Maria Rosaria Boccia contro tutti: sia il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che continua a smentire che l’imprenditrice abbia avuto un ruolo al dicastero di via del Collegio Romano, sia la premier Giorgia Meloni, che ieri a Rete4 ha avallato la tesi del suo ministro.

La collaboratrice “fantasma” di Sangiuliano paventa anche l’esistenza di un audio che avvalorerebbe la sua tesi, cioè quella di essere stata sia ospitata a spese del ministero nelle varie trasferte, sia di aver visionato documenti riservati per il G7 della Cultura.

La lettera di Sangiuliano

La Stampa ha pubblicato una lettera del ministro, che prova a chiarire il ruolo della donna e dice che «non le è stato pagato neanche un caffè coi soldi pubblici». A questa ricostruzione si è attenuta anche Meloni, nel suo intervento alla trasmissione di Paolo del Debbio su Rete4.

«Ho conosciuto la dottoressa Boccia a metà del mese di maggio durante la campagna per le europee», scrive il ministro della Cultura nella missiva, e «ho maturato l’intendimento di conferirle l’incarico, a titolo gratuito, di consigliere del ministro per i grandi eventi».

Poi, però, «accogliendo le perplessità del Gabinetto sulla possibilità, ancorchè meramente potenziale, di situazioni di conflitto di interesse», «ho deciso di non dare corso alla nomina».

Poi, aggiunge, «la dottoressa Boccia non ha mai preso parte a procedimenti amministrativi» e «mai un euro del ministero, neanche per un caffè, è stato impiegato per viaggi e soggiorni della dottoressa». Infine, rispetto all’organizzazione del G7 della Cultura, «nelle occasioni in cui è stata presente non avevano affatto carattere istituzionale e nemmeno in senso lato di istruttoria del G7».

La smentita di Boccia

Proprio mentre Meloni parlava in diretta, però, Maria Rosaria Boccia è intervenuta sui suoi social con una serie di screenshot che hanno smentito la versione del governo, visto che Meloni ha detto che «Sangiuliano mi garantisce che questa persona non ha avuto accesso a nessun documento riservato, particolarmente per quello che riguarda il G7 e soprattutto mi garantisce che neanche un euro degli italiani e dei soldi pubblici è stato speso per questa persona».

Boccia ha innanzitutto mostrato alcuni fogli con intestazione del G7 e la dicitura “Riunione dei ministri della cultura del G7” e l’indicazione del programma delle sessioni di lavoro.

Poi ha dissezionato in un post le dichiarazioni di Sangiuliano: ha mostrato una foto del 5 agosto 2023 in cui erano insieme, per smentire che il loro primo incontro sia avvenuto in giugno durante la campagna elettorale per le europee. 

Quanto ai conflitti di interesse citati dal ministro, quando li avrebbe riscontrati? Il capo di gabinetto era presente da remoto alla riunione del 15 agosto perchè era in ferie. Sotto l’ombrellone ha verificato i miei potenziali conflitti di interesse? E soprattutto quali sono?».

Sulla mancata nomina, ha lanciato il vero segnale: «Siamo sicuri che non ci sia stata? A me la voce che chiedeva di strappare la nomina sembrava femminile...la riascoltiamo insieme?», scrive Boccia, facendo capire di avere un audio che proverebbe ciò che sostiene, smentendo anche la ricostruzione di Sangiuliano per cui la comunicazione formale sarebbe arrivata dal ministro.

Anche in merito alle riunioni operative lei continua a sostenere di aver preso parte a «sopralluoghi» e di aver «scambiato informazioni».

Quanto, infine, al capitolo spese, Boccia dice che «non ho mai pagato nulla. Mi è sempre stato detto che il ministero rimborsava le spese dei consiglieri tant’è che tutti i viaggi sono sempre stati organizzati dal capo segreteria del ministero».

Versioni opposte

Le versioni di Boccia e Sangiuliano, insomma, sono opposte. Ma la mancata consigliera è convinta di poter dimostrare tutto ciò che dice e fino ad ora ha sempre portato documenti per smentire le ricostruzioni del ministero, e la vicenda non sembra essere finita qui.

Il caso evidentemente sta imbarazzando prima di tutto Sangiuliano ma anche Meloni, che è intervenuta a difesa del suo ministro ma ha posto un paletto: non devono esserci soldi pubblici spesi per una persona senza incarico.

Invece, l’imprenditrice di Pompei sostiene che tutte le sue spese di viaggi e trasferte sono state a carico del ministero.

Se così fosse, la posizione di Sangiuliano sarebbe in bilico. L’opposizione ha depositato alcune interrogazioni per chiarire esattamente questi punti: la calendarizzazione è in mano ai capigruppo e il parlamento non ha ancora ripreso i lavori, dunque, bisognerà attendere per una sua risposta formale alle camere. Tuttavia, alla velocità con cui le informazioni continuano ad accavallarsi, probabilmente quello che ormai è diventato un vero e proprio caso Sangiuliano potrebbe deflagrare prima.

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