Quinto giorno di feroci combattimenti nella regione di Kursk, teatro di una sorprendente offensiva degli incursori di Kiev per alleggerire la pressione di Mosca nel Donetsk e allargare il fronte. Mosca ha martellato le truppe ucraine con l'aviazione e l'artiglieria per cercare di fermare l’avanzata, penetrata per 10 chilometri nel territorio russo. Il ministero della Difesa russo ha annunciato di avere colpito con un missile a testata termobarica il sito di dispiegamento di “mercenari stranieri” nella periferia meridionale di Sudzha, nella regione di Kursk. Le armi termobariche sono composte quasi al 100% da combustibile esplosivo che risucchia l'ossigeno e sono notevolmente più potenti degli esplosivi convenzionali dello stesso peso. L'esercito russo ha così confermato di combattere ancora contro le truppe ucraine nella sua regione occidentale di Kursk, mentre sarebbero 76mila i cittadini evacuati cinque giorni dopo che le forze di Kiev hanno lanciato un'incursione a sorpresa oltre il confine.

Gli Usa ignari

I leader ucraini sono rimasti molto cauti nel fornire dettagli sull’operazione. Gli Stati Uniti, il più stretto alleato di Kiev, hanno affermato di non essere stati informati preventivamente dei piani di offensiva. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelenskyj, tuttavia, è sembrato vantarsi dei primi successi delle sue truppe, dichiarando all'inizio della settimana che la Russia deve «sentire le conseguenze» dell'offensiva su larga scala che conduce contro l'Ucraina dal febbraio 2022 quando lanciò «l’operazione speciale» che avrebbe dovuto spazzare via il suo governo in poche ore. Sabato il ministero della Difesa russo ha diffuso filmati che mostrano equipaggi di carri armati che sparano su posizioni ucraine nella regione di Kursk, nonché un attacco aereo notturno. Venerdì aveva assicurato di aver schierato ulteriori unità nella regione di confine. Il ministero ha inoltre affermato di aver abbattuto 26 droni ucraini che tentavano di attaccare la regione.

Ma l’esercito ucraino ha reso noto di aver colpito una base aerea militare russa nella regione di Lipetsk, a quasi 300 chilometri dal confine con l'Ucraina, in un'area colpita durante la notte da attacchi con droni. Si tratta di un imponente allargamento tecnologico del fronte. Per le Nazioni Unite, l'elevato numero di vittime del mese scorso conferma un preoccupante trend del conflitto che continua mietere sempre più vittime tra i civili.

I droni di Kiev

La Bielorussia è in stato di massima allerta dopo il sorvolo di droni nemici. Le forze di difesa aerea hanno intercettato e distrutto ieri sera «diversi obiettivi sul territorio» del Paese: lo ha reso noto il presidente Aleksandr Lukashenko che ha dichiarato di aver dato ordine di schierare i missili. Il timore è che il conflitto possa estendersi al suo paese, alleato di Mosca.

La centrale nucleare

L'incursione ucraina nella regione russa di Kursk rappresenta una "minaccia" per la vicina centrale nucleare, che si trova a meno di 50 chilometri dalla zona di combattimento. L'allarme è stato lanciato dal direttore generale di Rosatom, la società statale per il nucleare, Aleksei Likhachev, in un colloquio col numero uno dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) dell’Onu, Rafael Grossi. Durante la conversazione, Likhachev ha affermato che «le azioni delle forze armate ucraine rappresentano una minaccia diretta non solo per la centrale nucleare di Kursk, ma anche per lo sviluppo dell'intera industria mondiale dell'energia nucleare». La società russa ha comunque confermato che l'impianto continua a lavorare normalmente.

Il killer combattente

Temirlan Eskerkhanov, condannato a 14 anni per l'omicidio di Boris Nemtsov, l'ex vice premier russo e oppositore di Vladimir Putin, ha firmato un contratto col ministero della Difesa nel marzo 2024 che gli ha garantito la grazia ed è andato a combattere in Ucraina come parte di una delle unità d'assalto dell'esercito russo. Eskerkhanov ha firmato un contratto di un anno a marzo, dopo di che è stato graziato e rilasciato. «È andato in una delle unità d'assalto», ha detto una fonte. La decisione ha provocato la dura reazione del dissidente Yashin che ha detto: «È un’offesa alla memoria di Nemtsov». In difficoltà nel reperire nuovi soldati da inviare al fronte, Mosca avrebbe mobilitato anche i reduci del Gruppo Wagner.

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