Niente presidenza di Sport e salute nell’uovo di Pasqua per Giuseppe De Mita. Il figlio illustre di cotanto e compianto padre, Ciriaco De Mita, storico leader democristiano ed ex presidente del Consiglio, è rimasto a bocca asciutta. Nel cdm della settimana santa, infatti, il ministro dello Sport, Andrea Abodi, aveva immaginato di inserire la misura per modificare la governance della società voluta, nel 2018, da Giancarlo Giorgetti. Una missione fallita.

L’obiettivo resta comunque quello di portare De Mita jr. al timone nelle prossime settimane. Abodi vuole garantire il salto di qualità nella carriera del figlio del leader di Nusco, sparito un po’ dai radar da qualche tempo nonostante amicizie di peso, in primis quella dell’imprenditore Marco Mezzaroma, vicino ad Arianna Meloni, sorella della presidente del Consiglio. Giuseppe De Mita mira a muovere le leve dell’ente che elargisce i contributi agli organismi sportivi e Abodi a consolidare il proprio sistema di potere.

La carriera di De Mita jr.

Le relazioni di Ciriaco De Mita hanno garantito al figlio ottime entrature nel sistema di potere romano, soprattutto nel campo della comunicazione. Con qualche novità recente. Il rampollo della dinastia di Nusco è infatti diventato membro del cda della società Cinecittà spa, società in house del ministero dell’Economia.

La nomina è diventata esecutiva solo qualche giorno fa con un compenso di 20mila euro all’anno. Non tanti, certo, ma pur sempre una somma significativa per chi nel 2021 ha dichiarato un reddito di poco superiore ai 38mila euro, nonostante fosse amministratore unico della Lasim, società di consulenza imprenditoriale. La poltrona resterà a sua disposizione almeno fino alla metà del 2024 ed è stata ottenuta attraverso i buoni uffici con il governo, nel caso specifico con il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

Il dicastero dell’ex direttore del Tg2 esercita infatti i diritti del Mef. Secondo alcuni si tratta di un’anomalia, visto che De Mita non si è occupato in precedenza della «gestione degli studi e dei servizi destinati alle industrie audiovisive e creative», come si legge alla voce “mission” sul sito ufficiale di Cinecittà spa. Del resto, lo stesso figlio d’arte nel curriculum si definisce «manager con significativa esperienza e un solido background nell’ambito delle relazioni esterne e della comunicazione».

Nel 1992 è stato ingaggiato come addetto stampa della Lazio, all’inizio dell’epopea legata al nome di Sergio Cragnotti, trampolino di lancio all’approdo nella Gea, che ha gestito i contratti di tanti big del calcio mondiale. Altri tempi. Ma comunque funzionali alla sua ascesa, utili a cementare i rapporti con il mondo imprenditoriale della capitale.

Su tutti spicca Mezzaroma, che lo ha voluto come testimone delle nozze celebrate, nel 2011, con Mara Carfagna, all’epoca esponente di spicco di Forza Italia. Il cerchio si chiude con l’approdo al governo di Giorgia Meloni: proprio l’imprenditore è pronto a spendersi per l’amico, attraverso Abodi, per riportarlo nel suo habitat naturale, quello dello sport.

Non solo De Mita

Per la governance di Sport e salute si lavora anche su altri fronti. Come quello che vorrebbe Diego Nepi Molineris, attuale direttore generale della società, nelle vesti di amministratore delegato. Si tratta di un nome noto nel mondo sportivo di Roma, per decenni “gran cerimoniere” degli eventi al Foro Italico, nonché direttore di Piazza di Siena, appuntamento clou dell’equitazione mondiale che si svolge a Villa Borghese. Nepi Molineris rappresenterebbe la continuità della gestione, a conferma dell’asse consolidato tra Abodi e Giorgetti.

Il ministro dello Sport cerca però una collocazione anche a Michele Uva, già direttore generale della Federcalcio, silurato da Gabriele Gravina, che ha un problema: la recente vicinanza al Pd dell’èra di Enrico Letta. Nel progetto di revisione del mondo sportivo, firmato Abodi, c’è poi il rifacimento a propria immagine e somiglianza dell’Istituto di credito sportivo, affidato ad Antonella Baldino, sua fedelissima, tuttora vicepresidente vicaria dell’ente che ha proiettato l’attuale ministro nel mondo della politica.

L’intento è quello di rafforzare l’Istituto avendo in Baldino una interlocutrice di fiducia. Ma secondo alcune indiscrezioni Abodi sta anche cercando di costruirsi una exit strategy: in caso di chiusura anticipata dell'esperienza di governo, avrebbe un approdo pronto a riaccoglierlo. Con una serie di appoggi, da Sport e salute in giù.

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