Dopo l’annuncio del presidente del consiglio Giuseppe Conte («Ci saranno cambiamenti»), i primi annunci dai presidenti di regione
Si va verso un cambiamento nei colori della cartina d’Italia, con la modifica delle restrizioni in diverse regioni. Lo ha annunciato il presidente del consiglio, Giuseppe Conte. Già due presidenti di regione – Eugenio Giani per la Toscana e Attilio Fontana per la Lombardia – hanno anticipato il passaggio da zona rossa a zona arancione, nei loro territori di riferimento. Per la Lombardia il provvedimento potrebbe arrivare già in giornata, mentre per la Toscana si dovrà attendere qualche giorno, forse una settimana.
La Toscana dal 4 dicembre
Il presidente della Toscana ha dato qualche dettaglio in più, in un messaggio video. La sua regione tornerà arancione dal 4 dicembre: «Il ministro Speranza mi ha detto che non possiamo anticipare, dobbiamo rispettare le norme; quindi io farò un provvedimento che ci porta fino alla prima riunione del Comitato tecnico scientifico del 3 dicembre. Venerdì 4 dicembre Speranza potrà firmare l'ordinanza che riporta la Toscana in zona arancione. Dobbiamo, quindi, avere la pazienza di aspettare questi pochi giorni».
Verso le novità
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è intervenuto all’evento “Generazione Energia”, nella mattina di venerdì: «Sono ore impegnative, ma avremo dei cambiamenti. Siamo riuniti con i tecnici e stiamo valutando la curva epidemiologica. Così possiamo considerare gli scenari futuri».
In Piemonte
Anche il Piemonte si aspetta dei cambiamenti: o almeno è quello che pensa il presidente della Regione Alberto Cirio. Lo ha detto a Sky Tg24: «L’Rt della Regione Piemonte oggi è 0,84 il puntuale, lo 0,9 il medio, quindi entrambi sotto quota 1. Quindi mi aspetto che venga attuato quello che è previsto dal decreto del presidente del Consiglio».
Il resto d’Italia
I dati sono in miglioramento anche secondo il report dell’Istituto superiore di sanità: ma è chiaro che il pericolo non è ancora passato. Anzi, l’istituto precisa che in dieci regioni «il rischio è ancora alto». E che in 17 regioni si è superata la soglia critica dei ricoveri. Un via libera alle aggregazioni rischierebbe poi di portare a «un rapido aumento dei casi».
«Questa settimana si osserva per la prima volta una diminuzione nell’incidenza a livello nazionale delle infezioni da Covid-19», spiegano. Con un abbassamento significativo anche nell’indice di trasmissibilità della malattia: «nel periodo dal 4 al 17 novembre l'Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 1,08». Inoltre ci sono «valori medi di Rt tra 1 e 1,25 nella maggior parte delle Regioni e Province italiane», mentre in quattro regioni l'Rt puntuale è inferiore a 1 anche nel suo intervallo di confidenza maggiore, «indicando una diminuzione significativa nella trasmissibilità».
«Questo andamento non deve portare a un rilassamento prematuro delle misure o a un abbassamento dell’attenzione nei comportamenti».
La Calabria
Un discorso a parte lo merita la Calabria, ancora senza un commissario straordinario per la sanità. «A questo punto se la regione dovesse rimanere zona rossa, la responsabilità sarebbe solo del Governo, incapace di dare una guida alla sanità regionale», dice il presidente facente funzioni, Nino Spirlì.
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