Un versamento a Fratelli d’Italia da 30mila euro, firmato Giulio Tremonti, è arrivato lo scorso 24 agosto, a poche ore dalla chiusura delle liste che vedono l’ex ministro dell’Economia correre come capolista alla Camera, in Lombardia. Un collegio blindato che, stanti i sondaggi, gli offre la garanzia di tornare in parlamento grazie al partito di Giorgia Meloni. Così, forse in segno di riconoscenza, Tremonti ha ben pensato di fare una sostanziosa donazione a FdI.

Mai, da quando la legge impone l’obbligo di pubblicare l’elenco dei donatori, l’ex ministro aveva dato dei soldi a una forza politica. Il tabù è stato rotto ora, con Fratelli d’Italia.

Le spese

Dopotutto il partito ha bisogno, come gli altri e forse più degli altri, di risorse economiche. In questa campagna elettorale FdI ha affrontato ingenti spese. Solo per la promozione sui social c’è stata un’uscita complessiva che supera i 130mila euro. Al fianco dell’impegno digital c’è poi la massiccia presenza negli spazi per affissioni in tutta Italia. Avere liquidità è dunque fondamentale. E la pratica di “manifestare riconoscenza” per la candidatura non riguarda solo Tremonti.

Certo, l’ex mente economica di Silvio Berlusconi è stato tra i più generosi, ma come lui ce ne sono altri. Dalla settimana precedente alla consegna delle liste, quindi dal 16 agosto fino a oggi, sono state registrate oltre 120 operazioni di erogazioni liberali, come previsto dalla legge, per un incasso complessivo superiore al milione di euro. Un caso unico tra i principali partiti in campo. Nell’elenco figura un altro ex ministro, Giulio Terzi di Sant’Agata, già numero uno alla Farnesina con il governo Monti e ora candidato al Senato, anche lui in Lombardia.

Pluripagamenti

Lo scorso 31 agosto ha versato nelle casse del partito 5mila euro. Stessa cifra è stata girata, appena un giorno prima, dall’ex europarlamentare Elisabetta Gardini, un tempo volto noto della televisione. Dopo l’addio a Forza Italia, Gardini è stata già candidata con il partito di Meloni alle europee del 2019, fallendo però la rielezione a Strasburgo.

Ora è candidata nel collegio uninominale di Padova, ma con due paracadute nel plurinominale nelle circoscrizioni in Veneto. L’ultima volta che Gardini aveva finanziato FdI era stata appunto tre anni fa con 500 euro. Un cambio di passo, in vista delle elezioni del 25 settembre.

Anche Luciano Ciocchetti, un tempo uomo di punta dei centristi nel Lazio, ha provveduto a rimpinguare le casse di Fratelli d’Italia con cinquemila euro. Nonostante la sua lunga esperienza politica, in precedenza non aveva mai pensato di sostenere economicamente qualche partito.

Una delle più solerti a versare è stata comunque la campana Marta Schifone che il 22 agosto ha firmato un bonifico da quindicimila euro. Il tutto mentre nella regione c’erano malumori per le candidature, che hanno causato il successivo addio della consigliera regionale Carmela Rescigno.

Ci sono poi casi singolari, come quello di Gianluca Vinci, candidato in Emilia-Romagna, che ha effettuato quattro distinti versamenti, i primi tre (dal 26 al 30 agosto) da 10mila euro e l’ultimo da 2.500 euro, indirizzato però alla sezione regionale di FdI. Un totale di 32mila e 500 euro che supera la generosità di Tremonti.

La medaglia d’oro delle donazioni, dal 22 agosto, spetta tuttavia a Giulia Cosenza, che ha già due legislature alle spalle, prima con Alleanza nazionale e poi con il Popolo della libertà in cui era rientrata dopo aver seguito per qualche mese Gianfranco Fini in Futuro e libertà.

Manca in parlamento dal 2013, ora è candidata nell’uninominale di Benevento al Senato e nel plurinominale. Di fronte a questa possibilità ha destinato 50mila euro al partito che l’ha scelta.

Soldi dal Twiga

Ma non sono solo i nuovi arrivati, o quelli che ritornano, a manifestare questa immensa gratitudine. Anche i parlamentari uscenti hanno provveduto con ricche donazioni. Daniela Santanchè non ha previsto esborsi eccezionali, certo. Ma il 16 agosto, una settimana prima della chiusura delle liste, dal Twiga, lo stabilimento che gestisce con Flavio Briatore, sono arrivati 26mila euro; due giorni dopo Isabella Rauti, altra pluricandidata, ha elargito i soliti 30mila euro.

C’è poi Paolo Trancassini, già sindaco di Leonessa (Rieti) e titolare di un ristorante nel centro di Roma. Nonostante le puntuali restituzioni mensili da mille euro, ha girato la cifra di 30mila euro a FdI, esattamente come ha fatto una sua collega di Montecitorio, Ylenja Lucaselli, da sempre una delle principali sostenitrici economiche del partito.

Altri 30mila euro sono arrivati dalla deputata vicina al mondo della caccia, avendo ricoperto il ruolo di presidente Confavi (Confederazione delle associazioni venatorie italiane), Maria Cristina Caretta, così come dalla sindaca di Argentera (Cuneo), Monica Ciaburro.

Una parte dei big del partito, invece, si è limitata all’ordinaria amministrazione. Meloni ha dato i soliti mille euro al mese, al pari del cognato e capogruppo a Montecitorio, Francesco Lollobrigida, del vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, e del presidente del Copasir, Adolfo Urso.

Per loro la candidatura era un atto dovuto, quindi nessuno strappo alla regola. Mentre, tra gli altri nomi più importanti, comunque candidati alle prossime politiche, non risultano, almeno fino a oggi, versamenti da parte dell’ex magistrato Carlo Nordio, del filosofo e già presidente del Senato, Marcello Pera, e della consigliera regionale del Lazio, Chiara Colosimo.

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