riservato

Perciò, questo webinar del 22 marzo scorso è interessante da più punti di vista: l’evento, organizzato dall’Aspen Institute (un think tank influente) e da Farmindustria (l’associazione italiana dell’industria farmaceutica), trattava dei brevetti dei vaccini anti Covid-19. Intitolato “Tutela e valorizzazione della proprietà intellettuale”, l’evento online aveva come obiettivo di presentare un documento di riflessione co-scritto dai due organizzatori.

I giornalisti sono rimasti colpiti dalla presenza di alcuni interlocutori e dal carattere riservato di questo evento. Due nomi in particolare hanno attratto la loro attenzione: Giovanni Pitruzzella, l’avvocato generale della Corte di giustizia dell’Unione europea, e Sandra Gallina, direttrice generale della DG Salute della Commissione europea. Questa italiana, che ricopre l’incarico dall’estate 2020, ha sovrinteso all’insieme dei negoziati e dei contratti dell’Ue con l’industria farmaceutica per l’acquisto dei vaccini anti Covid-19. 

L’argomento del webinar è esso stesso scottante: l’Ue, assieme a una manciata di paesi ricchi (Usa, Regno Unito, Canada…) blocca da mesi, all’interno dell’organizzazione mondiale del commercio (la Wto), la proposta dei paesi in via di sviluppo di sollevare temporaneamente le barriere giuridiche e commerciali dei prevetti e altri diritti di proprietà intellettuale (Pi) sui medicinali, i vaccini, gli strumenti diagnostici e altre tecnologie Covid, comprese mascherine e respiratori. Per porre rimedio alla scarsità mondiale di vaccini e altri prodotti necessari alla lotta contro il coronavirus, questi paesi chiedono una deroga temporanea alle regole del Wto e un reale trasferimento di tecnologie. Ma l’industria farmaceutica rifiuta qualsiasi trasferimento di Pi, come pure l’apertura dei brevetti, e tutto ciò con un solo fine: massimizzare i proprii profitti. Nonostante la pressione crescente della società civile, la Commissione e i governi europei mantengono il loro veto, con l’argomento che queste richieste sono irrealizzabili in questa fase.

La trasparenza secondo Gallina

In questo contesto, è legittimo interrogarsi sul motivo della partecipazione di Gallina all’evento. Alla Direzione generale Salute della Commissione europea, c’è lei al timone della strategia vaccinale dell’Unione. Cosa ha detto Gallina, a nome dell’Ue, in questo seminario? Ha promesso che l’Europa difenderà fino alla fine gli interessi dell’industria del farmaco in fatto di brevetti e proprietà intellettuale? Chi può dirlo.

Una cosa è chiara: l’incontro del 22 marzo non era stato dichiarato dallo staff di Gallina sul registro di trasparenza della Commissione. In seguito alle domande poste dalla giornalista che ha dato via all’inchiesta, il gabinetto di Gallina dapprima ha negato la sua partecipazione, poi è andato in silenzio stampa.

Questa storia mi ricorda di un altro incontro non dichiarato, intercorso nel 2012 tra un rappresentante dell’industria del tabacco e il commissario alla Salute John Dalli, e che si tenne nel paese di provenienza di Dalli, cioè Malta. Questo incontro riservato spinse, qualche mese dopo, il commissario europeo in questione alle dimissioni. 

Il venir meno agli obblighi di dichiarare è più grave di quel che può sembrare. Nel quadro degli impegni presi dalla Commissione in favore della trasparenza, i direttori generali, come i commissari, sono tenuti a pubblicare l’agenda dei loro incontri con organizzazioni o rappresentanti di interessi privati. Questa trasparenza è indispensabile per sapere chi può influenzare la presa di decisioni al livello europeo.

L’avvocato generale della Corte sotto influenza?

La partecipazione di Giovanni Pitruzzella, avvocato generale della Corte di giustizia Ue, alla discussione con la lobby farmaceutica è preoccupante anch’essa. La posta in gioco dei brevetti dei vaccini nella lotta mondiale contro la pandemia è tale che non si può affatto escludere che la Corte sia chiamata prossimamente a esprimersi sul tema. E in quanto avvocato generale, Pitruzzella potrebbe essere incaricato di questo dossier.

La sua partecipazione a questo webinar pone a tutti gli effetti un problema etico. I rappresentanti della Corte di giustizia Ue di norma devono astenersi dal formulare prese di posizione su questioni di politiche pubbliche. Al momento dell’incontro Pitruzzella - e anche questo va precisato - era uno dei vicepresidenti di Aspen Institute Italia - co-organizzatore del webinar - al fianco di grandi imprenditori del settore privato…

Le ong The Good Lobby e Corporate Europe Observatory hanno spedito una lettera al presidente della Corte di giustizia europea, Koen Lenaerts, nella quale esprimono la loro «preoccupazione» per la partecipazione di Pitruzzella a questo evento segreto: ha seguito il codice di condotta della Corte e aveva preavvisato la sua istituzione della cosa? I membri della Corte, è bene ricordarlo, devono mantenere discrezione, indipendenza e lealtà alle loro funzioni.

Il potere di controllo dell’Europarlamento (reso virtuale)

Il giorno dopo questo incontro di cui parlavamo, Gallina si è espressa davanti a noi eurodeputati, a proposito della strategia vaccinale europea, in sede di commissione Controllo bilancio del Parlamento europeo. Le ho chiesto perché la Commissione non rispondesse alle domande che più volte gli eurodeputati le hanno rivolto riguardo ai contratti dei vaccini. In quanto autorità di bilancio europea, il Parlamento europeo deve disporre di tutte le informazioni realtive all’utilizzo dei fondi pubblici europei. Da mesi, chiediamo a Gallina e alla commissaria alla Salute Kyriakides di trasmetterci i sei contratti di acquisto anticipati dei vaccini e di comunicarci il dettaglio della ripartizione del denaro pubblico che le sei aziende farmaceutiche hanno ricevuto dall’Unione europea dall’inizio della pandemia. 

Le loro risposte? La Commissione è perfettamente consapevole che il Parlamento europeo - in quanto autorità di bilancio - deve essere tenuta al corrente. Gallina ci promette, da novembre 2020, di inviarci «appena possibile» queste informazioni. Il 23 marzo si è impegnata - di nuovo - a inviarci le informazioni entro una settimana. E io - ancora -  aspetto.

Questo contributo è stato pubblicato il 30 marzo 2021 su Mediapart e Michèle Rivasi ha acconsentito alla traduzione del testo in italiano su Domani




 

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