- «Intendo continuare la mia offensiva culturale», dice Orbán dopo la sua vittoria elettorale. Gli avamposti dell’offensiva sono due think tank foraggiati dal governo: il Danube Institute e il Mathias Corvinus Collegium. Oltre a elaborare un apparato intellettuale a corredo della orbaniana «democrazia illiberale», svolgono il ruolo di snodi di una rete internazionale. Qui si rinsaldano le alleanze con la destra Usa, italiana, francese e non solo.
- A presiedere il Danube Institute c’è John O’Sullivan. Una volta era il consigliere di Margaret Thatcher, oggi «la mia ex amica Anne Applebaum mi considera un traditore». O’Sullivan racconta perché la sua strada si è intrecciata con quella di Orbán, e dove porta.
- Ma al Danube Institute c’è anche altro da scoprire. Le librerie sono sguarnite, non c’è biblioteca, e in compenso un gorilla tiene d’occhio il corridoio. Come mai? La risposta rivela fino a che punto il “pensatoio” è connesso al potere politico.
Orbán lancia l’offensiva culturale dal suo avamposto illiberale a Budapest

08 aprile 2022 • 06:00