Marina Berlusconi è stata nominata dal presidente della Repubblica cavaliera del lavoro. Un atto formale che è una sorta di riabilitazione del padre, il Cavaliere per antonomasia, ma anche un potenziamento della politica di appeasement seguita dal Quirinale, nonostante gli strappi della destra sulla giustizia.

Non solo, la nomina è un’operazione utile a siglare la pace definitiva tra Giorgia Meloni e la famiglia Berlusconi dopo le tensioni deflagrate con il caso Giambruno, quando la leader di Fratelli d’Italia aveva annusato l’aria di un possibile complotto ordito da Mediaset.

Urso detto Giorgia

La proposta alla presidenza della Repubblica è stata avanzata dal ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, che ha inserito la figlia dell’ex presidente del Consiglio tra i 25 nomi proposti per l’onorificenza. Tra questi c’erano anche altri profili noti come l’ex cantante Caterina Caselli e la stilista Chiara Boni.

Insomma, l’iniziativa è stata orchestrata da uno dei big di Fratelli d’Italia, inevitabilmente in asse con Giorgia Meloni, che ha dato il suo placet. Una scelta che rappresenta un segnale ai forzisti, ma ancora di più agli eredi dell’impero di Arcore.

Quel che è stato è stato, dunque, sui fuorionda di Giambruno mandati nell’etere su Mediaset, che hanno messo il sigillo alla fine della relazione del giornalista con la premier. Una pietra tombale ai malintesi attraverso il messaggero Urso. Che diventa “Giorgia” per l’occasione.

Ma la vicenda non è solo una questione di famiglia o interna alla maggioranza. Il riconoscimento di cavaliera del lavoro assegnato a Marina Berlusconi, primogenita di Silvio Berlusconi (che ha ricevuto la stessa onorificenza nel 1977 prima della ribalta mediatica), ha risvolti istituzionali che portano il dibattito a un livello più alto.

È nei fatti un ulteriore segnale da parte del Colle verso un rapporto sereno con il centrodestra al potere. Certo, Mattarella non aveva valide ragioni per opporsi alla proposta di Urso. Un rifiuto sarebbe stato un affronto.

Ma il peso della notizia non passa inosservata perché, in qualche modo, diventa un’ulteriore riabilitazione postuma di Silvio Berlusconi.

Nessuna ostilità

Non solo, in tempi di riforma costituzionale viene lanciato un messaggio dal Colle a chi sta spingendo per cambiare l’architrave costituzionale: Mattarella vuole continuare a mantenere un rapporto equidistante rispetto alle dinamiche parlamentari, indipendentemente dall’opinione sulla riforma. E al netto del disegno di legge sulla separazione delle carriere che ha fatto crescere il livello di tensione tra palazzo Chigi e il Quirinale.

«Anche perché», ragionano fonti parlamentari che conoscono Mattarella, «il presidente della Repubblica sa che può trovare una maggiore legittimazione solo attraverso il dialogo».

Fatto sta che sotto il cielo azzurro dei forzisti è stata una giornata memorabile. Marina Berlusconi ha subito rivolto il pensiero al padre, morto il 12 giugno dello scorso anno. «Lo dedico a Silvio Berlusconi, mio padre, che è stato e sempre sarà il Cavaliere», ha commentato la figlia del fondatore di Forza Italia dopo i ringraziamenti rivolti a Mattarella per l’onorificenza concessa. «Voglio quindi condividere questo riconoscimento con ciascuna delle persone che lavorano in Mondadori, e, più in generale, con le persone di Mediaset e di tutto il gruppo Fininvest», ha aggiunto, citando le aziende che create dall’ex premier.

Forza Cavaliere

La tempistica, per quanto casuale, è stata utile anche a Forza Italia. La nomina a cavaliere del lavoro è arrivata nel momento migliore per il partito di Antonio Tajani: a quasi una settimana dalle elezioni europee e a poco meno di un anno dalla scomparsa del fondatore e leader carismatico del partito. Tanto che, come raccontato dal Fatto quotidiano, ancora oggi viene chiesto il voto a Berlusconi: la preferenza sarà annullata, per ovvi motivi, ma resta il gesto simbolico per una comunità politica legata al suo fondatore.

E, come era naturale, è scattata la batteria di dichiarazioni entusiaste, dai ministri ai capigruppo di Camera e Senato, nei confronti di Marina Berlusconi.

Anche se all’orizzonte si propone sempre lo stesso tema: da Cavaliera seguirà in tutto, politica compresa, le orme del padre? Al momento la risposta è secco no. Soprattutto se alle europee Forza Italia dovesse mostrarsi viva e vegeta. La “storia italiana”, tanto cara all’ex presidente del Consiglio, è destinata a continuare in altri modi.

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