Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera a una serie di misure «per il contrasto dell’immigrazione irregolare», per riformare lo ius sanguinis e in materia di Pnrr. Il primo provvedimento prevede la possibilità di trasferire nei centri per migranti costruiti in Albania anche le persone che attualmente si trovano nei Centri di permanenza per i rimpatri in Italia. Finora potevano essere trasferiti solo migranti – non in condizioni di vulnerabilità – soccorsi in acque internazionali da nave appartenenti ai corpi dello stato (guardia costiera, guardia di finanza e marina militare). 

«Abbiamo approvato un decreto legge che interviene sulla legge di ratifica del protocollo Albania, e non sul contenuto del protocollo, rendendo possibile utilizzare la struttura, già presente nel centro di Gjader, per il trasferimento anche dall’Italia di persone che sono già destinatarie di provvedimento di espulsione e di trattenimento presso un Cpr», ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

La nuova modifica è stata introdotta dopo che i giudici hanno deciso di non convalidare i trattenimenti in Albania dei migranti deportati nei mesi scorsi, in applicazione del diritto comunitario e in attesa di una pronuncia della Corte di giustizia europea sulla definizione di paese sicuro. Per scongiurare il fallimento del progetto, le cui stime di costi raggiungono quasi il miliardo di euro, il governo è corso ai ripari. Secondo il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi «non ci saranno risorse aggiuntive» per questo cambio di destinazione. 

Nel Cdm di oggi è stata approvata la relazione sui paesi sicuri da parte della Farnesina. «Non ci sono altri cambiamenti», ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani. «Abbiamo, come ministero degli Esteri, ascoltato tutte le organizzazioni. Rispetto all’aggiornamento nel 2024 non ci sono cambiamenti o variazioni. I paesi sono: Albania. Algeria, Bangladesh, Bosnia Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kossovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia», ha detto il vicepremier nel corso della conferenza stampa a palazzo Chigi. In tutto 19 paesi. 

«Ascoltato il parlamento, il governo poi valuterà se adottare un nuovo decreto legge che modifichi la lista dei paesi sicuri o lasciare inalterata la lista introdotta nello scorso autunno», ha concluso.

Gli altri punti del Cdm

Tra i provvedimenti all’ordine del giorno, ci sono anche altre due misure, che riguardano cittadinanza e Pnrr (per questioni di competenza del ministero dell’Istruzione e del Merito).

Sul tavolo, inoltre, anche il disegno di legge di delega al governo per la riforma delle amministrazioni straordinarie e per la riforma della vigilanza sugli enti cooperativi e mutualistici. Infine, il Cdm ha esaminato il decreto legislativo di attuazione della riforma sull’accesso ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico in medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria e medicina veterinaria.

Cittadinanza

La nuova riforma sulla cittadinanza istituisce limiti allo ius sanguinis, prevedendo che gli italo-discendenti, nati all’estero, potranno fare richiesta solo per due generazioni. In altre parole, potrà richiederla solo chi ha almeno un genitore o un nonno con cittadinanza italiana. «La concessione della cittadinanza è una cosa seria e nel corso degli anni ci sono stati degli abusi» ha spiegato il ministro Tajani. «L’obiettivo delle misure adottate oggi è valorizzare il legame effettivo tra l’Italia e il cittadino all’estero», «non verrà meno il principio dello ius sanguinis e molti discendenti degli emigrati potranno ancora ottenere la Cittadinanza italiana, ma verranno posti limiti precisi soprattutto per evitare abusi o fenomeni di “commercializzazione” dei passaporti italiani», ha aggiunto il capo della Farnesina.

Dalla fine del 2014 alla fine del 2024 i cittadini residenti all'estero sono aumentati da circa 4,6 milioni a 6,4 milioni: un aumento del 40 per cento in 10 anni. I procedimenti giudiziari pendenti per l'accertamento della Cittadinanza sono oltre 60 mila. Ad esempio, l'Argentina è passata dai circa 20 mila del 2023 a 30.000 riconoscimenti già l'anno successivo. Il Brasile e' passato da oltre 14 mila nel 2022 a 20.000 lo scorso anno; il Venezuela contava quasi 8.000 riconoscimenti nel 2023. Gli oriundi italiani nel mondo che potrebbero chiedere il riconoscimento della Cittadinanza con la legge vigente sono potenzialmente tra i 60 e gli 80 milioni.

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