L’ex premier rilancia la proposta di una manifestazione comune con chi vuole e strizza l’occhio ai pacifisti cattolici. Giura sul trasformismo e smentisce chi lo accusa di voler prendere le redini del Pd
Giuseppe Conte rilancia la sua proposta di scendere in piazza per manifestare contro la guerra. Se necessario, anche senza bandiere. In un’intervista al Fatto quotidiano rivendica: «Io auspico una manifestazione senza sigle e senza bandiere, aperta a tutti i cittadini che nutrono forte preoccupazione per il crinale che il conflitto in Ucraina sta prendendo, esponendoci al rischio nucleare». L’obiettivo di Conte non sembra essere la ricomposizione di un centrosinistra. «Vorrei una grande manifestazione a cui possano partecipare anche gli elettori di centrodestra. La pace non ha colori».
Le prospettive per la pace
La posizione del leader del Movimento 5 stelle già da qualche giorno torna a imperniarsi sulla guerra in Ucraina, un tema su cui i distinguo dell’avvocato pugliese hanno provocato una delle fratture più grandi con gli ex alleati del Pd. Conte fa appello ai cattolici, che da parte loro vedono di buon occhio gli sforzi dell’ex premier per incoraggiare un negoziato di pace che a suo parere oggi è «relegato sullo sfondo». Anche la Tavola della Pace ha chiesto a Conte di avanzare una proposta per il negoziato.
Il leader del M5s può approfittare anche dei travagli interni del Pd per imporsi come leader dell’opposizione in questo contesto, pur avendo invitato all’eventuale manifestazione anche gli esponenti del centrosinistra che vogliano partecipare.
La posizione di Conte è che «l’Ucraina ormai ha gli armamenti per combattere, è ben equipaggiata. Dobbiamo puntare su un negoziato di pace». Secondo il leader «siamo arrivati all’escalation militare. chi ha costruito la strategia che ci ha portato a questo ci dovrebbe dire quali garanzie offre sul fatto che non si farà ricorso ad armi non convenzionali». E solleva dubbi sulla preparazione dell’Italia a un eventuale attacco nucleare. «C’è un piano al riguardo?» si chiede l’ex premier.
Nessun dubbio sulla collocazione “progressista”, Conte respinge le critiche di chi lo accusa di trasformismo. «La nostra è una rotta politica disegnata in modo chiaro e univoco nella nostra Carta dei principi, adottata ormai da oltre un anno. La nostra azione politica ha dimostrato una costante tensione nel tradurre in misure concrete temi come il rispetto della dignità della persona e del lavoro, la giustizia sociale, la tutela ambientale e il contrasto delle disuguaglianze». Ma niente Opa sul Pd, giura il leader del M5s.
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