Il Pd chiede le dimissioni del portavoce del ministro Lollobrigida, Paolo Signorelli, dopo la pubblicazione delle conversazioni in chat con Fabrizio Piscitelli, risalenti al 2018, zeppe di antisemitismo e «onore» ai neofascisti.

«Giorgia Meloni e i suoi non hanno mai voluto fare i conti con il loro passato, anche recentissimo. Il ministro dimetta il suo portavoce. Quello che sta emergendo è una cosa gravissima. A parlare è Alessia Morani, marchigiana, già deputata e sottosegretaria allo sviluppo economico del governo Conte II. Oggi è candidata Pd alle europee alla Circoscrizione Centro. «Al di là della vicenda giudiziaria, dimostra il livello di sub cultura ormai raggiunto a livello istituzionale. Non si possono sottovalutare parole che possono solo essere definite abiette e vergognose, senza considerare i legami che rivelano con un mondo di violenza neofascista che rigurgita e che va ricacciato indietro senza incertezze. Il ministro Lollobrigida è responsabile di ciò che fanno e dicono i suoi collaboratori e ancora non l’ha cacciato? Un’altra vergogna».

È arrivata alla fine di una campagna elettorale «bellissima», «ho deciso di farla tutta da sola io e la mia macchina. Mi sono fatta quasi 30mila chilometri senza autisti, senza codazzi. Ho incrociato finalmente tante persone che avevano voglia di confrontarsi, le abbiamo ascoltate, ed ora proveremo a dare risposte a tutte le paure che ci hanno manifestato. E soprattutto a tutte le speranze che ci hanno consegnato».

L’ultimo tratto della campagna elettorale si avvelena. Fin qui il Pd ha scelto di non rispondere a tutte le “provocazioni” che venivano dalla destra, ad esempio quelle sul fascismo.

Ma rievocare il fascismo non è una buffonata. È una cosa grave, è stato un periodo tragico della nostra storia. Si dà anche un messaggio sbagliato alle nuove generazioni. Abbiamo fatto della memoria un pilastro della cultura del paese. La destra da anni sta provando a ritirare fuori dalle fogne tutto il suo armamentario fascista. Ma troveranno un muro. Non solo della politica, soprattutto della cittadinanza.

Alla vigilia del voto il governo ha tirato fuori dal cilindro la social card, sanità, blitz in Albania.

Stanno facendo il gioco che sanno fare meglio, quello della menzogna. Negli ultimi anni hanno promesso cose irrealizzabili, che ovviamente non si sono avverate. Trattano gli italiani come persone che si bevono qualunque cosa. Così non è, e il loro nervosismo è il sintomo che qualcosa tra i loro consensi non sta andando bene. Sono mosse della disperazione. Menzogne fatte a forma di slogan».

Meloni ha lamentato un’attenzione morbosa alla sua vita privata.

La cosa fa sorridere. Abbiamo attraversato anni in cui la destra ha fatto intere campagne elettorali contro i familiari di qualunque esponente di centrosinistra. Hanno fatto campagne denigratorie contro babbi, fratelli e sorelle, le famiglie degli altri. Poi tante inchieste sono finite nel nulla, ma loro nel frattempo hanno lucrato consensi. Quanto a lei: è lei che pubblica le foto con la figlia in aereo, fa i post sulla sua separazione, i selfie con la mamma e la sorella. È lei che mette la sua vita privata come un esempio di “donna normale”. Ma la sua, della vita delle donne “comuni” non ha niente: a 32 anni è diventata ministra, alla faccia della narrazione dell’underdog, anche questa tutta fasulla.

La premier lamenta anche che le donne di sinistra e le femministe non sono solidali con lei quando riceve insulti, o epiteti vari. Perché non lo siete?

E lei ad essere poco solidale con le altre: ha allungato l’età di pensionamento delle donne, ha aumentato l’Iva sui prodotti per l’igiene e quelli per l’infanzia, non sta facendo niente per favorire l’occupazione delle donne. Più che preoccuparsi della solidarietà delle donne di sinistra dovrebbe preoccuparsi delle donne italiane. Cosa che non fa. Ha fatto una norma per far entrare le associazioni antiabortiste nei consultori dove le donne vanno quando decidono di interrompere la gravidanza. Una cosa indecente. Non ha il coraggio di cambiare la legge 194, perché sa che ci sarebbe una rivolta popolare, ma prova a farlo con l’inserimento subdolo delle associazioni pro-vita nei consultori. Anche da questo punto di vista la sua è una politica contro le donne: voler tornare a pratiche che abbiamo superato da anni, o costringere le donne ad ascoltare il battito del cuore del feto prima di un'interruzione di gravidanza, è una violenza politica sulle donne.

Ma una parte dell’elettorato resterà a casa, secondo le previsioni.

Invece trovo che ci sia un movimento in atto, a cui dobbiamo saper dare voce. In questa campagna elettorale non ho fatto discorsi in politiche, ho parlato di tre cose: salute, lavoro e pace. Che sono poi le tre cose che preoccupano di più le persone. E ho incontrato persone che venute ad ascoltarmi, magari per curiosità o invitate da qualcuno, e alla fine mi hanno detto di aver capito che dalla prossima Europa passeranno decisioni che cambieranno le nostre vite.

Sulla pace però il Pd ha, per dirla con un eufemismo, qualche differenza interna.

Gli indipendenti nelle nostre liste portano una loro sensibilità. La linea del Pd però è chiara. E, in Ucraina, è che da una parte c’è un popolo aggredito da parte di un dittatore criminale di guerra che si chiama Putin. Agli ucraini abbiamo dato sostegno militare, ma soprattutto dovremmo dare sostegno per una via diplomatica della pace che può essere trovata solo con un'Europa più forte e più unita. È proprio l’Europa il pezzo mancante di questa storia.

E se la prossima Europa guardasse a destra?

Il rischio c'è, per questo che noi abbiamo fatto una campagna elettorale pancia a terra, parlando con le persone, andando in ogni piazza. Dobbiamo richiamare più elettori possibili al voto per impedire un’operazione che è simile a quella che fece Berlusconi quando sdoganò Fini al governo del paese. Von der Leyen prova a fare la stessa operazione di sdoganamento delle destre europee, con i suoi pellegrinaggi in Italia, con Meloni, per una possibile alleanza. Per noi è inaccettabile, i socialisti hanno già detto che non faranno alleanze con la destra. Ma penso che lo scudo principale lo farà il Ppe, dove non ci sono solo personaggi come Antonio Tajani, che invece con la destra-destra ci governa. In Europa c’è un po’ più di serietà, da questo punto di vista.


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