Nuovo processo di appello per Chiara Appendino. Lo hanno deciso i giudici della quarta sezione penale della Cassazione che, accogliendo la richiesta della procura generale, hanno annullato con rinvio la sentenza inflitta all'ex sindaca di Torino per ricalcolare la pena, riducendola, in relazione ai fatti di piazza San Carlo.

L’ex sindaca di Torino era stata condannata a 18 mesi. I supremi giudici hanno però dichiarato irrevocabile la responsabilità penale per Appendino e Paolo Giordana, ex capo di gabinetto del comune.

La vicenda riguarda i fatti del 3 giugno 2017 quando durante la proiezione su maxischermo della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid si scatenò il panico fra la folla con un bilancio di 1.500 feriti e la morte di due donne. L'ex sindaca finì a processo per il suo ruolo di responsabilità come primo cittadino, per le accuse di omicidio, disastro e lesioni, tutti in forma colposa.

Il commento di Appendino

La deputata ha commentato la decisione sui social. «Per rispetto di chi quella sera ha perso la vita o è rimasto ferito, oltre che delle istituzioni che ho rappresentato e rappresento, mi sono sempre difesa nel processo e mai dal processo. E oggi accetto la decisione della Cassazione ma, nel contempo, non posso nascondervi un senso di amarezza» ha scritto Appendino. 

«Da questo processo emerge infatti che l'unico ente ritenuto responsabile per quegli incidenti è il Comune (e io in quanto sindaca), mentre tutti gli altri soggetti istituzionali coinvolti a vario titolo nell'organizzazione e nella gestione della pubblica sicurezza, ovvero questura e prefettura, sono stati archiviati o assolti nei vari gradi di giudizio. È uno squilibrio che faccio fatica a comprendere ed accettare: il Comune e i Sindaci non possono continuare a essere il capro espiatorio di tutto».

Lo sviluppo porterà dunque a una nuova discussione del caso, ma sembra che la posizione di Appendino all’interno del partito per il momento non cambierà. L’ex sindaca continua a essere vicepresidente e il suo nome circola spesso quando si guarda al futuro del Movimento.

Dopo la batosta delle europee, infatti, è in corso un percorso di ridiscussione della linea politica del partito. Giuseppe Conte per il momento non si è messo in discussione, aprendo a un dibattito su come riorganizzare il Movimento, ma non mettendo sul tavolo – com’era sembrato in un primo momento – le sue dimissioni. Se però dovesse fare o essere costretto al passo di lato, molti chiamano in causa l’ex sindaca: sarebbe una terza donna leader che potrebbe entrare nell’arena dello scontro politico con Elly Schlein e Giorgia Meloni e il passaggio di consegne tra Conte e lei sarebbe molto meno doloroso che se avvenisse con Virginia Raggi, con cui l’ex premier ha un rapporto molto meno solido. 

Nel Movimento di un tempo, la conferma indiretta della sua responsabilità nei fatti di Piazza San Carlo avrebbe rappresentato probabilmente un problema etico. La formazione di Beppe Grillo era partita al grido di “Onestà”, ma ormai qualche nome coinvolto in vicende giudiziarie c’è a tutti i livelli del partito: motivo per cui i bene informati escludono che la decisione della Cassazione possa compromettere un’eventuale corsa di Appendino per la leadership del Movimento, qualora Conte dovesse decidere di farsi da parte. 

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