Suella Braverman non è più la Home Secretary in Gran Bretagna. Rishi Sunak ha optato per la sua rimozione dopo il controverso articolo sul Times in la ministra ha attaccato la polizia. L’effetto domino nel governo britannico ha portato al sorprendente ritorno sulla scena dell’ex leader dei conservatori dopo sette anni di letargo: entrerà nel governo come segretario agli Esteri.
Una giornata di grandi passeggiate su Downing Street. Alla fine il licenziamento più atteso nel Regno Unito è arrivato, provocando un sorprendente ritorno nella politica britannica. Suella Braverman non è più la Home Secretary, con Rishi Sunak che ha optato per la sua rimozione dopo il controverso articolo in cui l’ormai ex ministra ha attaccato la polizia. L’editoriale sul Times aveva scatenato diverse polemiche e Sunak ha preso la palla al balzo per effettuare un clamoroso rimpasto.
Le pressioni interne ed esterne sul premier lo hanno fatto propendere per il cambio, non solo dopo l’editoriale di Braverman, ma anche per la gestione del Remembrance Day britannico e della manifestazione pro Palestina andata in scena sabato a Londra.
Nel weekend, infatti, si sono verificati disordini tra i nazionalisti della English defense league – scesi in strada con il pretesto di proteggere il Cenotaph e i luoghi simbolo della memoria – la polizia e alcuni manifestanti filo palestinesi. Decine gli arresti, con Braverman che è stata accusata di aver alimentato le tensioni con le sue dichiarazioni.
Sunak, quindi, ha rimpiazzato la ministra, assumendosi i rischi di rendere Braverman ancor più la figura di riferimento della destra Tory. Una posizione che la stessa politica è pronta a sfruttare il prossimo anno prima e dopo le elezioni generali. Non a caso Braverman ha promesso di dire «tutto a tempo debito», a dimostrazione della sua intenzione di rimanere sulla scena per cercare di scalare i vertici del partito conservatore.
Il ritorno di David Cameron
La rimozione dal governo di Braverman, anche se non scontata, era prevedibile. Tuttavia, pochi minuti dopo l’annuncio del suo licenziamento, nel centro di Londra è stata avvistata una figura sorprendente. A Downing Street, infatti, sono entrati a poca distanza l’uno dall’altro prima il ministro degli Esteri James Cleverly e poi soprattutto l’ex premier David Cameron.
L’effetto domino nel governo britannico ha portato al sorprendente ritorno dell’ex leader dei conservatori dopo sette anni di letargo: Cleverly sostituirà Braverman, mentre Cameron entrerà nel governo come segretario agli Esteri. Il primo ministro dal 2010 al 2016 torna quindi alla ribalta e nonostante alcune recenti divergenze Cameron si è detto pronto ad aiutare Sunak con la sua esperienza.
Il nuovo ruolo di Cleverly
Cleverly, invece, raccoglierà l’eredità di Braverman. Un testimone e un tempismo non banale, visto che mercoledì la Corte suprema si pronuncerà sul piano Ruanda, tanto promosso dall’ex ministra. I Tories, nell’annunciare il passaggio all’Home office di Cleverly, hanno usato un’emblematica frase: «Fermerà le barche».
Era una delle promesse fatte da Sunak una volta salito al potere in riferimento alle migrazioni irregolari, ora sarà compito di Cleverly che però dovrà anche riappacificare il ministero con l’apparato delle forze dell’ordine dopo il caso Braverman. E infatti tra le tre priorità dichiarate dal nuovo ministro è presente anche un diplomatico «supportare la nostra polizia per mantenerci al sicuro».
Il profondo rimpasto
Il rimpasto, però, non ha compreso solo la cacciata di Braverman e la chiamata di Cameron. A dare un diverso assetto all’esecutivo sono stati numerosi cambiamenti, intasando di traffico pedonale a Downing Street. Il ministro della Scuola Nick Gibb ha lasciato il governo, così come la ministra per l’Ambiente Thérèse Coffey, sostituita da Steve Barclay; segretaria alla Salute è quindi diventata Victoria Atkins mentre quello ai Trasporti Jesse Norman ha chiesto di fare un passo indietro, come il ministro per la Scienza George Freeman.
Licenziata anche Rachel Maclean, al dicastero dell’Edilizia è stato nominato Lee Rowley. A rimanere in sella, invece, il cancelliere dello Scacchiere Jeremy Hunt, dopo settimane di dubbi sulla sua posizione. Al Tesoro, però, ci sarà una nuova segretaria: Laura Trott. A cambiare è stato poi il presidente dei Tories, con l’incarico dato a Richard Holden al posto di Greg Hands, bruciato dalle sconfitte nelle recenti elezioni suppletive e locali.
La scommessa di Sunak
Il nuovo reset, nella testa del premier Sunak, serve a preparare definitivamente il governo e i conservatori alle urne del prossimo anno. Il segnale sembra chiaro: svoltare verso una linea più moderata, più centrista, per cercare di rincorrere i laburisti lontani nei sondaggi.
Per questo ha scelto figure più istituzionali e poco esuberanti, in modo da procedere con meno sbandate possibili fino alle elezioni, anche se così facendo il premier ha sconfessato i suoi proclami di rinnovamento del partito.
L’ennesimo rimpasto, annunciato sui social dai Tories come se si trattasse di calciomercato, ha però ricevuto le critiche dall’ala interna più radicale. Il sempre influente Jacob Rees-Mogg ha definito l’allontanamento di Braverman un errore. «Suella capisce cosa pensa il paese sull’immigrazione, capisce le preoccupazioni del Regno Unito» ha ammesso l’ex ministro, già a capo dello European Research Group.
La scommessa di Sunak è provare a difendere il Blue Wall, intercettando i voti moderati del sud che oggi sembrano destinati ai liberal democratici o ai laburisti di Keir Starmer. Alla fine, visti gli attuali sondaggi, è legittimo provarle tutte.
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