Il progetto è stato avviato nel 2009. Prima che «Putin decidesse di lanciare una guerra energetica contro l’Europa», ha detto la presidente della Commissione Ue, la Bulgaria riceveva l’80 percento del gas dalla Russia.
- Il progetto è stato avviato nel 2009 e sostenuto dai fondi europei ed è considerato un punto di svolta per la sicurezza energetica dell’Europa,
- Prima che «Putin decidesse di lanciare una guerra energetica contro l’Europa», ha detto la presidente della Commissione Ue, la Bulgaria riceveva l’80 percento del gas dalla Russia.
- Von der Leyen ha rilanciato un generico appello a «fare di più per contenere l’aumento vertiginoso dei prezzi dell’energia che sta indebolendo la nostra economia».
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha inaugurato a Sofia l'interconnettore di gas tra Grecia e Bulgaria. Si tratta di un progetto in discussione da oltre dieci anni, che oggi risulta indispensabile per la Bulgaria «duramente colpita dalla decisione di Gazprom» di fermare il passaggio del gas dal territorio ucraino.
Sicurezza energetica
«Ci è voluta molta determinazione per raggiungere l'obiettivo, e oggi voglio ringraziare i governi bulgaro e greco per averlo realizzato», ha affermato von der Leyen durante la cerimonia di inaugurazione.
Il progetto, avviato nel 2009, è stato sostenuto dall’Ue «sin dal primo giorno, sia finanziariamente che politicamente. Con un contributo complessivo di 250 milioni di euro». La presidente della Commissione Ue parla dell’inizio di una nuova era per l’Europa sudorientale, ricordando che la Bulgaria riceveva l’80 percento del gas dalla Russia, prima che «Putin decidesse di lanciare una guerra energetica contro l’Europa».
Il gasdotto è considerato un punto di svolta per la sicurezza energetica dell’Europa, che ora dispone di «tutto ciò di cui ha bisogno per liberarsi dalla dipendenza dalla Russia», ha precisato Von der Leyen, che ha poi rilanciato un generico appello a «fare di più per contenere l’aumento vertiginoso dei prezzi dell’energia che sta indebolendo la nostra economia».
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