La presidente della Commissione Von der Leyen e il cancelliere tedesco Scholz segnalano la loro intenzione di partecipare alla riunione dei paesi più industrializzati. Si rischia una spaccatura con Stati Uniti, Regno Unito e Canada
Mentre il Cremlino conferma la presenza del presidente russo Vladimir Putin al G20 che si terrà in Indonesia a novembre, i leader europei sembrano decisi a non boicottare il vertice nonostante l’invasione russa. «Dobbiamo pensare molto bene se vogliamo paralizzare il G20. Io non sono per questa opzione», ha detto questa mattina la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen.
Il G20 è forum intergovernativo che riunisce le 19 principali economie del mondo più l’Unione europea e si occupa soprattutto di questioni economiche. «L'istituzione del G20 è troppo importante per lasciare che Putin la distrugga – ha aggiunto Von der Leyen – Ma non ci sarà alcun business as usual nel trattare con il presidente russo».
Più prudente, ma comunque possibilista anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz. «Una cosa è chiara – ha detto questa mattina Scholz – Il G20 deve ancora giocare un ruolo. E noi abbiamo la comune convinzione di non voler silurare il summit». Scholz ha aggiunto che la decisione definitiva sarà presa all’ultimo momento poiché «la situazione globale potrebbe cambiare molto prima di allora».
L’invito a Putin e Zelensky
Il presidente russo è stato formalmente invitato al G20 dal suo omologo indonesiano Joko Widodo lo scorso aprile. Widodo ha invitato anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che non ha ancora fornito una risposta definitiva sulla sua partecipazione.
La conferma di Putin invece è arrivata oggi, dopo le dichiarazioni di Scholz e Von der Leyen, tramite un comunicato del suo consigliere per le questioni diplomatiche Yury Ushakov. L’Ucraina non fa parte del G20, ma il capo di governo del paese che ospita il vertice ha il diritto di invitare paesi non membri. La Russia fa parte dell’organizzazione dalla sua fondazione, anche se dopo l’invasione dell’Ucraina diversi leader politici, tra cui il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ne hanno chiesto l’espulsione.
La questione di come comportarsi con la Russia al vertice rimane divisiva per i membri del G20. Mentre Von der Leyen e Scholz sembrano inclini a partecipare, Stati Uniti, Regno Unito e Canada hanno già dato indicazioni di quello che potrebbe accadere a novembre in Indonesia. Alla riunione dei ministri delle Finanze dei paesi membri, lo scorso aprile, i delegati dei tre paesi sono usciti dalla sala dove stava per parlare il loro omologo russo.
Il G20
Fondato nel 1999, il G20 è un forum intergovernativo dove sono rappresentati paesi che contano per circa il 90 per cento del Pil mondiale. Il suo principale scopo è il coordinamento su questioni economiche, finanziaria e, di recente, climatiche. Dal 2008, i capi di stato e di governo dei paesi membri del G20 si incontrano almeno una volta l’anno.
Al vertice in Australia del 2014, dopo l’annessione della Crimea e l’inizio della guerra in Donbass, Putin era stato criticato dagli altri partecipanti al vertice che ha lasciato due giorni in anticipo. Da allora ha partecipato senza particolari incidenti a tutti gli altri summit, con l’eccezione del G20 di Roma lo scorso ottobre, quando è stato sostituito dal suo ministro delle Finanze, Anton Siluanov.
La posizione dell’Indonesia
Fin dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, l’Indonesia ha cercato di mantenere una posizione intermedia tra Russia e gli alleati dell’Ucraina. Il 2 marzo, l’Indonesia è stata tra i 141 paesi membri dell’Assemblea delle Nazioni unite che hanno approvato una risoluzione di condanna dell’invasione russa, ma non si è allineata alle sanzioni di Europa e Stati Uniti.
L’Indonesia è tra i membri fondatori del Movimento dei paesi non allineati, il blocco delle nazioni che durante la Guerra fredda non presero posizione tra Stati Uniti ed Unione sovietica. Da allora il paese ha sempre mantenuto una linea di neutralità geopolitica.
Attualmente, l’Indonesia è la principale economica del Sudest asiatico, oltre che il paese più popoloso della regione. I suoi ultimi governi hanno espresso preoccupazione per l’espansionismo della Cina in Asia, ma hanno un atteggiamento prudente anche nei confronti degli Stati Uniti. Nel passato, entrambi i paesi hanno pesantemente ingerito nelle vicende nazionali.
Per i leader indonesiani, la Russia è un importante fornitore di armi alternativo agli Stati Uniti. Inoltre, non vogliono che la Russia venga spinta nelle braccia della Cina dall’isolamento internazionale.
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