Il deputato Sensi ha presentato un’interrogazione sulla società che permette il monitoraggio delle frequenze radio, uno strumento di sicurezza ma anche di repressione. L’Ue da marzo ha vietato l’esportazione di beni che possono agevolare la repressione, ma devono agire i governi
Mentre continua la sanguinosa repressione in Myanmar da parte dei militari della Birmania, il caso della SecureCube portato alla luce da Domani arriva in parlamento. Il deputato Filippo Sensi (Pd) presenterà un’interrogazione in Commissione Esteri all’indirizzo della Farnesina e del ministero dello Sviluppo economico sulla società che fornisce un sistema che può essere utilizzato sia per la sicurezza che per reprimere il dissenso: «Mi auguro che ci sia una risposta del governo. E che nella risposta si dia il conto anche di una azione» risponde Sensi a Domani. Per il parlamentare bisogna fare chiarezza su più aspetti: «Sarà il governo ad accertare come quei prodotti siano finiti lì e a valutare le eventuali misure da prendere al riguardo. Io non posso che chiedermi, secondo quanto denunciato dall’inchiesta, come è stato possibile e cosa il governo intenda fare al riguardo».
Il caso
Diverse tecnologie vengono impiegate dalla polizia durante le indagini ma, allo stesso tempo, possono diventare un’arma fondamentale anche per reprimere il dissenso, avendo di fatto un doppio utilizzo. L’Italia, ha spiegato Domani, è presente con SecurCube e il suo prodotto Bts Tracker che offre un sistema di monitoraggio delle frequenze radio, capace di individuare la posizione e l’area coperta dalle celle telefoniche. Dunque potrebbe essere usato anche per individuare la posizione di persone che usano sistemi per potenziare il segnale cellulare, ad esempio nelle cantine o nelle stanze dove arriva poco segnale.
A marzo scorso, il Parlamento Europeo ha approvato nuove regole per la vendita e l’esportazione di beni a duplice uso e nuovi obblighi per le autorità nazionali. Sono sottoposti all’embargo anche strumenti per il monitoraggio delle radiofrequenze, come il prodotto dell’italiana SecurCube. La decisione finale, però, sottolineano dalla Commissione europea, è nelle mani delle autorità nazionali degli stati membri che si occupano di monitorare l’export di queste tecnologie.
Sensi di fronte alle inchieste ha deciso di intervenire. Nello specifico, nell’interrogazione chiede se i ministri e l’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento (Uama), ritengano invece che il prodotto di SecurCube possa essere esportato in Myanmar, anche alla luce dell’embargo e del nuovo regolamento europeo. Finora nessuno si è occupato di questo problema: «Credo per distrazione, immagino, non penso ci sia una precisa intenzione» commenta il deputato.
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