Il governo svedese ha chiesto all’Unione europea e a Pfizer di trovare un accordo su quante dosi debbano essere addebitate
La Svezia ha interrotto i pagamenti a Pfizer per il vaccino contro il Covid-19 a causa di un disaccordo sul numero di dosi che si possono estrarre dalle singole fiale. Il problema nasce dal fatto che inizialmente l’accordo tra l’azienda farmaceutica e il paese scandinavo prevedeva il pagamento di cinque dosi per fiala mentre, stando ai quotidiani locali, Pfizer ha in seguito deciso di farne pagare sei. Il governo svedese ha chiesto all’Unione europea e a Pfizer di trovare un accordo su quante dosi debbano essere addebitate. In un’intervista al quotidiano Dagens Nyheter, il coordinatore svedese per i vaccini Richlard Bergstroem ha detto: «È inaccettabile. Se un paese ha la possibilità di ricevere solo cinque dosi, ha ricevuto meno dosi allo stesso prezzo».
I problemi con Pfizer
Anche in Italia, la settimana scorsa si sono verificati con il vaccino prodotto da Pfizer e BioNTech. Le aziende avevano infatti annunciato ritardi nell’invio delle dosi promesse inizialmente a causa di alcuni lavori nello stabilimento di produzione. In un primo momento, il commissario all’emergenza Covid Domenico Arcuri aveva detto di volere avviare una causa legale contro Pfizer e il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri aveva annunciato che il ritardo avrebbe posticipato di quattro settimane l’inizio delle vaccinazioni degli over 80.
Domenica 24 gennaio Sileri aveva poi rassicurato il paese dicendo, in un’intervista a Sky Tg24, che «il ritardo di Pfizer è superato, consegneranno nella prossima settimana il numero di dosi attese, poi verrà fatto il recupero di quelle mancanti».
Anche AstraZeneca riduce le dosi
Anche il vaccino prodotto da AstraZeneca non giungerà nel numero di dosi promesso. L’azienda ha annunciato che nel primo trimestre consegnerà il 60 per cento in meno dei vaccini promessi. Dopo questa decisione, la Commissione europea ha iniziato a fare pressioni su AstraZeneca affinché torni sui suoi passi e a prepararsi a proporre un regolamento per limitare le esportazioni di vaccini fuori dall’Unione.
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