«Siamo quelli più vicini ai cittadini, ma spesso non veniamo ascoltati», dice il sindaco di Bari e presidente dell’Anci
- Il sindaco di Bari e presidente dell'Anci, Antonio Decaro, in un'intervista al Corriere della Sera parla di nuove restrizioni per contenere il contagio e dei poteri in più che dovrebbero avere i Comuni.
- «I Comuni sono quelli più vicini ai cittadini», sottolinea Decaro, «conoscono meglio i territori e quindi possono intervenire meglio e più rapidamente».
- «Ecco perché chiediamo, ancora una volta, di essere coinvolti nella comunicazione dei dati sulla base dei quali vengono poi prese le decisioni, dal colore delle zone alle restrizioni. Sono tutte informazioni che dovrebbero conoscere anche i Comuni».
«Ho rimodulato gli orari dei negozi che da domani (oggi, venerdì, ndr) possono restare aperti all'ora di pranzo ma dovranno chiudere prima, alle 19: una decisione presa per ridurre gli assembramenti dovuti allo shopping, dobbiamo ripensare le nostre abitudini e tempi di vita». Lo dice, in un’intervista al Corriere della Sera, Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell'Anci, parlando delle nuove ordinanze “antistruscio” sulla falsariga di quelle adottate da Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna.
«Noi sindaci», spiega, «siamo chiamati dal ministero dell'Interno a far rispettare regole e restrizioni decise da governo e Regioni: possiamo vietare stazionamenti in strade e piazze e limitare il passaggio in alcune zone. Ma a volte non basta e su alcune cose non siamo stati ascoltati. Nell'ultimo Dpcm, ad esempio, il governo ha deciso la chiusura nei fine settimana delle gallerie commerciali, salvando però alcune attività.
Va bene, ma noi avevamo chiesto di intervenire anche sulle grandi strutture, quelle monomarca, che invece sono rimaste aperte e, nei fine settimana soprattutto, attirano centinaia di persone. Oggi chiediamo quindi anche a chi gestisce questi centri una grande attenzione e una grande responsabilità».
Sottolinea Decaro «I Comuni sono quelli più vicini ai cittadini, conoscono meglio i territori e quindi possono intervenire meglio e più rapidamente. Siamo anche quelli cui i cittadini si rivolgono per primi, per chiedere più tamponi, più ambulanze, più posti letto, anche se sono cose su cui non abbiamo competenza.
Ecco perché chiediamo, ancora una volta, di essere coinvolti nella comunicazione dei dati sulla base dei quali vengono poi prese le decisioni, dal colore delle zone alle restrizioni. Tamponi, numero dei contagiati, posti letto negli ospedali e nelle terapie intensive: sono tutte informazioni che dovrebbero conoscere anche i Comuni così da poter intervenire sulle restrizioni. E conoscerli fa sì che ci sia anche maggiore trasparenza».
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