Nella Ue sono stati registrati solo 30 eventi tromboembolici su un totale di 5 milioni e oltre di vaccinati. In Gran Bretagna, per esempio, hanno inoculato oltre 11 milioni di dosi di quel vaccino e non è stato segnalato neanche un caso di trombosi dei seni venosi, che avrebbero dovuto essere almeno 100 se si fosse confermata una incidenza pari a quella osservata in Germania
- Negli Stati Uniti, pochi individui hanno sviluppato quello stesso raro tipo trombosi riscontrato in Europa, però dopo aver ricevuto l’inoculazione dei vaccini Pfizer o Moderna, invece che AstraZeneca. Nessuno si è spaventato, e le cose continuano tranquille come prima.
- Probabilmente la proteina Spike indotta da questi vaccini a RNA «induce una risposta immune che distrugge le nostre piastrine e provoca le trombosi», c’è scritto.
- Ma nessuno si è mai sognato di sospenderli, perché se col vaccino 1 persona ogni 2 milioni rischia la trombosi, col Covid muoiono 2 persone ogni 100.
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(AP Photo/Bob Edme)
Il mondo è strano. In Europa, pochi individui a cui è stato inoculato il vaccino AstraZeneca hanno sviluppato una rara forma di trombosi, alcuni di loro sono morti, siamo stati presi tutti dal panico, e la somministrazione di quel vaccino è stata sospesa. Negli Stati Uniti, pochi individui hanno sviluppato quello stesso raro tipo trombosi, però dopo aver ricevuto l’inoculazione dei vaccini Pfizer o Moderna, nessuno si è spaventato, e le cose continuano tranquille come prima. Avete capito bene: il vaccino Astrazeneca provoca gli stessi eventi dei vaccini Pfizer e Moderna, eppure solo l’Astrazeneca è sotto accusa. Perché?
Vale la pena raccontare la storia dal principio.
L’inizio in Norvegia
Qualche tempo fa, il ministero della salute della Norvegia riceve una segnalazione. Sette tra gli individui che avevano ricevuto il vaccino AstraZeneca hanno sviluppato una trombosi dei seni venosi cerebrali – cioè si è formato un coagulo nelle vene all’interno del loro cranio – cui si associava una severa piastrinopenia – cioè una grave deficienza di piastrine, le cellule responsabili della coagulazione del sangue – e una porpora – cioè una serie di macchie emorragiche più o meno grandi a livello della cute. Questo tipo di trombosi è molto raro, 3 o 4 casi per milione, ed era strano vederne 7 in poco tempo.
Oltretutto, questi due sintomi – la piastrinopenia e la porpora- sono molto comuni nel Covid, si manifestano quasi in 2 pazienti su 3, hanno una probabile origine autoimmune, e in rari casi portano alla trombosi: meglio indagare. Così, il governo norvegese decide la sospensione del vaccino.
Qualche tempo dopo, un caso identico viene segnalato anche in Danimarca. L’Ema, l’Agenzia Europea per le Medicine, decide di aprire un’indagine.
Passa qualche giorno e in Germania altri sette individui vaccinati con Astrazeneca sviluppano anche loro una trombosi dei seni venosi con piastrinopenia e porpora, e due di loro muoiono. Il 15 marzo, il governo tedesco decide di sospenderne l’inoculazione, e poche ore dopo anche quello francese e italiano fanno lo stesso.
Emer Cooke, direttrice esecutiva dell’EMA, dichiara: «Una situazione così non era inattesa. Se vaccini milioni di persone, è inevitabile che ci siano incidenti. Il nostro ruolo è capire se sono legati al vaccino». Ma al momento, sottolinea, «non ci sono prove» di un legame fra il vaccino e i casi di trombosi.
30 casi su 5 milioni
Nella Ue sono stati registrati solo 30 eventi tromboembolici su un totale di 5 milioni e oltre di vaccinati. Il numero di trombosi tra coloro che hanno ricevuto il vaccino Astrazeneca è in linea con quello osservato tra coloro che non lo hanno avuto nello stesso periodo di tempo.
Invece, preoccupa l’inusuale aumento di quel tipo particolare di trombosi del seno venoso cerebrale, con associata piastrinopenia e porpora, anche se in altri paesi dove si utilizza il vaccino Astrazeneca questi eventi avversi non si sono verificati.
In Gran Bretagna, per esempio, hanno inoculato oltre 11 milioni di dosi di quel vaccino e non è stato segnalato neanche un caso di trombosi dei seni venosi, che avrebbero dovuto essere almeno 100 se si fosse confermata una incidenza pari a quella osservata in Germania. Come mai ciò è accaduto?
Forse i lotti prodotti in Germania o in Norvegia erano diversi da quelli prodotti in Gran Bretagna e fabbricati “male”? Oppure, gli individui che in Norvegia hanno sviluppato la trombosi magari erano tutte donne che assumevano la pillola anticoncezionale, fattore che predispone alla coagulazione del sangue?
La vicenda dovrebbe essere affrontata in maniera razionale, affidandosi alla scienza, ma invece in Italia si scatena la solita ondata emotiva e irrazionale.
La stampa spara titoloni come “Paura in Europa! Il vaccino Astrazeneca non è sicuro!”, e ovunque vengono segnalati casi di trombosi post vaccino, anche quelle più comuni, alle gambe o ai polmoni, che nulla hanno a che fare con quel raro fenomeno sotto indagine.
I sospetti
Insomma, il vaccino non sembra aumentare in maniera considerevole il rischio generale di trombosi. Eppure, quei casi di trombosi dei seni venosi cerebrali accompagnata da piastrinopenia e porpora potrebbero davvero essere causati dal vaccino. Cosa ce lo fa sospettare? Il fatto che quegli stessi sintomi possono essere provocati anche dal Sars-coronavirus-2.
Che un vaccino possa provocare sintomi simili a quelli della malattia che combatte è un fenomeno noto. Nel passato i vaccini contenevano una forma “attenuata” del virus o del batterio.
Così il vaccino contro il morbillo conteneva un virus del morbillo vivo che era stato indebolito in laboratorio, cioè che era capace di scatenare una risposta immunitaria nel nostro organismo senza provocare la malattia.
In qualche raro caso il virus attenuato del vaccino retro-mutava cioè riacquistava in parte le proprietà aggressive del virus nativo, e così si sviluppava una malattia simile a quella originaria ma più lieve.
I vaccini moderni non contengono più virus attenuati e quindi sono praticamente innocui. Il vaccino Astrazeneca è costituito da un virus buono - l’adenovirus che provoca il raffreddore nello scimpanzé- a cui è stato aggiunto il gene della proteina spike del coronavirus, cosicché sulla sua membrana esprime la proteina del virus cattivo. Quando entra nel nostro corpo i nostri linfociti B producono una vasta gamma di anticorpi contro la proteina spike del coronavirus e i nostri linfociti T si preparano a ucciderlo.
Come mai un vaccino costituito da un virus innocuo induce una sintomatologia simile a quella che si osserva nel Covid vero?
Quando arriva il coronavirus
Ormai è chiaro che quando il coronavirus entra nel nostro corpo si scatena una guerra e i nostri linfociti B cominciano a produrre un gran numero di anticorpi diretti contro le proteine della superficie del virus, ma alcuni di questi aggrediscono in maniera errata cellule del nostro stesso organismo - e vengono detti autoanticorpi.
Alcuni di questi autoanticorpi indotti dal coronavirus attaccano e uccidono le nostre piastrine, le cellule della coagulazione, che si ammassano nei vasi formando coaguli, e la cui diminuzione provoca le emorragie della porpora. Forse, la proteina spike contenuta nel vaccino induce gli stessi anticorpi anti-piastrine, e ciò spiegherebbe i sintomi simili al Covid.
A febbraio, sul New York Times è apparso un articolo dal sobrio titolo “Poche persone vaccinate contro il Covid hanno sviluppato un raro disturbo della coagulazione.”
Raccontava in maniera chiara e pacata che alcuni pazienti vaccinati avevano sviluppato una trombosi cerebrale mortale associata a piastrinopenia e porpora: ma avevano ricevuto i vaccini Pfizer e Moderna.
Probabilmente la proteina Spike indotta da questi vaccini a RNA «induce una risposta immune che distrugge le nostre piastrine e provoca le trombosi», c’è scritto. Ma nessuno si è mai sognato di sospenderli, perché se col vaccino 1 persona ogni 2 milioni rischia la trombosi, col Covid muoiono 2 persone ogni 100.
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