Si chiama Football Sicily Dc ma per tutti porta il nome di Totò Cuffaro, l’abile regista della politica siciliana con una condanna alle spalle per aver favorito la mafia. La nuova Dc punta in alto
La chiamano Cuffaro Football Club. È la squadra di calcio del partito. Sì, perché c’è pure quella, nella Nuova Dc, il partito del segretario nazionale Salvatore Cuffaro. Si chiama Football Sicily Dc e nasce perché «lo sport serve per far avvicinare la gente alla politica» dice il mister, Giuseppe Giordano, anche responsabile del dipartimento sport.
Partite giocate, finora, zero. Per mancanza di avversari, mica per la rosa. Anzi, con tutti questi giovani tesserati, c’è la fila per giocare a calcio sotto le insegne del Maradona della politica siciliana, Totò Cuffaro. La nuova Dc ha anche il movimento giovanile, con tutti i crismi, i circoli, i responsabili di collegio. Cosa porti un giovane di venti anni, nel 2023, in Sicilia, a scegliere di fare politica nel partito di Totò Cuffaro è roba da sociologia hard, ma intanto è così.
Totò Cuffaro è il nuovo che avanza della politica siciliana. Nel centrodestra della regione, il primo partito, nei fatti, è quello inventato dall’ex governatore dopo aver scontato la detenzione per la condanna per favoreggiamento alla mafia. La politica siciliana ha sempre voglia di Cuffaro.
Avanti il nuovo
Lo si capisce aggirandosi tra i tantissimi delegati del primo congresso della Nuova Dc, tenuto sabato 16 settembre a Palermo. In tanti non sanno neanche perché sono lì. È un congresso nazionale? È regionale? «Siamo qui per Totò» dicono. E tanto basta. Cuffaro che gigioneggia, dà le carte ma dice che non è il mazziere, si fa vedere e si nasconde.
Trama con il presidente attuale della Regione, Renato Schifani («Siamo amici da 25 anni») e con l’ex Raffaele Lombardo, per far breccia in quel che resta di Forza Italia e costruire un grande centro che faccia man bassa di voti alle prossime Europee e alle Provinciali, che in Sicilia mancano da undici anni: «Il nostro obiettivo è rafforzare il rapporto con Forza Italia e costruire una casa comune sotto le insegne dei Popolari europei» spiega. C’è una differenza rispetto ai tempi d’oro in cui lui era il Totò Vasa Vasa a capo della Regione: «Prima dovevo chiamare io le persone, adesso sono loro che vengono da me».
O bianco fiore
Per la cronaca l’assemblea ha eletto segretario regionale Stefano Cirillo, medico e manager della sanità e fondatore, con l’amico Totò, della onlus “Aiutiamo il Burundi”. È il paese al quale Cuffaro ha dedicato il suo impegno di volontario dopo essere uscito dal carcere, gestendo una struttura sanitaria. Per gli amanti del genere, c’è anche un film che racconta l’esperienza, si chiama 1768 giorni.
«Sto facendo di tutto per rimediare ai miei errori. Mi addolora quando si ricordano gli eroi di questa terra, Falcone e Borsellino, e si tira in ballo il mio nome. Ho sbagliato. E cerco di spiegare ai giovani che la politica si fa con passione e senso della legalità», dice Cuffaro.
Gli stessi giovani che si fanno i selfie mentre cantano l’inno del partito, «O bianco fiore / simbol d’amore …» e si commuovono quando il caro leader, dal palco, ha un pensiero, con gli occhi lucidi, per le sofferenze dei carcerati, «esseri umani che hanno bisogno di opportunità di riscatto» e ricorda il sacrificio di sua moglie «che si faceva cinque ore di attesa in piedi per venirmi a trovare in carcere».
Tra i volti del corso nuovo c’è anche Caterina Pirandello, pronipote del premio Nobel, e responsabile del dipartimento turismo. Qualche giorno fa ha portato in giro per la Sicilia, a nome del partito, una delegazione da Bruxelles della «Commissione Europea per la cultura e il turismo. È andata benissimo, grazie alle capacità di attrazione del ficodindia siciliano» dice. Il trisavolo ci avrebbe scritto una novella.
Cuffaro cresce e fa paura al centrodestra: adesso conta già su 5 deputati, 2 assessori regionali, 46 consiglieri comunali, 12.500 tesserati. E un presidente: Renato Schifani, con cui ha stretto un patto di ferro. Sul piatto: le nomine di sottogoverno in vista delle Europee. Dai manager delle aziende sanitarie provinciali e dei grandi ospedali, fino ai membri dei consorzi universitari. E già circola una voce, con insistenza, nei corridoi di Palazzo dei Normanni. Che il ritorno al futuro è appena iniziato. E proprio Cuffaro sarà il prossimo presidente della Regione Siciliana, nel 2027, forse anche prima. E non si dica che nessuno l’aveva detto.
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