Il presidente dell’Autorità anticorruzione presenta i dati dell’attività del 2020 e spiega «Ben vengano controlli a vari livelli di governo, evitando però inutili sovrapposizioni istituzionali e salvaguardando la necessaria indipendenza delle istituzioni di vigilanza e controllo».
Semplificazione normativa e accrescimento dell’istituto del whistleblowing, ovvero della segnalazione di fatti illeciti da parte degli stessi dipendenti. Il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, ha presentato alla Camera la relazione annuale sull’attività dell’Autorità e ha indicato questi come due punti cardine per il futuro.
Nella sua introduzione, però, il presidente inserisce una serie di passaggi indiretti sul ruolo «determinante» di Anac e sull’importanza di conservarne i poteri, senza aggiungere inutili sovrapposizioni. «Lungi dall’essere un freno all’attività amministrativa, l’Anac, al contrario, fornisce supporto e assistenza, aiuta le stazioni appaltanti ad utilizzare correttamente le risorse pubbliche e a risparmiare, acquisendo beni e servizi migliori per la stessa amministrazione e i cittadini», ha detto, aggiungendo che «come autorità noi guardiamo con favore ogni caso in cui l’amministrazione rafforza garanzie e presidi», ma «il controllo affidato a un’autorità indipendente è importante preservarlo».
Il riferimento è al tentativo del governo di spostare verso il ministero della Funzione pubblica i controlli che dal 2014 sono appannaggio dell’Anac.
Su questo fronte, Busia ha ricevuto l’appoggio del ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, che ha parlato del ruolo di Anac come «cruciale nell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, i cui progetti devono essere realizzati e completati nei tempi previsti e mantenendo tutti i presidi di legalità» e ha espresso «apprezzamento e condivisione» per la relazione annuale dell'Anac.
Nella relazione, che contiene tutti i dati e il lavoro effettuato nel 2020, si fotografa la situazione italiana sul fronte delle procedure nei rapporti con la pubblica amministrazione.
Appalti sotto soglia
Nella banca dati di Anac sono contenuti i contratti pubblici banditi in Italia e quelli riconducibili alla pandemia con importo a base d’asta pari o superiore a 40.000 euro, hanno un valore di «circa 20 miliardi di euro riferibili a poco meno di 12 mila procedure che sono state attivate nell’arco dell’intero 2020 a partire, in maniera sostanziale, dal mese di marzo», si legge nella relazione.
Nella stragrande maggioranza dei casi (86,6 per cento) si è utilizzata una procedura negoziata senza bando o affidamento diretto, che non prevede la pubblicazione di un bando, per un controvalore a base d'asta di 14,2 miliardi di euro. I restanti 5,8 miliardi di euro sono stati appaltati tramite procedure aperte, ristrette, negoziate con bando e sistemi dinamici di acquisizione.
Per la maggior parte dei bandi più rilevanti, le stazioni appaltanti hanno previsto una modalità “semplificata” di scelta del contraente.
Whistleblowing
Nel 2020 un numero di segnalazioni e di comunicazioni pervenute ad Anac sono state 622, con una riduzione del 28,75% rispetto all'anno precedente, sia a causa delle restrizioni, sia a causa della maggiore conoscenza da parte dei whistleblowers della normativa in vigore e delle competenze dell'Autorità.
Il 69,45 per cento di queste sono state acquisite tramite piattaforma informatica, sistema che garantisce riservatezza, sicurezza e affidabilità. Le archiviazioni per mancanza di requisiti di ammissibilità sono state 491.
La banca dati dei contratti pubblici
L'Anac potenzierà la sua banca dati nazionale sui contratti pubblici: già oggi scheda 53 milioni di contratti complessivamente censiti negli ultimi 10 anni per un valore di circa 2.240 miliardi di euro. Per farlo, però, servono più mezzi e risorse.
«L’Autorità ha formulato alcune proposte per bilanciare opportunamente trasparenza e rapidità di azione, concentrandosi soprattutto su digitalizzazione dei contratti pubblici e qualificazione di stazioni appaltanti e imprese», ha detto Busia, che ha ricordato come la completa informatizzazione è un obiettivo richiestoci con forza anche dall'Unione europea. «Occorre puntare sulla digitalizzazione dell'intero ciclo di affidamento, dalla programmazione al collaudo, che troverà elemento centrale nella piena valorizzazione della Banca dati nazionale dei contratti pubblici».
Trasparenza
«Siamo lieti che l'iniziativa di realizzare una piattaforma unica della trasparenza sia stata inserita nel Piano nazionale di ripresa e resilienza», ha detto Busia.
La piattaforma unica della trasparenza è stata inserita anche nel Piano nazionale di ripresa e resilienza ed è un punto di accesso unificato e gestito da Anac, che collega anche altre banche dati pubbliche in modo da rendere più semplice la pubblicazione dei dati e la loro confrontabilità.
«In coerenza con questo disegno - ha spiegato Busia - occorre dare piena attuazione alle disposizioni vigenti in materia di apertura delle banche dati pubbliche a fini di trasparenza, superando le logiche “proprietarie” che da troppo tempo limitano lo sfruttamento delle enormi potenzialità del patrimonio informativo pubblico».
Più risorse
Per preservare la capacità di controllo dell’ente, tuttavia, Busia ha sottolineato che servono risorse aggiuntive, anche in considerazione del fatto che il decreto Semplificazioni ha affidato all’authority competenze aggiuntive come la gestione della banca dati degli operatori economici. «Per il periodo 2021-2026 saranno necessarie risorse aggiuntive umane, finanziarie e strumentali per lo sviluppo e la gestione dei servizi digitali stimabili nell’ordine di 3 milioni di euro nel 2021, 9 milioni nel 2022, 12 milioni nel 2023, 10,5 milioni nel 2024, 8 milioni nel 2025 e 7,5 milioni nel 2026», ha detto Busia.
© Riproduzione riservata