Per capire meglio l’oscuro affaire Italia-Russia, è utile raccontare chi sono le due figure chiave: Natalia Yurievna Pshenichnaya e Aleksandr Vasiliev Semenov. A marzo 2020, l’Italia è il paese al mondo dove si conta il numero più alto di contagi giornalieri, e le zone tra Milano e Bergamo sono flagellate dall’epidemia.

Il presidente russo Vladimir Putin chiama il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e gli offre aiuto. Conte lo accetta, i russi organizzano la missione “Dalla Russia con amore”.

La sera del 21 marzo, Putin chiama di persona Conte e gli chiede di aggiungere due nomi alla lista di persone autorizzate a sbarcare in Italia: che sono proprio Natalia Pshenichnaya e Aleksandr Semenov.

La sera del 22 marzo, all’aeroporto militare di Pratica di Mare atterrano 13 quadrireattori Ilyushin con 106 persone – 28 medici, 4 infermieri, 74 militari, camion e veicoli vari. Al comando della missione c’è il generale Sergey Kikot, vice comandante del reparto di difesa chimica, radiologica e biologica dell’esercito russo. E poi ci sono Natalia Pshenichnaya e Alexander Semenov. Chi sono realmente?

Strani scienziati

La dottoressa Pshenichnaya è vicedirettrice dell’Istituto centrale di ricerche epidemiologiche e professoressa di microbiologia dell’Università di Rostov; Aleksandr Semenov è un virologo dell’Istituto Pasteur di San Pietroburgo. Entrambi sono membri del Rospotrebnadzor, il Servizio Federale per la Sorveglianza dei Diritti del Consumatore e il Benessere dell’Uomo, la struttura sotto il comando diretto di Putin incaricata di gestire la lotta contro l’epidemia.

Il Rospotrebnadzor controlla il Centro Nazionale di Indagini di Biologia e Biotecnologie Vector, che ha sede a Koltsovo, in Siberia. Il Vector sulla carta figura come un centro di ricerca medica simile a quello una qualsiasi università occidentale, ma invece è una vera e propria compagnia farmaceutica.

In quei giorni, gli scienziati del Vector avevano richiesto allo Spallanzani di Roma i preziosi campioni di coronavirus in coltura che un team di ricercatori dell’Istituto erano riusciti a isolare da due turisti cinesi in visita nella capitale. Quel virus vivo in coltura era un materiale prezioso perché da esso si poteva sviluppare un vaccino.

Gli scienziati dello Spallanzani hanno consegnato il loro prezioso coronavirus vivo in cultura direttamente a Pshenichnaya e Semenov, che del Vector fanno parte? Probabilmente sì. Ma assieme al coronavirus gli scienziati dello Spallanzani hanno consegnato ai colleghi del Vector anche le istruzioni su come isolare e mantenere in coltura il prezioso coronavirus.

Con queste istruzioni in mano, Pshenichnaya e Semenov guidano la missione a Bergamo e dintorni, dove i russi si mettono a perlustrare ospedali e residenze per anziani, all’apparenza per sanificarle: e invece è ovvio che volessero procurarsi altri preziosi esemplari del virus vivo, e campioni delle nuove varianti mutate sorte nel frattempo, che ora sapevano come coltivare.

Le pubblicazioni poco scientifiche

Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved

Non era la prima volta che Putin spediva Pshenichnaya e Semenov in ‘missione’ con lo stesso scopo. Il 24 febbraio 2020, Putin li aveva inviati a Wuhan: facevano parte di una delegazione internazionale dell’Oms, e avevano il compito di visitare ospedali e laboratori cinesi da cui ottenere il virus.

Però, i compagni cinesi avevano proibito loro l’accesso a quelle strutture e il virus ai russi non lo avevano dato. E così, i russi si erano rivolti a noi italiani. Anche a dicembre 2021 Putin ha spedito sempre Pshenichnaya e Semenov in Sudafrica affinché cercassero un campione della nuova variante Omicron, appena apparsa in quel paese: perché per capire se il vaccino Sputnik, che sta tanto a cuore al presidente Putin, funziona sulle nuove varianti del coronavirus prima bisogna procurarsi i campioni su cui testare la sua efficacia.

Ma chi sono realmente Natalia Pshenichnaya e Alexander Semenov? Dovrebbero essere due scienziati, ma non hanno pubblicato un solo articolo di rilievo sulle riviste scientifiche più autorevoli.

Semenov ha scritto alcuni articoletti sui vaccini Sputnik e EpiVacCorona, i due vaccini di stato russi, la Pshenichnaya ha pubblicato su riviste minori, come “La rivista delle notizie mediche del Caucaso del nord”, alcuni studi sulla leishmaniosi e la filariosi, malattie provocate da parassiti che colpiscono gli animali e più raramente l’uomo.

Invece, specie negli ultimi tempi, Pshenichnaya e Semenov sono stati autori di molti articoli di geopolitica. Di ritorno dalla loro spedizione in Cina, i due hanno pubblicato sul “Giornale russo delle infezioni e dell’immunità” – rivista sconosciuta - un articolo dal titolo “Lezioni dall’epidemia di Covid 19 in Cina” in cui lodano i compagni cinesi per la loro bravura nel contenere l’epidemia.

Anche quando sono tornati dalla loro missione italiana Pshenichnaya e Semenov hanno scritto sulla stessa rivista un articolo simile, dal titolo “Lezioni da imparare: l’epidemia di Covid in Italia”: noi italiani avremmo sbagliato tutto, e ci siamo salvati solo grazie all’aiuto dei russi.

Nuovo ordine mondiale

Sputnik

Ma l’articolo che più di ogni altro svela quali fossero i reali interessi dei russi, e che costituisce un  manifesto politico, è quello che Natalia Pshenichnaya ha scritto assieme a Larisa Khoperskaya, una sociologa esperta in relazioni internazionali dell’Università di Bishkek, in Kirghizistan. L’articolo “La dimensione politica estera del coronavirus: come un virus determina il vero peso internazionale delle nazioni”, il 10 novembre 2020 è comparso su Planet360info, un sito legato a Russky Mir, cioè “Il mondo russo”, una fondazione creata per decreto presidenziale da Putin nel 2007, e che avrebbe lo scopo di promuovere la cultura russa nel mondo, ma che per molti è un organo di propaganda che fa parte del sistema di soft power del Cremlino.

Le due autrici sostengono che la pandemia da Covid-19 ha ribaltato la gerarchia geopolitica delle nazioni del mondo. Scrivono: «La pandemia ha davvero mostrato chi è chi nella lotta al coronavirus. I due paesi che non sono inclusi nell’elenco dei primi 50 stati in termini di reddito pro capite (secondo la Banca Mondiale), Russia e Cina, sono stati in grado non solo di combattere la pandemia da soli, ma anche di aiutare attivamente altri stati, sia sopra che sotto di loro per livello di reddito. Altri paesi con redditi più alti – gli Usa - hanno subito disastri. L’Italia ha chiesto attivamente un aiuto esterno (ai russi, ovviamente, ndA), che, forse, ha permesso di evitare ulteriori vittime umane e di far fronte con successo all’epidemia».

Il risultato è che «oggi nessuno mette in dubbio il fatto che ricchezza e potere si stanno spostando dal Nord e dall’Ovest all’Est e al Sud, e il vecchio ordine mondiale, dominato dagli Stati Uniti e dall’Europa, viene sostituito da un nuovo ordine mondiale in cui il ruolo crescente è svolto dagli Stati che si rafforzano, che non appartengono all’Occidente», e che sono, ovviamente, la Russia e la Cina.

Per le due autrici, nel mondo è in corso «uno scontro di opinioni su quali valori dovrebbero essere alla base della società moderna»: da una parte ci sono gli stati come la Russia e la Cina che sostengono “i valori tradizionali (la famiglia e la religione)”, dall’altra ci sono gli stati occidentali come gli Usa e l’Italia, in cui predominano «i valori liberal-democratici postmoderni (priorità dei diritti delle minoranze, LGBT, persone transgender, promozione dello stesso sesso matrimonio, sette religiose e culti)».

Tra tutte le nazioni occidentali l’Italia è quella che si è comportata peggio, perché non solo non ha ringraziato i russi per l’aiuto che ci hanno dato nella lotta contro la pandemia, ma ha persino screditato la loro missione umanitaria: «La vera disinformazione è stata la campagna lanciata dal conglomerato mediatico italiano Gedi nelle sue edizioni cartacee e online de la Repubblica e la Stampa contro l’azione umanitaria russa nel nord Italia».

Un solo italiano è stato gentile nei confronti dei russi e di Vladimir Putin: «Il primo ministro italiano Giuseppe Conte ha criticato le allusioni offensive a un presunto tornaconto politico dell’aiuto russo all’Italia, dicendo: “Sono profondamente offeso da queste insinuazioni molto pesanti. Questo è un insulto al governo italiano, così come al presidente russo Vladimir Putin, che non si è mai sognato di usare questo aiuto come sotterfugio”».

© Riproduzione riservata