Il legale è stato ascoltato nell’ambito dell’indagine sulla presunta cricca affaristica che avrebbe pilotato alcuni appalti Anas per favorire imprenditori amici in cambio di consulenze d’oro alla Inver
«Sono diventato socio della Inver dopo aver conosciuto Tommaso Verdini, preciso di aver fatto la sua conoscenza per il tramite della sorella Francesca Verdini che conosco da diversi anni». È un passaggio del verbale di sommarie informazioni, reso da Francesco Rizzo ai magistrati della procura di Roma a fine dicembre. Il legale è stato ascoltato nell’ambito dell’indagine sulla presunta cricca affaristica che avrebbe pilotato alcuni appalti Anas per favorire imprenditori amici in cambio di consulenze d’oro alla Inver.
La srl è una creatura di Tommaso Verdini e Fabio Pileri, con il ruolo ombra di Denis Verdini, l’ex coordinatore del Pdl, uscito dai radar della politica ufficiale dopo aver rimediato due condanne definitive. In Inver Rizzo è stato socio fino al maggio 2022, un mese dopo è entrato in Sitaf, azienda partecipata dall’Anas, quando all’epoca al governo c’era Mario Draghi con il sostegno anche della Lega di Salvini.
«Quando il Pd aveva presentato un’interrogazione parlamentare per porre la questione dei mancati requisiti per assumere quell’incarico ci sono stati malumori anche tra i democratici, Rizzo ha amici ovunque», racconta un senatore dell’allora maggioranza. In quell’occasione tutti i protagonisti smentirono, ma dalle carte dell’inchiesta sono arrivate conferme.
«Non ricordo»
Gli indagati, come svelato da Domani, avevano commentato la nomina di Rizzo, in particolare Pileri riferiva di un colloquio con Verdini jr. «Francesca (Verdini, ndr), che a me me accusa che faccio certe cose, con Rizzo ha fatto la stessa cosa», diceva nell’ottobre 2022. Rizzo, con Salvini ministro, ha ottenuto anche un’altra nomina, nel cda dell’Asti-Cuneo, società partecipata da Anas, sotto il controllo del ministero delle Infrastrutture.
Cosa dice Rizzo ascoltato dai magistrati? «Conosco Francesca Verdini da diversi anni anche per motivi professionali in quanto sono tra i consulenti legali della società Casa Rossa srl di cui la dottoressa Verdini è titolare.
Tale società, attiva nel settore della produzione cinematografica, condivideva il medesimo indiretto con la società Inver in via della Scrofa, circostanza che ha favorito l’instaurazione di un rapporto anche con il fratello Tommaso», ha raccontato il legale, non indagato nell’inchiesta. In Inver si occupava di contratti, corsi di formazione e aggiornamento del personale delle società dei clienti, «non ho mai incontrato né ho mai partecipato a incontri in cui fossero presenti dirigenti o funzionari di Anas (...) ho conosciuto Massimo Simonini, con cui non ho mai partecipato a incontri di tipo lavorativo con i clienti di Inver», ha detto.
Gli inquirenti hanno letto a Rizzo un’intercettazione che Domani ha pubblicato, quella nella quale il legale, a proposito dell’attività di Inver, dice: «Questa è più... è oltre il border questa». L’avvocato di lady Salvini ha risposto: «Non ricordo questa specifica conversazione». Neanche dopo l’ascolto dell’audio il legale ha aggiunto qualcosa. A questo punto gli inquirenti hanno citato un’altra intercettazione, fino a questo momento inedita, intercorsa sempre tra Pileri e Rizzo, nel dicembre 2021.
In quell’occasione il primo riferiva della consegna di una chiavetta usb contente gli accordi quadro o disciplinari di gara agli imprenditori prima della pubblicazione e Rizzo rispondeva: «Cosa vuol dire che gli hai dato gli accordi quadro? Beh, gli hai detto che uscivano?». A quel punto Pileri replicava così: «No, gli ho dato le chiavette! Con i disciplinari! Prima che venissero pubblicati (...)». Come ha spiegato Rizzo questa conversazione ai pm? «Tengo a precisare che molte delle frasi e delle espressioni e dialoghi intrattenuti con gli altri due soci, Pileri Fabio e Verdini Tommaso, fossero a mio avviso inverosimili o quantomeno esagerati, anche in considerazione del livello della struttura di Anas». Dopo l’ascolto dell’audio dell’intercettazione, Rizzo precisava che era stato contattato da un cliente in ritardo con i pagamenti e «mi si chiedeva di verificare la possibilità di attivare tutele legali e possibili rimedi previsti dalla legge».
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