Dopo l’ostruzionismo della Lega, il presidente della commissione, il leghista Andrea Ostellari, è stato costretto a mettere ai voti la messa in calendario del disegno di legge contro l’omotransfobia. I sì sono stati 13 contro 11 no, ovvero tutto il centrodestra. Il relatore però sarà lo stesso Ostellari. Le altre forze al governo non hanno gradito, Maiorino (M5s): «Avrebbe dovuto scegliere anche qualcuno che si è battuto per la legge»
Partirà al Senato l’esame del disegno di legge Zan contro l’omostransfobia, la misoginia e l’abilismo: la commissione Giustizia ha votato per la calendarizzazione ponendo fine all’ostruzionismo della Lega, i sì sono stati 13 contro 11 no. A votare contro il centrodestra di nuovo unito: Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, nonostante al suo interno abbia forze non totalmente contrarie al disegno di legge. I lavori partiranno la settima prossima.
Il firmatario, il deputato Alessandro Zan, relatore nel corso del primo esame e dell’approvazione alla Camera ha ricordato che è un altro passo verso la legge: «Finalmente ora può iniziare la discussione anche in questo ramo del parlamento, per l’approvazione definitiva».
Immediata la reazione social della capogruppo del Pd, Simona Malpezzi, per dare con entusiasmo la notizia.
Come anticipato da Domani, la Lega già la settimana scorsa aveva ammesso la capitolazione. Il relatore incaricato al Senato però sarà lo stesso Ostellari: «Il voto sul calendario dei lavori ha certificato che, in commissione Giustizia, la maggioranza è spaccata» è stato il suo primo commento ribadendo la minaccia della Lega sull’armonia del governo. All’incardinamento del disegno di legge, seguiranno le audizioni e il dibattito sulle proposte emendative: «Il regolamento prevede che il relatore di ciascun disegno di legge sia il presidente della commissione, che ha la facoltà di delegare questa funzione ad altri commissari. Poiché sono stato confermato presidente, grazie al voto della maggioranza dei componenti della commissione, per garantire chi è favorevole al ddl e chi non lo è, tratterrò questa delega».
La scelta non è piaciuta agli altri partiti membri del governo, infatti il ruolo di relatore, usando la chiara spiegazione di Openpolis, «è una sorta di regista politico del dibattito, che esprime il suo parere su tutti gli emendamenti presentati e coordina la mediazione politica sul provvedimento». Un ruolo che di fatto lascia un importante margine per intervenire sulla legge. Le altre forze della maggioranza speravano che sarebbe stato scelto almeno un altro relatore ad affiancarlo. La senatrice del MoVimento 5 Stelle Alessandra Maiorino, che aveva presentato un disegno di legge affine a quello Zan, e in parte incluso nel testo alla Camera, ha criticato la presa di posizione: «Nel decidere di tenere per sé il ruolo di relatore, senza indicare altri componenti della commissione Giustizia tra coloro che più conoscono la materia e si sono battuti per la legge, il presidente Ostellari si assume anche l'onere di farsi garante verso le associazioni Lgbti che da anni chiedono al Parlamento una legge contro l'omotransfobia e di ascoltare le loro voci».
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