- Chi ha un green pass può usarlo ed entrare nei posti dove vige l’obbligo anche se è positivo al Covid.
- Non esiste ancora un sistema di revoca automatica del green pass per chi è stato contagiato.
- Il ministero della Salute sta preparando un decreto che risolva alcune delle lacune normative del sistema green pass.
È possibile andarsene in giro, allenarsi in una palestra, mangiare nei ristoranti e poi, magari, anche vedersi un bel film al cinema pur essendo positivi al coronavirus? La risposta è sì.
Basta essere vaccinati e quindi avere un green pass. Tutto questo perché in Italia non è ancora attiva la revoca dei green pass a chi risulta positivo a un tampone. Violare la quarantena se si è positivi è ovviamente un reato. Ma per essere puniti bisogna incorrere in un controllo delle forze dell’ordine. E le probabilità di farla franca sono piuttosto alte.
Avere un sistema di revoca dei green pass almeno limiterebbe la circolazione di positivi che volessero violare la quarantena. Aiuterebbe quindi la lotta alla pandemia.
Lacuna da risolvere
A quanto risulta da fonti ministeriali, l’assenza di revoca è una lacuna normativa che il ministero della Salute risolverà entro il 15 dicembre, insieme ad altri aggiustamenti in ambito green pass e vaccinazioni obbligatorie.
Per mettere a punto il meccanismo di revoche del green pass serve un decreto ministeriale che permetta di usare i dati dei tamponi molecolari positivi insieme con il sistema green pass nazionale. A oggi i due sistemi non si parlano. La norma prevede solo la revoca per positività comunicate dal medico di famiglia.
Grazie al nuovo decreto, insomma, la piattaforma dei green pass potrebbe apprendere in tempo reale se uno dei cittadini lì presenti ha fatto un tampone positivo. La piattaforma si aggiornerebbe quindi in automatico per disabilitare il green pass di chi è positivo, per riattivarlo solo una volta certificata la guarigione.
La norma deve essere vagliata dal Garante per la privacy, il cui parere positivo è necessario per procedere con l’utilizzo dei dati dei tamponi.
A quanto risulta, il Garante attende di ricevere formalmente il testo del decreto dal ministero per dare il parere. Allo stato non si evidenziano criticità su questo fronte. Il parere sarà probabilmente positivo e arriverà anche in pochi giorni. La lotta alla quarta ondata del virus e alla nuova variante Omicron richiede tempi stretti.
I non vaccinati
Nello stesso decreto il ministero inserirà un sistema di accesso semplificato ai dati di chi non è vaccinato, solo per le categorie per cui è in vigore l’obbligo vaccinale. Una novità che deve partire entro il 15 dicembre perché da quella data il vaccino diventerà obbligatorio anche per le forze dell’ordine, i militari e il personale scolastico. Mentre fino a oggi lo è stato solo per sanitari e personale delle Rsa.
L’accesso semplificato permetterà ai responsabili di vedere subito, tramite una pagina in un portale Inps e in automatico, quali sono i dipendenti privi di vaccinazione. È un sistema simile a quello già usato per verificare, sempre tramite Inps, se il dipendente è privo di green pass.
È necessario semplificare la verifica dell’obbligo vaccinale perché finora il sistema dei controlli è stato troppo macchinoso, tanto che ci sono ancora medici e infermieri in servizio che non sono in regola e vengono scoperti solo tramite controlli a sorpresa. Con il nuovo sistema sfuggire al controllo sarà molto più complicato.
Non è finita. In lavorazione c’è anche un altro decreto ministeriale per risolvere un’ulteriore lacuna: i certificati di esenzione al green pass, previsti per alcune condizioni di salute. Questi certificati sono ancora cartacei. Con il nuovo decreto chi è esentato avrà invece un Qr-code analogo al green pass e mostrerà quello ai controlli, con l’app VerificaC19 che dovrà ricevere un aggiornamento ad hoc. Per gli esenti un sistema più comodo e anche più rispettoso della privacy.
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