La Commissione europea ha espresso oggi il suo parere sulla manovra di Bilancio per il 2024 e sulla sua aderenza alle raccomandazioni europee della scorsa estate. L’Unione europea non ha bocciato totalmente la manovra italiana, ma ha espresso alcune riserve e soprattutto ha deciso di aspettare i dati definitivi del 2023 (disponibili la prossima primavera) per emettere il giudizio definitivo. La legge di Bilancio viene definita «non pienamente in linea» con le raccomandazioni di luglio del Consiglio.

E il Commissario europeo per il commercio, Valdis Dombrovskis, ha dichiarato che: «l’Italia ha compiuto progressi limitati per quanto riguarda gli elementi strutturali delle raccomandazioni di bilancio formulate dal Consiglio il 14 luglio 2023» e ha invitato perciò le autorità italiane ad «accelerare i progressi».

Squilibri di bilancio

Ciò che non convince il commissario Dombrovskis ad approvare la manovra sono il debito e il deficit. A preoccupare però non è solo l’Italia, con lei ci sono anche Lettonia e Olanda. Tutte e tre devono essere pronte ad adottare «misure necessarie».

Non solo, si rischia anche l’attivazione del Meccanismo di allarme per squilibri di bilancio eccessivi. Infatti, le raccomandazioni di luglio del Consiglio prevedevano un target di aumento nominale della spesa pubblica netta non oltre l’1,3 per cento, dal 2023 al 2024, che l’Italia rispetta perché la spesa pubblica netta aumenterà solo dello 0,9 per cento.

Ma come fa notare la Commissione, quel dato era basato sulle stime – fatte in primavera – di un aumento di spesa pubblica per il 2023 molto inferiore a quello che poi si è verificato realmente per via di una forte impennata delle richieste del Superbonus nel 2023, che hanno portato a un aumento sostanziale della spesa pubblica primaria, pari allo 0,8 per cento del Pil in più rispetto a quanto era stato previsto in primavera. 

Quindi la Commissione ha calcolato che se la raccomandazione sul tetto di spesa per il 2024 fosse stata fatta con i dati reali del 2023 e non con le previsioni primaverili, la manovra di bilancio segnerebbe uno sforamento del tetto pari allo 0,6 per cento del Pil.

Per questo l’Italia, rischia l’attivazione del Meccanismo, che sarebbe anche il primo passo della procedura d’infrazione. Ma non è l’unica che corre questo rischio, con noi ci sono anche: Cipro, Germania, Grecia, Francia, Ungheria, Olanda, Portogallo, Romania, Spagna e Svezia.

Gli avvertimenti dell’Ue

La Commissione ha invitato l’Italia a porre fine agli incentivi per la spesa energetica – attivati a seguito della la crisi del gas provocata dalla guerra tra Russia e Ucraina – utilizzando il risparmio per ridurre il deficit, che viene messo sotto pressione già da alcune misure previste nella legge di Bilancio: dal cuneo fiscale ai contratti nella Pa fino alle pensioni.

Nel parere della commissione si legge infatti: «Le misure della manovra sono in parte compensate da risparmi di spesa» ma «il costo aggregato di tali misure sarà pari allo 0,7 per cento del PIL nel 2024 e si prevede che la maggior parte di esse avrà un effetto permanente». 

Ecco perché l’esecutivo comunitario vuole che l’Italia «acceleri i progressi», considerando anche che «tutto ciò presuppone l’attuazione del Pnrr». 

Gentiloni

Anche il Commissario Ue all’economia, Paolo Gentiloni, ha suggerito all’Italia «la riduzione delle misure a sostegno dell’energia», così da «evitare pressioni inflazionistiche, aiutando così le famiglie a recuperare il potere d’acquisto». Gentiloni ha però rassicurato il governo italiano che il parere della Commissione non preannuncia un’imminente manovra correttiva.

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