- Băile Tușnad si trova in Romania, ma ogni estate diventa il centro ideologico d’Ungheria. Qui nel 2014 Viktor Orbán ha pronunciato il suo discorso-manifesto sullo «Stato illiberale», e qui è tornato a sciorinare i suoi programmi.
- Riguardano anche noi: ci sono i riferimenti al «povero Salvini», ai «quattro governi caduti di recente», e c’è quell’appuntamento imminente con i conservatori americani dove è di casa pure Giorgia Meloni. Ma i programmi di Orbán ci riguardano anche e soprattutto perché il premier amico della destra italiana teorizza «il post-Occidente», preconizza il ribaltamento degli equilibri in Europa e invoca a chiare lettere accordi con la Russia e la Cina.
- Dai suoi freddi calcoli sulla «eccezione ungherese» possiamo capire dove vuole andare e dove ci vuole trascinare. Oltre alla strategia c’è inoltre l’ideologia, ed è più cupa che mai. «Noi non vogliamo diventare un popolo di razza mista», dice Orbán.
Orbán, l’amico di Salvini e Meloni, difende la “razza” ungherese e Putin


25 luglio 2022 • 21:08