- Più che un Consiglio europeo, per ora il vertice del 23 e 24 è una lista di desiderata per Draghi e di disillusioni per Macron. Il premier italiano in aula formula una versione tutta sua dell’agenda del Consiglio. Esiste un’agenda informale quindi, oppure Draghi è assai ottimista sulla propria capacità di far slittare la discussione.
- Se c’è qualcosa su cui Chigi ha dettato effettivamente l’agenda, è l’adesione dell’Ucraina all’Ue: pure il re dei veti Orbán si è espresso a favore. Il Consiglio di questa settimana punta tutto sull’allargamento, e Macron spinge il suo progetto di «comunità politica». Relega però al dimenticatoio la convenzione, e cioè il prodromo per la riforma dei trattati.
- Mentre l’Ue disegna le sue estensioni, nel frattempo i leader mandano in soffitta la riforma. Il vertice, a giudicare dalla bozza che fotografa lo stato attuale delle volontà politiche, muoverà l’Ue verso ulteriori supporti militari a Kiev, spingerà sui fondi per la ricostruzione, ma darà risposte blande ai problemi interni all’Ue, a cominciare dalla riforma della sua governance.
Allargarsi senza riformarsi. La trappola dei governi europei
21 giugno 2022 • 12:48Aggiornato, 21 giugno 2022 • 20:43