Secondo i dirigenti di Italia Viva, l’alleanza con Azione non è scontata e Calenda dice che non c’è ancora un accordo. Nel frattempo Alessandro Di Battista annuncia che non si candiderà e attacca Grillo: «Padre padrone»
Dopo la chiusura delle trattative interne al centrosinistra, sembra che si avviino alle elezioni quattro grandi soggetti politici, oltre ad altre liste minori: centrodestra, centrosinistra, Cinque stelle e terzo polo, ammesso che Carlo Calenda e Matteo Renzi possano trovare un accordo.
La diretta
19.14 – «Non parlo più di accordi finché sono stati siglati col sangue», ha detto il leader di Azione Carlo Calenda arrivando alla sede del partito.
18.24 – Gasparri spiega il simbolo con il quale Forza Italia correrà alle elezioni
«Il riferimento nel simbolo di Forza Italia al Partito popolare europeo indica una strategia e offre risposte alle esigenze dell’Italia. Berlusconi ha battezzato il nostro movimento Forza Italia perché ritiene prioritaria la difesa dei valori, dell’identità, della storia e del futuro della nostra nazione. Ma sappiamo tutti bene che oggi i nostri destini si intrecciano con quelli dell’Europa», spiega il senatore azzurrino Maurizio Gasparri. «Dobbiamo riproporre un forte ruolo italiano in un contesto europeo. E per fronteggiare la concorrenza sleale della Cina e le tante minacce del nostro tempo, serve sì, una forte e decisa identità nazionale, ma serve anche un’Europa che sappia stare in piedi e sappia farsi rispettare nel mondo», aggiunge.
16.00 – Calenda e Renzi trattano, ma ci sono difficoltà
«Spero che nasca il terzo polo, ci sono le condizioni perché nasca. C'é una discussione con Italia Viva che dev'essere chiara, ora integrare due corpi», ha detto il leader di Azione Carlo Calenda in un’intervista al direttore della Stampa Massimo Gianni. Ma, precisa Calenda «L'accordo non c'è ancora», né è previsto un incontro oggi. Nel frattempo, fonti di Italia Viva dicono alle agenzie che «tra i dirigenti c'è scetticismo sulla possibilità che Calenda raggiunga un accordo».
15.30 – Di Maio candida l’attivista ambientalista
Luigi Di Maio ha presentato la candidatura con Impegno civico di Federica Gasbarro, attivista ambientalista che ha rappresentato l’Italia in diversi incontri internazionali, ma da cui l’organizzazione Fridays for future Italia ha preso le distanze. «Federica non rappresenta in maniera ufficiale il pensiero dietro il nostro movimento contro i cambiamenti climatici –scriveva a gennaio il movimento – Federica è stata più volte richiamata dal movimento per aver approfittato degli spazi concessi per accrescere la sua immagine personale e dare una visione edulcorata delle proteste».
14.50 – Toti scettico sugli annunci di tagli di tasse
Il presidente della regione Liguria, che con il suo piccolo partito Italia al centro sosterrà il centrodestra alle prossime elezioni, ha preso in qualche modo le distanze dalla esternazioni sulle imposte dei suoi colleghi di coalizione. «Con i soliti che prometteranno meno tasse, diamoci delle regole perché gli italiani sappiano quali promesse possono essere mantenute», ha detto Toti in un video diffuso sui social. «Prima regola: chiunque dica che abbasserà le tasse, anche solo di un euro, deve anche spiegare dove prenderà i soldi per farlo perché, se non si diminuisce la spesa o non si aumenta il Pil, ovvero la ricchezza, nessuno riuscirà realmente a diminuirle».
14.20 – Sala contro la flat tax
Il sindaco di Milano Beppe Sala, che alle prossime elezioni sosterrà Impegno Civico, la lista di Luigi Di Maio, dedica un post su Facebook ad attaccare la flat tax, principale proposta economica del centrodestra.
14.00 – Simboli di centrodestra
Non c’è ancora ufficialità, ma fonti di Lega e Fratelli d’Italia confermano che il 25 settembre si presenteranno con gli stessi simboli utilizzati alle elezioni 2018. Una figura stilizzata di Alberto da Giussano con la scritta Lega e Salvini premier per la Lega e la Fiamma tricolore con la scritta grande Meloni e più piccola Fratelli d’Italia per FdI.
13.45 – Sedici seggi e una lista unica per i centristi di destra
Secondo l’agenza AdnKronos, le forze di centrodestra avrebbero deciso di riunire in un’unica lista tutte le formazioni centriste che gravitano intorno allo schieramento e di assegnare loro 16 collegi uninominali. I quattro partiti sono: l’Udc di Lorenzo Cesa, Coraggio Italia del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, Noi con l’Italia di Maurizio Lupi e Italia al centro del presidente della Liguria Giovanni Toti. Inizialmente, queste formazioni si erano accordate separatamente (Udc con Coraggio Italia e Noi con l’Italia insieme ad Italia al centro). Alle elezioni del 25 settembre, questi gruppi si presenteranno invece uniti sotto un unico simbolo che è ancora in fase di studio.
13.30 – Camera, niente riforma dei regolamenti
La riunione della giunta per il regolamento della Camera non è riuscita a trovare una accordo sulle modifiche necessarie per il taglio dei parlamentari. Si tratta di cambiamenti necessari ad assicurare il funzionamento della Camera dopo la riforma costituzionale che ha ridotto il numero di deputati. La mancata approvazione è stata causata dall’opposizione di Pd e partiti di centro alla bozza proposta dal centrodestra, poiché non includeva una modifica dei regolamenti dei gruppi. La modifica toccherà quindi al nuovo parlamento che si insedierà dopo il 25 settembre. Il Senato ha invece approvato le modifiche alla fine di luglio.
13.20 – Mollicone, Fratelli d’Italia: «Abolire il reddito di cittadinanza»
«Riteniamo fondamentale rivedere il Reddito di Cittadinanza la cui abolizione non è più rinviabile visti gli scarsi risultati a fronte dei miliardi spesi. L'assistenzialismo non può essere la risposta alla domanda di occupazione, bisogna abbattere il cuneo fiscale per rendere più pesanti le buste paga degli italiani e alleggerire i costi sostenuti dalle imprese, chi assume pagherà di meno e i lavoratori guadagneranno di più». Lo ha detto Federico Mollicone, deputato e responsabile della cultura del partito di Giorgia Meloni.
13.05 – Il nuovo simbolo di Forza Italia
È stato presentato oggi il nuovo simbolo di Forza Italia. Oltre al classico logo del partito e la scritta “Berlusconi presidente”, il simbolo include anche un riferimento al Partito popolare europeo, di cui la formazione di Berlusconi fa parte.
13.00 – I temi di Salvini
«Le cose da fare nella prossima manovra economica di ottobre per la Lega saranno le due: pace fiscale tra cittadini ed Equitalia e azzeramento della legge Fornero per aprire spazi di lavoro ai giovani», ha detto il leader della Lega Matteo Salvini durante una visita all’ospedale Niguarda di Milano.
12.20 – «Ciao a tutti, in questi giorni in molti si sono espressi su una mia eventuale candidatura. Ho letto i vostri commenti e vi ringrazio per i suggerimenti e per la vostra stima. In questi giorni ho fatto tutti i passaggi che consideravo necessari per prendere una decisione approfondita. Come potete immaginare non è stato facile. Non ritengo ci siano le condizioni per una mia candidatura alle prossime elezioni politiche». Così Alessandro Di Battista in una diretta YouTube. Di Battista non si è candidato alle parlamentarie del Movimento e ora spiega di ritenere di non sentirsi più gradito e che molte sue posizioni non sono condivise dal resto del Movimento.
Di Battista se la prende con Luigi Di Maio, con cui ha avuto scontri anche in passato e che ritiene il principale responsabile del calo nei sondaggi del Movimento negli ultimi mesi, a causa dell’ingresso nel governo Draghi e dell’alleanza col Pd «che è il partito con cui ho meno sintonia».
«Io non posso dare al Movimento 5 stelle una fiducia in bianco» dice Di Battista, spiegando che il garante non lo vuole e «non è riuscito a prendersi pubblicamente le proprie responsabilità». L’ex deputato dice che non si fida di Beppe Grillo, che «ancora fa il padre padrone, e io sotto Grillo non ci sto».
Il garante dovrebbe fare «un passo di lato» secondo Di Battista che promette di continuare a parlare da dentro. L’ex parlamentare ha annunciato l’intenzione di creare un’associazione culturale civica «per fare politica dal basso».
11.49 – Secondo un sondaggio YouTrend per Sky, Azione sarebbe precipitata al 2 per cento. In effetti, l’istituto aveva sempre rilevato la federazione Azione e +Europa intorno al 3-4 per cento, a differenza di altre rilevazioni che la davano anche oltre il 5 per cento.
11.45 – Resta aperto per il centrodestra la questione Sicilia. «Stiamo lavorando, Forza Italia è in grado di presentare candidati di alto livello, a partire da Prestigiacomo. Siano la forza politica più consistente in Sicilia e riteniamo di avere il diritto di prelazione. Poi si vedrà. Ci siederemo al tavolo. Ci confronteremo con spirito collaborativo. Siamo all'inizio di un confronto» ha detto Tajani.
11.21 – Forza Italia presenta il simbolo, che contiene un riferimento esplicito al Partito popolare europeo, di cui il partito di Berlusconi fa parte come unico alleato della coalizione di centrodestra.
«È la nostra scelta europeista, significato importante, siamo legati alla tradizione di De Gasperi, siamo parte della famiglia di maggioranza del parlamento europeo» dice Antonio Tajani, coordinatore di FI, presentando il simbolo. «Siamo il centro alternativo alla sinistra, il centro della politica».
11.17 – Per costruire una nuova centrale nucleare «dalla posa della prima pietra, occorrono 7 anni, non 7 giorni. Quindi, se mai si comincia, mai si arriva. Quindi se vinciamo le elezioni, il primo gennaio 2023 si torna a essere al pari di tutti gli altri Paesi al mondo: nell'arco di 7 anni potremmo produrre energia a minor costo rispetto a quella di oggi». A dirlo è Matteo Salvini, a margine di un intervento a Milano.
10.49 – «Se prende un voto in più Giorgia Meloni, il premier lo fa Giorgia Meloni. Se prende un voto in più Matteo Salvini, lo fa Matteo Salvini. Più chiaro, bello e lineare di così non si può». Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini a margine di una visita alla sede di Telefono Donna Onlus nell'Asst Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano.
«Il programma è fatto, le candidature sono sostanzialmente definite, regione per regione. Mancano i nomi, e ci arriviamo a cavallo di Ferragosto».
10.37 – «Una delle regole più scontate, soprattutto quando si rompe di colpo un'alleanza, è cercare di seminare zizzania nel campo avverso. Ho il timore che a questo sia dedito Calenda che prima ha più volte sottolineato di avere telefonato a me e non a Letta e ora ammicca addirittura al fatto che io avrei “capito perfettamente” le sue ragioni». Lo dice all'Ansa il ministro della Cultura, Dario Franceschini (Pd). «In effetti ho capito le sue motivazioni, totalmente sbagliate, e quando, nel corso di quella telefonata, ho cercato di parlarne, mi ha bloccato dicendo: non ho chiamato per discutere ma per comunicare una decisione già presa».
9.58 – Sergio Costa, l’ex ministro dell’Ambiente del governo Conte I, ha confermato l’indiscrezione che lo dava candidato alle parlamentarie Cinque stelle. «Sento di doverlo fare come gesto di lealtà nei confronti del Movimento che mi volle ministro quattro anni fa, ma non soltanto: sento di poter dare ancora il mio contributo al paese, e i valori del Movimento mi sono cari. A mio parere, se vissuti, sono la vera novità nell’orizzonte politico italiano» scrive su Facebook.
9.55 – «Il Partito democratico ha sbagliato tutto: Enrico Letta poteva fare o l'agenda Draghi, e allora doveva andare da noi, ad Azione, fino al Pd, ma ha scelto di dire di no perché ce l'ha con me per vicende personali; oppure poteva fare una cosa diversa, che io non avrei condiviso, l'alleanza di tutti contro la destra e a quel punto doveva parlare con i Cinque stelle. Finisce come l'asino di Buridano, che non sapendo dove girarsi muore di fame. Il Pd ha scelto una strada di non scelta». Lo ha detto Matteo Renzi, ospite di Omnibus su La7.
Intanto, Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana, ha spiegato di condividere la volontà di Enrico Letta di proporre una tassa patrimoniale per finnziare la cosiddetta dote ai diciottenni. «Letta ha proposto la tassa successione sui grandi patrimoni. Io condivido che sull'eredità, che non è prodotto del mio guadagno ma una mia fortuna, su quello si può applicare una ragionevole imposta».
9.44 – Il leader FI, Silvio Berlusconi, spiega che sta valutando se candidarsi. «Mi hanno assalito quelli del mio partito e anche degli altri partiti dicendomi “è importante che lei si candidi”, è importante di qui, è importante di là e quindi ho detto va bene, lasciatemi pensare un poco e poi decidiamo».
8.39 – Secondo Renzi «la grande ammucchiata non funziona. Si va dagli elettori condividendo delle idee, non uno schema con il numero dei collegi». Il leader di Italia viva in un’intervista al Messaggero tende la mano a Calenda aprendo alla nascita del Terzo polo. «Ci sono moderati che non vogliono votare la Fiamma, ci sono riformisti che non vogliono votare gli anti Draghi: dare loro un tetto significa avere una visione politica, non una lista di cose tecniche da fare».
Affrontando la questione dell'alleanza con Calenda dice: «Le idee in comune sono più vicine delle diversità metodologiche e caratteriali che ci separano. Noi ci siamo posizionati sul Terzo Polo da subito. Se Azione ci sta, siamo pronti a ricominciare insieme, senza primogeniture ma puntando al bene dell'Italia. Io e Carlo insieme possiamo fare il botto».
8.31 – La Stampa intervista Chiara Appendino, che ha presentato la propria autocandidatura per il collegio di Torino, molto difficile per il Movimento 5 stelle.
«Ho sempre sostenuto che il Movimento dovesse stare dentro il governo (Draghi) per responsabilità verso i temi di cui si è fatto portavoce» dice sulla caduta dell’ultimo esecutivo.
E, sulla fine del campo progressista, spiega che «è il Pd ad aver cambiato idea: hanno inserito gli inceneritori in un decreto che non c’entrava nulla ben sapendo che per noi era un punto politico. ll Pd deve decidere da che parte stare».
8.26 – In un’intervista a Repubblica Bruno Tabacci, cofondatore di Impegno civico, spiega che il suo nuovo partito ha «valore di passaggio generazionale. Luigi è più giovane dei miei figli».
Aggiunge poi di voler correre a Milano nell’uninominale, dove è stato eletto. «Per di Maio non sarà un problema perché è un candidato apprezzato. E poi Impegno civico conta di superare lo sbarramento del 3 per cento» necessario per entrare in parlamento.
«Il Centro di Renzi e di Calenda non va lontano, perché in politica chi non rispetta i patti perde la fiducia. L’Italia con Mario Draghi ha conquistato credibilità, e non può accettare giochi di prestigio: non siamo al circo. Letta ha il merito di avere smascherato Calenda e di avere individuato il perimetro delle alleanze».
8.23 – È in programma per oggi alle 17 l’ultima riunione del centrodestra sul programma. Anche oggi al lavoro ci saranno per Fdi il senatore Giovanbattista Fazzolari e l'europarlamentare e co-presidente dell'Ecr Raffaele Fitto; per la Lega il responsabile dei Dipartimenti Armando Siri e il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo e per Forza Italia il responsabile dei Dipartimenti Alessandro Cattaneo e il vicepresidente della Camera Andrea Mandelli. Al tavolo previsti anche i rappresentanti di Coraggio Italia, Udc, Noi per l'Italia e Italia al centro.
8.00 – Casalino racconta in un’intervista al Corriere della Sera che ha rinunciato a correre alle parlamentarie per non mettere in difficoltà Conte e che «la visione miope» di Davide Crippa, ex capogruppo M5s che non gli ha rinnovato il contratto a luglio ha «tarpato la sua creatività».
«Ho capito che la mia presenza in lista avrebbe scatenato polemiche e l’ultima cosa che voglio è arrecare un danno al Movimento o a Conte, a cui mi lega un rapporto di stima e affetto» dice.
7.30 – «Ci incontreremo a discuterne» dice Calenda in un’intervista a Repubblica a proposito di un possibile incontro con Renzi. «Tra noi un accordo non è né scontato né banale. Con Renzi ci sono rapporti deteriorati nel tempo, ci unisce una consonanza programmatica e ci dividono alcune scelte».
Calenda si dice poi certo di poter drenare i consensi dei moderati di centrodestra. «Se va bene toglierà tantissimi consensi alla destra nel proporzionale e questo compenserà il risultato dei collegi, anzi il saldo per loro sarà negativo. Posso mandare Forza Italia sotto il 3 per cento. Senza offesa, la parte sana di Forza Italia è con me».
Il leader di Azione ha anche spiegato che, diversamente da come sembrava nelle prime ore successive alla rottura, ha a disposizione un simbolo per evitare la raccolta delle firme entro il 21 agosto grazie alla sua elezione al parlamento europeo alle ultime elezioni.
© Riproduzione riservata