Si professa una “collaboratrice” del ministro della Cultura. Dal dicastero smentiscono, ma in più occasioni i due sono apparsi insieme. E anche una mail testimonia il loro rapporto. Meloni è intervenuta sul caso. Per Sangiuliano il ministero non ha mai pagato nulla e la sua nomina non si è mai conclusa. Boccia: «Mai speso un euro di tasca mia»
Aggiornamento: il ministro si è dimesso presentando una lettera di dimissioni indirizzata a Giorgia Meloni.
C’è un caso politico che da giorni agita il ministero della Cultura, guidato da Gennaro Sangiuliano, e di conseguenza il governo di Giorgia Meloni. È quello di Maria Rosaria Boccia, il suo ruolo nel dicastero e la sua relazione con il ministro. Dopo giorni di accuse, smentite, prove presentate a furia di storie Instagram e colloqui tra Sangiuliano e la premier, ieri il ministro ha annunciato in un’intervista al Tg1 di aver avuto una relazione con Boccia. Ha ribadito che comunque il ministero non ha speso neanche un euro, presentando alcuni documenti che attesterebbero la veridicità delle sue affermazioni, e ha chiesto scusa alla premier per l’imbarazzo. Ma procediamo con ordine.
L’inizio della storia
Tutto parte da un post pubblicato su Instagram dall’imprenditrice e autodefinita presidente di Fashion Week Milano, nel quale la donna annunciava di essere stata nominata “Consigliere per i grandi eventi” del ministero della Cultura.
Il ministero ha immediatamente smentito la notizia, ma Boccia sui suoi profili social ha rilanciato: «A oggi il decreto di nomina a Consigliere del ministro "Grandi Eventi" (a titolo gratuito) è stato firmato dal ministro e attendiamo la ratifica della nomina. Una volta ratificata il ministro, poiché è un incarico fiduciario, può decidere in qualsiasi momento di revocarla e non penso debba interessare nessuno se non i diretti interessati».
Ma cosa c’è di vero?
Screenshot e smentite
Nei giorni successivi alla smentita, Boccia ha usato il suo canale Instagram per replicare alle prese di posizione del ministero, dimostrando con screenshot di avere una conoscenza diretta con lo staff del ministro. Boccia ha pubblicato la chat con il portavoce del ministro, Andrea Petrella, e un altro scatto in cui mostra come sarebbe stata espulsa dai gruppi di monitoraggio composto dai collaboratori di Sangiuliano.
Domenica 1° settembre è caduta l’ultima tegola (metaforica) sul capo del ministro: Dagospia ha pubblicato una mail dalla quale si evince che Boccia non sarebbe una figura esterna al ministero, anzi. Il 5 giugno il sovrintendente del parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, manda una mail a figure di primo piano dello staff del ministro e a una serie di altri destinatari, tra cui Boccia. Il messaggio conteneva informazioni riservate sulla tappa di Pompei del G7 della Cultura. Nel testo della mail emerge che Boccia avrebbe effettuato insieme al ministro Sangiuliano una «visita con sopralluogo agli scavi in data 3 giugno».
A che titolo la donna si trovava insieme a Sangiuliano? E soprattutto per quale motivo ha ricevuto quella mail? Interpellato prima della pubblicazione del contenuto della mail, il dicastero aveva negato che il ministro e Boccia avessero effettuato un sopralluogo insieme.
Lunedì 2 settembre sul caso è intervenuto il sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio, che ha detto: «Maria Rosaria Boccia non ha partecipato ad alcuna riunione operativa o sulla sicurezza del G7». Il sindaco ha anche ammesso di conoscere bene la donna, dato che sua madre era sua compagna di scuola.
In ogni caso, ci sono altri elementi che appurerebbero una vicinanza tra Boccia e il ministro. Secondo quanto riporta La Repubblica, Boccia si sarebbe spostata in alcune occasioni con la scorta del ministro. Il Foglio, invece, scrive che la donna sarebbe stata ospitata al Festival “Il libro possibile”, che si è tenuto a Polignano a Mare lo scorso 13 luglio, in qualità di “collaboratrice” di Sangiuliano e che la segretaria del ministro avrebbe prenotato una camera per lei in virtù di quel ruolo.
In tutto ciò il ministero continua a negare che Boccia abbia un incarico e specifica che non è stato impiegato neanche un euro di denaro pubblico per i viaggi e i soggiorni di Boccia in varie circostanze. Il sistema di controllo, sottolineano al dicastero, prevede puntuali autorizzazioni da parte della Ragioneria. Il ministro Sangiuliano ha presentato all’Adnkronos le prove che i pagamenti per i viaggi di Boccia sono stati eseguiti con la sua carta di credito personale.
La reazione delle opposizioni
Le opposizioni avevano annunciato un’interrogazione parlamentare nei confronti del ministro. Se «la notizia della nomina della consigliera del ministro della Cultura per i grandi eventi sia stata formalizzata o se si è davanti a una gestione opaca degli incarichi fiduciari del ministro che rischiano di danneggiare l'immagine del paese», avevano detto la capogruppo democratica nella Commissione Cultura della Camera, Irene Manzi, e il responsabile nazionale Sud del Pd, Marco Sarracino.
«Bisogna che il ministro Sangiuliano riferisca al più presto al parlamento», aveva detto invece il parlamentare di Italia Viva, Ivan Scalfarotto. «Se non è in grado di spiegare, allora si dimetta. Meloni non può accettare una simile situazione. Se necessario, siamo pronti alla mozione di sfiducia», ha aggiunto Scalfarotto. Nei giorni scorsi altri esponenti delle opposizioni hanno chiesto chiarezza e il deputato Avs Angelo Bonelli ha annunciato che farà un esposto in procura.
La posizione di Meloni
La premier si è espressa sull’accaduto solo nella serata del 2 settembre tramite un’intervista a Rete 4. «Io ho parlato con lui soprattutto per le questioni che interessano il profilo del governo - ha detto la premier riferendosi a Sangiuliano -. Il ministro mi dice che effettivamente aveva valutato la possibilità di dare a questa persona un incarico di collaborazione non retribuito. Poi ha fatto scelta diversa e ha deciso di non dare quell'incarico, per chiarire alcune questioni. Mi garantisce che questa persona non ha avuto accesso ad alcun documento riservato, particolarmente sul G7 e soprattutto mi garantisce che non un euro dei soldi pubblici degli italiani è stato speso per questa persona. Queste cose mi interessano per i profili di governo - ha aggiunto Meloni -. Il gossip lo lascio ad altri e non credo debba commentarlo io».
La vicenda, però, rischia di avere delle ripercussioni politiche per l’intero governo. In molti, infatti, iniziano a pensare che Sangiuliano possa essere cacciato da Meloni dopo la serie di figuracce e gaffe inanellate in questi circa due anni e mezzo di governo.
Sul caso si è espresso anche il giornalista Mario Giordano sul quotidiano La Verità, di certo non un giornale vicino all’opposizione, che in un editoriale ha chiesto spiegazioni al ministro: «Volevo chiederle se, gentilmente, può spiegarci come quella gentile signorina che il suo capo ufficio stampa ha liquidato come “una che si vuole accreditare” ad accreditarsi così bene con lei. Si dice che Maria Rosaria Boccia partecipasse alle riunioni ufficiali del ministero e addirittura che stesse per ricevere l'incarico per organizzare il G7 della cultura a Pompei». E poi il messaggio rivolto alla premier: «Giorgia Meloni ha bisogno di tutto tranne che di ministri cosi tracotanti da fingere di non capire la differenza tra un abito da sposa e il G7 della Cultura». Il 3 settembre Sangiuliano è stato anche convocato a Palazzo Chigi, dove ha avuto un colloquio di un’ora e mezzo con la premier. Ma le dimissioni sono state accettate invece il 6 settembre, tre giorni dopo.
La lettera di Sangiuliano
«Non ho alcuna difficoltà a riferire lo svolgimento dei fatti, né tantomeno potrei avere qualche interesse a nasconderli. Non posso però esimermi dal rappresentarle con tutta franchezza il mio grande rammarico per una vicenda che, senza responsabilità alcuna, ha profondamente turbato la vita di tante persone, oltre che la mia». Queste le parole del ministro Sangiuliano in una lettera inviata al direttore de La Stampa sul caso Boccia.
Sangiuliano afferma che aveva «maturato l'intendimento di conferire alla dottoressa Boccia l'incarico, a titolo gratuito, di consigliere del ministro per i grandi eventi», avendo potuto «constatare le competenze professionali e organizzative della stessa anche attraverso la sua partecipazione a iniziative pubbliche a cui ho preso parte. Un incarico, lo ribadisco, sempre prospettato a titolo gratuito». Ma «dopo la prima fase istruttoria, accogliendo alcune perplessità del gabinetto sulla possibilità, ancorché meramente potenziale di situazioni di conflitto di interesse, ho deciso di non dare corso alla nomina e l'ho comunicato formalmente». E la precisazione: «In questo tempo, la dottoressa Boccia non ha mai preso parte a procedimenti amministrativi. Ritengo importante sottolineare che mai un euro del ministero, neanche per un caffè, è stato impiegato per viaggi e soggiorni della dottoressa Boccia». Il ministro smentisce il sopralluogo per il G7 a Pompei precisando che nelle «occasioni in cui è stata presente non avevano affatto carattere istituzionale e nemmeno in senso lato di istruttoria del G7».
Le risposte di Boccia
«Dopo 8 giorni di silenzio la toppa è peggio del buco». Con queste parole Maria Rosaria Boccia ha risposto al ministro della Cultura. Boccia ha ripreso le affermazioni di Sangiuliano provando a fare una sorta di fact checking.
Sangiuliano sostiene che la donna non ha partecipato alle riunioni operative per il G7 della cultura a Pompei. Tra le sue storie Boccia ha replicato con delle domande rivolte al ministro: «Quindi non abbiamo mai fatto riunioni operative? Non abbiamo mai fatto sopralluoghi? Non ci siamo mai scambiati informazioni?»
Ma il punto cruciale è quello che riguarda i soldi spesi. Sangiuliano dice che il ministero non ha mai versato un euro, Boccia invece fa intendere che non è stato proprio così: «Io non ho mai pagato nulla. Mi è sempre stato detto che il ministero rimborsava le spese dei consiglieri tant’è che tutti i viaggi sono sempre stati organizzati dal Capo segreteria del ministro».
Nella notte tra il 3 e il 4 settembre la collaboratrice “fantasma” del titolare della Cultura ha pubblicato su Instagram alcuni screen che proverebbero che non ha pagato nulla nei viaggi e nelle visite in cui lo accompagnava. Non solo, la donna ha pubblicato anche tracce audio di conversazioni private con un membro dello staff del ministro e ha fatto sapere di aver registrato dei video attraverso degli occhiali Ray Ban durante le sue visite al ministero e a Montecitorio. Sangiuliano, ancora una volta, ha ribadito che non sono stati usati fondi pubblici, ha negato la nomina e ha assicurato che non ci sono state brecce nella sicurezza: Boccia non è in possesso di nessun documento sensibile.
Le prove presentate da Sangiuliano
Nel frattempo, l’Adnkronos ha potuto visionare una serie di documenti e verificare quanto sostenuto da Sangiuliano. Da quanto risulta all'agenzia, le spese dei viaggi di Boccia sono state sostenute dal ministro (con la sua carta di credito personale), dagli enti organizzatori, e in un’occasione direttamente da un sindaco. Inoltre, sempre secondo quanto riporta l’agenzia, in un caso Boccia avrebbe pagato di tasca propria il conto della sua stanza d'albergo, mentre la donna ha sempre sostenuto di non aver pagato nulla.
L’intervista al Tg1
«Avevamo una relazione che attiene alla sfera affettiva. Ma non sono ricattabile: non ho mai speso soldi pubblici. Io riaffermo categoricamente che mai un euro del ministero è stato speso per la dottoressa Boccia. I suoi viaggi li ho pagati da me con la mia carta di credito personale», ha detto Sangiuliano in un’intervista con il direttore del Tg1 Marco Chiocci. «In una funzione pubblica, si è ricattabili se si è usato impropriamente il denaro pubblico. Mi sembrerebbe strano che qualcuno pensasse di aprire un'inchiesta su relazioni personali, non vedo profili giuridici».
Per quale motivo, allora, Boccia si sta comportando così? «Posso comprendere la delusione sentimentale di una persona nei miei confronti anche perché io ho più volte ribadito, soprattutto nell'ultima fase, che non intendevo lasciare mia moglie, che è la persona più importante della mia vita, una persone eccezionale. Oppure la delusione per la mancata nomina, che non poteva avvenire perché io privilegio l'istituzione alla convenienza personale». E sulla nomina? «Ne avevo discusso – dice il ministro – con amici legali e con il mio capo di gabinetto, per vagliare tutto ciò poteva configurare un potenziale conflitto di interessi». Fatte queste valutazioni «ho mandato una mail al capo di gabinetto invitandolo a interrompere il percorso di nomina della dottoressa Boccia. La procedura è stata interrotta».
Al Tg1 Sangiuliano ha detto che è pronto a dimettersi non appena Meloni glielo chiede. «Sono pronto a dimettermi subito dopo che Meloni me lo chiede, ma ho rassicurato Meloni con prove documentali che si tratta di una vicenda di gossip, che mi rendo conto essere fastidiosa. Ma mai un euro dei cittadini italiani è stato speso e nessun documento riservato è mai circolato. La presidente del Consiglio mi ha detto di andare avanti e di chiarire subito il punto di verità. Mi ha detto “sii sempre sincero e dì sempre la verità”».
L’intervista di Boccia
In un’intervista a La Stampa, rispondendo a Sangiuliano, Maria Rosaria Boccia ha raccontato la sua versione dei fatti. «Il ministro è confuso» quando parla della relazione, ha detto. La donna ha detto che ha viaggiato sempre con il ministro anche per lunghe trasferte e che sapeva essere pagate dal ministero, dove è stata più di venti volte. Aveva ricevuto tutti i dettagli dell’organizzazione del G7 e il contratto era stato da lei firmato e controfirmato. «Io ho ascoltato conversazioni e letto messaggi di persone che a mio avviso hanno ricattato il ministro», ha aggiunto.
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