I due ex alleati vengono da settimane difficili in cui i rapporti si sono ridotti ai minimi termini. Ma il presidente M5S sa che una vittoria in Liguria gli serve anche in vista della costituente del Movimento
Un palco unitario dopo settimane di tentativi di evitare Elly Schlein. Giuseppe Conte, a Genova, ha aperto alla possibilità di chiudere con la segretaria dem la campagna elettorale di Andrea Orlando alla regione Liguria, il 25 ottobre. Ma sempre con i distinguo che gli sono cari.
«Se noi abbiamo un progetto in comune, non ho alcuna difficoltà a fare chiusure con Schlein e con altri che sono coinvolti in questo progetto politico coordinato», ha detto il presidente del Movimento 5 stelle.
I due ex alleati vengono da settimane difficili in cui i rapporti si sono ridotti ai minimi termini, salvo qualche eccezione come l’Aventino sul candidato della destra per la Consulta. Ma Conte sa che una vittoria in Liguria gli serve anche per avere uno scalpo da portare all’assemblea costituente del Movimento 5 stelle in programma per fine novembre.
E poi, l’ex premier non ha mai perso occasione di ribadire come la presenza di Matteo Renzi nelle liste provocherebbe un calo dei consensi: dimostrare che dove Italia viva non corre nemmeno si vince gli tornerebbe più che utile.
Collaborazione in parallelo
La convergenza parallela è il meglio che si possa sperare. Il contesto è di sfiducia vicendevole e totale: pesa la vicenda Rai, in cui il Pd continua a sospettare che l’ex alleato possa a un certo punto decidere di contribuire all’elezione di Simona Agnes come presidente per poi allungare le mani sulla direzione del Tg3. Ma il ragionamento (un po’ cinico) che circola nel fu campo giallorosso è che alla fine il voto per la lista alle regionali è un voto per il candidato. Arrivati a questo punto, ciascuno deve parlare al suo elettorato. Se attaccare Renzi o addirittura punzecchiare il Pd funziona, va bene lo stesso, purché porti voti a Orlando.
È in questa chiave che va letto anche l’appuntamento pomeridiano dell’ex premier, che ieri, dopo aver visitato con Orlando il cantiere dello scolmatore del Bisagno e aver fatto un sopralluogo in pronto soccorso, ha incontrato, insieme a Stefano Patuanelli, la comunità Cinque stelle ligure. Tra i due appuntamenti ha infilato una filippica da remoto contro l’ad di Stellantis, Carlos Tavares, audito in commissione Attività produttive, che ha accusato di un «intervento deficitario» per quanto riguarda il futuro dell’azienda. Tutto in linea con l’identità progressista e con le critiche sollevate dalla segretaria dem.
Ma in Liguria continuano i distinguo, che si manifestano anche nei piccolo dettagli: la grafica dell’evento pentastellato del pomeriggio annunciava la presentazione del “programma per le regionali”, sottintendendo che fosse del Movimento, tanto che, subito dopo la sua diffusione, Orlando stesso ha dovuto puntualizzare che il programma è di tutta la coalizione.
Ma per Conte è necessario mobilitare tutto quel che riesce. Nonostante la storica scarsa capacità di muovere voti alle elezioni locali, il Movimento si è fissato un obiettivo ambizioso: i due referenti liguri Roberto Traversi e Luca Pirondini hanno identificato come asticella il risultato delle ultime europee, quando i Cinque stelle avevano preso il 10,5 per cento.
Senza tenere però presenti gli effetti positivi della legge elettorale proporzionale e del fatto che in quel momento il caso Toti era su tutte le prime pagine dei giornali. Acqua passata, peraltro ora c’è un ulteriore ostacolo per il M5s: la lista di Nicola Morra, in grado comunque di sfilare qualche voto proprio al Movimento.
Insomma, il 25 sarà l’occasione di un disgelo, almeno superficiale, con gli ex alleati del campo largo. Sempre che nel frattempo non succeda altro che possa minare la fiducia vicendevole: ma Conte vuole arrivare pronto anche a uno scenario di questo tipo.
Nel Pd non sfugge la frequenza con cui l’ex premier ricorda che insieme ad Avs, i Cinque stelle valgono in coalizione quanto il Pd.
A dire il vero, nei sondaggi qualche punto di differenza c’è, ma il messaggio a Schlein rimane chiaro: a sinistra non è sola. I componenti del binomio che ha eletto Roberto Natale consigliere d’amministrazione Rai non si limiteranno a fare i coristi della segretaria-rapper.
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