Un’amicizia lunga una vita. È quella tra il deputato di Fratelli d’Italia, presidente della commissione Cultura a Montecitorio, e Renata Sansone, un passato in Zetéma, la partecipata di Roma Capitale nel settore culturale, e oggi direttrice dell’associazione Civita mostre e musei, importante player nella vita culturale di Roma.

I due, ai tempi della giunta Alemanno, quando lo stesso Federico Mollicone ricopriva il ruolo di presidente della commissione Cultura in Campidoglio, lavoravano fianco a fianco, patrocinando e organizzando mostre, eventi, dibattiti.

E oggi, nonostante l’avanzamento di “carriera” per entrambi, le cose non sono cambiate. Tuttora dominano la scena culturale romana, presentando eventi e promuovendoli gomito a gomito. Negli ultimi tempi però s’è fatta strada una novità: al centro delle kermesse e delle manifestazioni che organizzano, ciascuno a vario titolo, emerge la passione per la cultura dell’est europa, in particolare per quella rumena.

Tutti a Timisoara

Solo il 3 dicembre Federico Mollicone e Renata Sansone hanno infatti presentato alla Camera un catalogo sull’intellettuale Camilian Demetrescu. Insieme a loro, seduta al tavolo, c’era Gabriela Dancau, ambasciatrice di Romania in Italia. Per non parlare, inoltre, dei viaggi istituzionali presso l’università di Timisoara, per l’appunto in Romania.

Ma com’è nato in entrambi l’interesse per il mondo (culturale) rumeno? La risposta potrebbe essere semplice e portare il nome di Georgiana Ionescu, la professionista originaria della Romania nonché fondatrice del progetto ArtSharing, laureata in giornalismo e proprietaria (almeno fino al 2017) di una società ormai inattiva che a via del Babuino era specializzata nella vendita di scarpe.

Come raccontato da Domani Ionescu oggi lavora sia per la presidenza della commissione cultura a Montecitorio sia per Civita. In altre parole ricopre incarichi là dove sono vertici Mollicone e Sansone. Amici più di prima.

A Roma, del resto, Mollicone ha piantato i semi della sua ascesa politica, nell’ambito che gli è più caro: la cultura.

Nel 2023 si stava consacrando come il nuovo deus ex machina della Festa del cinema di Roma. Non gli è parso vero di farsi vedere in abito e papillon a favore di telecamera al fianco di attori e registi di fama internazionale. Stava conquistando i galloni di uomo-chiave del grande evento grazie al feeling instaurato con l’allora presidente della fondazione Cinema per Roma, Gian Luca Farinelli, proveniente dall’area Pd, ma che aveva concesso ampi spazi al meloniano.

Proprio mentre la stessa fondazione stipulava una convenzione con Civita, l’associazione in cui è presente Ionescu, per un «allestimento».

Con la nuova governance, che vede Salvatore Nastasi come presidente, Mollicone ha perso quota anche se lui ha coltivato in segreto l’ambizione di diventare ministro della Cultura. Quando Gennaro Sangiuliano è caduto in disgrazia per la vicenda della consulenza, promessa e poi ritirata, a Maria Rosaria Boccia, il presidente della commissione Cultura ha accarezzato il sogno di traslocare al Collegio romano. L’arrivo di Alessandro Giuli lo ha fatto masticare amaro, ma nessuno all’ombra della fiamma può ribellarsi agli ordini delle sorelle Meloni.

Incarico in bilico

Dai sogni di gloria si è passati ai timori di perdere l’unica poltrona a disposizione. Dentro Fratelli d’Italia, infatti, l’umore è nero e cresce la preoccupazione.

Nessuno esce allo scoperto su Mollicone e il possibile conflitto di interessi della sua onnipresente collaboratrice, Georgiana Ionescu, che è appunto anche consulente dell’associazione Civita mostre e musei e allo stesso tempo, si vocifera, figura decisiva nell’organizzazione dell’ attività del presidente Mollicone. Di sicuro eventi e mostre che hanno beneficiato del patrocinio e della presenza di Mollicone, che non ha fatto mistero della sua attenzione verso la cultura rumena. Anzi.

Nel partito di Giorgia Meloni c’è silenzio nelle chat. Si preferisce non creare ulteriori polemiche ma nelle conversazioni private c’è chi non nasconde l’irritazione. Tanto che adesso si valuta la possibile sostituzione di Mollicone dalla presidenza della commissione a Montecitorio. L’operazione potrebbe essere quasi indolore.

A inizio del 2025, infatti, bisogna rinnovare gli incarichi, come avviene per prassi a ogni metà legislatura. Nell’inner circle del deputato di FdI si teme l’assalto frontale, che avrebbe un effetto domino. La perdita della poltrona farebbe saltare la dotazione economica con cui Mollicone ha contrattualizzato vari collaboratori, dal suo capo della comunicazione, Carlo Prosperi, a Georgiana Ionescu, appunto. Un plafond prezioso.

Del resto non è la prima volta che il deputato attira l’attenzione mediatica. Creando grattacapi al partito. Uno dei casi più clamorosi ha avuto come teatro il Transatlantico, dove Mollicone è sempre molto attivo insieme al suo braccio destro Prosperi. Il presidente della commissione cultura, qualche mese fa, è stato protagonista di un litigio con Antonella Giuli, sorella del ministro della Cultura Alessandro Giuli e attuale componente dell’ufficio stampa della Camera. Per i presenti è stata una scena incredibile, da rissa sfiorata. Poi tutto è rientrato e dai vertici di Fratelli d’Italia hanno chiesto di mettere una pietra sopra la vicenda.

È storia nota l’impegno sul revisionismo di alcuni dei momenti più bui della storia italiana. Ad agosto è andato dritto al punto dicendo quello che pensa in pubblico: «Le sentenze su Bologna sono un teorema politico per colpire la destra. Chiederò al Ministro Nordio di lavorare sulle mie denunce non possiamo accettare come dogmi sentenze che non rispettano le garanzie di un giusto processo», ha affermato Mollicone in un’intervista alla Stampa.

Anche se nella memoria è scolpita la battaglia contro Peppa Pig “gender”, perché il porcellino del cartone animato aveva due madri. Ma il ruolo centrale di Ionescu nei suoi uffici alla Camera, a dispetto dei possibili conflitti di interessi, ha fatto toccare l’apice del nervosismo.

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